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PITTORE BOLOGNESE DEL XVII SECOLO
Ecce homo
Olio su tela, cm 64,5X52,5
L'opera qui presentata è una derivazione dell'Ecce Homo oggi conservato alla Galleria Nazionale d'Arte Antica a Palazzo Corsini di Roma eseguito dal Guercino nel 1644. La nostra tela tuttavia presenta aspetti qualitativi di apprezzabile interesse e di conseguenza si attribuisce a un collaboratore del maestro.
Bibliografia di riferimento:
L.Salerno, 'I dipinti del Guercino', Roma 1988, p. 292, n. 215
A.G.De Marchi, in 'Le Stanze del Cardinale. Caravaggio Guido Reni, Guercino Mattia Preti', catalogo della mostra a cura di V.Sgarbi, Milano 2009, pp. 122 - 123, n. 24
ESTIMATE € 2.500 - 3.500
61
GIULIO CARPIONI
(Venezia, 1613 - Vicenza, 1679)
Battesimo di Cristo
Olio su tela, cm 53X40
Giulio Carpioni è particolarmente noto per le sue creazioni a tema mitologico, ma altrettanto importante, fu la produzione di opere a carattere devozionale, come documenta questo piccolo modelletto da pala d'altare. Formatosi con il Padovanino e sul classicismo della tradizione veneziana cinquecentesca, l'artista si confrontò con il tenebrismo di Ruschi e il caravaggismo interpretato da Nicolas Renier e Carlo Saraceni, ma anche con le esperienze veronesi del Turchi, del Bassetti, dell'Ottino e quegli influssi neoveneti d'ascendenza romana diffusi dal Poussin e Pietro Testa. Fu infatti Roberto Longhi (1963) a ipotizzare un viaggio di studio nella capitale, dove dal 1598 si trovavano i celebri baccanali di Tiziano, ma è comunque certa a partire dal 1638 la presenza del pittore a Vicenza. La decisione di abbandonare Venezia, dove la concorrenza era notevole, si dimostrò infatti una scelta ragionata, a ciò si aggiunga che dopo la partenza di Francesco Maffei per Padova, avvenuta nel 1657, l'artista vide moltiplicare i suoi impegni, potendo così controllare e dirigere senza ostacoli la situazione artistica cittadina. Sono di questi anni infatti le principali commissioni ecclesiastiche e grazie alle ricerche condotte da Flavia Casagranda i ritrovamenti di opere carpionesche nelle parrocchie del territorio denunciano una ricerca ben lontana dal concludersi.

Bibliografia di riferimento:
G. M. Pilo, Carpioni, Venezia 1961
F. Casagranda, Per Giulio Carpioni: un percorso nell'attività religiosa, in Pittura veneziana dal Quattrocento al Settecento. Studi di storia dell'arte in onore di Egidio Martini, a cura di G. Maria Pilo, Venezia 1999, pp. 125 - 129
ESTIMATE € 2.500 - 3.500
91
PITTORE VENETO DEL XVI SECOLO
Scena mitologica
Olio su tavola, cm 23,5X42
La tavola si data al XVI secolo e si attribuisce ad un artista veneto influenzato dall'arte veronesiana e tizianesca con esiti di stile memori delle opere di Andrea Meldolla detto Andrea Schiavone (Zara, 1510/1515 - Venezia, 1563). L'artista, formatosi in ambiente tizianesco dopo un iniziale avvicinamento ai modi di Bonifacio de' Pitati, fu tra i primi ad accogliere e rielaborare con grande originalità le novità della cultura figurativa tosco-romana introdotta a Venezia dal Salviati. La pennellata sciolta e l'esecuzione corsiva delle figure e dei panneggi rammentano i modi del pittore, in una datazione matura attorno alla fine del settimo decennio.

Bibliografia di riferimento:
F. L. Richardson, Andrea Schiavone, Oxford 1980
ESTIMATE € 2.500 - 3.500
107
JAN VAN DER STOFFE
(Leida, 1611 - 1682)
Battaglia
Olio su tavola ovale 47X64

Provenienza:
Sotheby's Firenze 12-13 maggio 1975, n. 11
Jan Jacobsz van der Stoffe ottenne il titolo di maestro nel 1644. Rivestì varie cariche nella celebre gilda di Leida, di cui nel 1669 fu il decano. Come pittore Jan van der Stoffe era specializzato soprattutto nei combattimenti di cavalieri e nelle scene di caccia nello stile di Palamedes Palamedesz e Esaias van der Velde. Il presente dipinto è un pregevole esempio della sua arte. A confronto possiamo citare le tavole simili per soggetto e dimensioni esitate presso la Sotheby's di Londra il 16 dicembre 1999, n. 396 e registrate all'RKD.
Bibliografia di riferimento:
J. C. Overvoorde, Eenige bijzonderheden over den Leidschen schilder Jan Jacobsz. van der Stoffe, Leidsch jaarboekje 1920, pp. 49-64
ESTIMATE € 2.500 - 3.500
176
PHILIPP PETER ROOS, detto ROSA DA TIVOLI (Attr. a)
(Francoforte sul Meno, 1655 o 1657 - Roma, 1706)
Paesaggio con pastore e armenti
Olio su tela, cm 97X137
La tela si riconduce al catalogo di Rosa da Tivoli, artista giunto in Italia seguendo il flusso straniero che dagli anni trenta trovava nella penisola un florido mercato per la pittura di genere. L'arte di Rosa è partecipe a pieno titolo a questo filone, ma articolandosi essenzialmente sul tema del paesaggio con animali domestici, che proseguirà Micco Brandi, suo allievo e genero. Le sue opere vedono gli animali i veri protagonisti e si tratta di una produzione assai ampia, generamente concepita con una monumentalità generista e talvolta con incoerenze qualitative evidenti.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
5
GIUSEPPE NUVOLONE e BOTTEGA
(Milano, 1619 - 1703)
Resurrezione di Lazzaro
Olio su tela, cm 119X161
Membro della dinastia di pittori che ebbe come capostipite Panfilo (Cremona, 1581 -1651) e il fratello Francesco (Milano, 1609-1662), Giuseppe esprime un'armonia di tinte e una maggiore complessità narrativa. Il dipinto in esame descrive il famoso episodio evangelico della Resurrezione di Lazzaro ed evidenti sono gli stilemi dell'artista, qui influenzati da esempi figurativi emiliani e genovesi. La stesura morbida, giocata su delicate sfumature e tonalità cromatiche, è altresì caratterizzata da un'apprezzabile dolcezza luministica, che offre una peculiare armonia scenica di gusto classicistico, di eredità rinascimentale veneta e lombarda, qui applicata con le inclinazioni visionarie e meditative del coevo clima culturale milanese attorno alla metà del secolo.

Bibliografia di riferimento:

F. M. Ferro, 'Nuvolone, una famiglia di pittori nella Milano del '600', Cremona 2003
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
7
PITTORE FRANCESE DEL XVIII SECOLO
Veduta costiera con figure e nave in riparazione
Olio su tela, cm 57X71
I dipinti per i caratteri di stile e scrittura si attribuiscono ad un autore settecentesco e appare evidente la genesi illustrativa dagli esempi di Vernet ma è altrettanto chiara l'influenza italiana. Infatti, oltre al Vernet è possibile percepire la conoscenza della pittura romana di paesaggio e a tal proposito ci viene incontro la citazione architettonica memore di Castel Sant'Angelo visibile nella tela 'a pendant', ma anche il gruppo di figure che fanno il bagno ricordano gli esempi illustri del paesismo emiliano di stanza capitolina. Il risultato è una creazione dal raffinato valore decorativo, ben eseguita e la qualità si percepisce osservando i brani di figura, risolti a macchia e di corrette proporzione rispetto allo spazio scenico. Dal punto di vista generale è possibile ipotizzare che l'autore sia attivo in ambito napoletano e altresì a conoscenza delle opere di Carlo Bonavia e Francesco Fidanza. Resta indubbia, però, la chiara matrice vernettiana, in modo particolare se confrontata con la serie dedicata al Golfo di Napoli conservata al Louvre e realizzata dal maestro nel 1748. Una possibile ipotesi attributiva è quella di riconoscere l'autore in Lacroix de Marseille, documentato a Napoli nel 1757, le cui opere presentano diversi punti di contatto con queste in esame.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
15
PIETRO PALTRONIERI detto IL MIRANDOLESE
(Mirandola, 1673 - Bologna, 1741)
Paesaggio lacustre con capriccio architettonico e figure
Olio su tela, cm 44,5X27,5
Provenienza: Bologna, collezione Corti - Novis
A Bologna durante il XVIII secolo si diffonde il gusto per il paesismo prospettico con rovine. I continuatori della rinomata scuola dei quadraturisti del secolo precedente perpetuava il vanto della scuola pittorica emiliana, rinnovandone il corso ed adeguandosi all'elegante e fantasiosa moda 'rocaille'. Questi artisti creavano sequenze di tele in cui le diverse tematiche del capriccio manipolavano gli stili architettonici, i temi classici con le visioni campestri e costiere, esprimendo una particolarissima sensibilità decorativa d'ascendenza teatrale. Era altresì pratica consueta la collaborazione tra pittori di figura e scenografi; tra questi spicca la personalità di Pietro Paltronieri detto il Mirandolese, che seguendo i dettami dei Bibiena e l'influenza veneta di Ricci e Canaletto assume una sorta di predominio rispetto ai colleghi, spesso destinati a una vita girovaga al servizo dei teatri della penisola. L'opera qui presentata è non solo da ricondurre al catalogo dell'artista ma è altresì da considerarsi di alta qualità e una delle rare eseguite ad olio su una produzione sovente realizzata a tempera.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000