68
MINIATORE DEL XVI-XVII SECOLO
Pergamena raffigurante fiori, frutti di bosco e insetti
Matita, acquerello e tempera su pergamena, cm 12X9,5
Questa interessante pergamena si data ancora al XV secolo, quando gli illustratori botanici praticavano la loro arte dedicandosi a ritrarre dal vero le diverse specie botaniche. Nel nostro caso il grado del dettaglio naturalistico non solo è di alta qualità, ma suggerisce altresì il riferimento all'artista Jacques Le Moyne de Morgues (c. 1533-1588).

Bibliografia di riferimento:
P. Hulton, The Works of Jacques Le Moyne de Morgues, A Huguenot Artist in France, Florida and England, London 1977.
ESTIMATE € 5.000 - 6.000
81
PITTORE TOSCANO DEL XVII SECOLO
Sant'Andrea
Olio su tela, cm 78X105
Opera da attribuire a un artista toscano e prossimo per i caratteri stilistici a Matteo Rosselli e Lorenzo Lippi. L'immagine descrive il martirio di Sant'Andrea secondo un'iconografia peculiare alla cultura pittorica fiorentina seicentesca e a questo proposito citiamo la tela di medesimo soggetto realizzata da Matteo Rosselli per la chiesa di Ognisanti. Opera dall'intenso pathos controriformato e a sua volta non ignara degli accenti naturalistici romani. Di questo dipinto conosciamo anche una versione realizzata dal Lippi presente nella Chiesa di sant'Agata, in cui i sentimenti capitolini sembrano ancor più accentuati, tanto da far supporre un viaggio di studio nella città eterna del giovane artista. Detto ciò, gli aspetti estetici della tela qui presentata esprimono acerbità e cromie che è possibile ricondurre alla giovinezza di Lorenzo, tra il terzo e i primi anni del quarto decennio.

Bibliografia di riferimento:
C. d'Afflitto, Lorenzo Lippi, Firenze 2002, pp.68 - 69
ESTIMATE € 5.000 - 8.000
132
GIOVANNI BATTISTA MORONI (Attr. a)
(Albino, 1522 - 1578/1579)
Ritratto di Medea Rossi
Olio su tela, cm 45X40
La stesura e le caratteristiche illustrative del dipinto indicano una datazione attorno alla seconda metà del secolo XVI, mentre la realistica sensibilità con cui è descritto il volto suggerisce l'attribuzione a un autore nord Italiano e stilisticamente affine al fare pittorico di Giovanni Battista Moroni (Albino, 1522 - 1578/1579). Il tono intimo, confidenziale, le espressività e la sapiente regia luministica, evidenziano la qualità dell'opera e ne avvalorano l'ipotesi attributiva. Sorprende l'essenzialità disadorna e al contempo efficace di questa effige, severa e carica di vitalità interiore, capace d'esprimere il proprio rigore morale e puritano come pochi artisti sono arrivati a evocare, tanto che il Tiziano stesso induceva i governatori veneziani residenti a Bergamo a non mancare di farsi ritrarre dall'artista. A confronto ricordiamo il Ritratto di donna seduta con libro della Pinacoteca Carrara a Bergamo (Gregori, p. 201, 332/32;364), ma in modo particolare il Ritratto di donna anziana in nero della collezione dei conti Moroni di Bergamo (fig. 1) databile al 1570 circa (Gregori, p. 206, 238/48;369).

Bibliografia di riferimento:
M. Gregori, Giovanni Battista Moroni, in I Pittori Bergamaschi, Il Cinquecento, Bergamo 1979, III, pp. 95 - 377.
F. Rossi, Il Moroni, Soncino, 1991.
ESTIMATE € 5.000 - 6.000
154
PLACIDO COSTANZI
(Roma, 1702 - 1759)
Venere e Marte
Olio su tavola, cm 49X89
Pittore tuttora in gran parte sottovalutato e trascurato dalla critica, Placido Costanzi è uno tra gli esponenti più interessanti della pittura romana settecentesca. Gli studi condotti negli ultimi anni da Giancarlo Sestieri, Arnauld Brejon de Lavergnée e Anthony M. Clark, solo per citare i principali, hanno delineato una figura di grande levatura, la cui fama e fortuna fu certamente schiacciata dalle personalità di Francesco Trevisani, suo maestro insieme a Bendetto Luti, Sebastiano Conca e Pompeo Batoni. Detto ciò, l'aspetto da sottolineare introducendone la personalità artistica, è l'alto merito delle sue opere, contrassegnate da un disegno impeccabile e una stesura straordinaria, altresì caratterizzata da una pasta pittorica di medesimo livello qualitativo. Il dipinto qui presentato, comprova assai bene tali asserzioni critiche e si colloca cronologicamente alla maturità dell'artista, attorno al terzo decennio, prossimo alla tela raffigurante Latona e i contadini della Licia, entrambi provenienti dalla Collezione Lemme e per donazione ora conservati presso Palazzo Chigi in Ariccia.

Il dipinto è stato attribuito a Placido Costanzi da Francesco Petrucci.

Bibliografia di riferimento:
A. M. Clark, An introduction to Placido Costanzi, in 'Paragone Arte', 19.1968,219/239, pp. 39-54.
G. Sestieri, Aggiunte a Placido Costanzi, in 'Paragone Arte', 42. 1991, pp. 66-77.
G. Sestieri, Repertorio della Pittura Romana della fine del Seicento e del Settecento, Torino 1994, I, p. 66.
F. Lemme, in Il Museo del Barocco Romano. La Collezione Lemme a Palazzo Chigi in Ariccia, a cura di F. Petrucci, Roma 2007, pp. 134- 135, n. 65.
S. Loire, in Il Museo del Barocco Romano. La Collezione Lemme a Palazzo Chigi in Ariccia, a cura di F. Petrucci, Roma 2007, pp. 136-137, n. 66.
ESTIMATE € 5.000 - 8.000
67
OTTAVIO MONFORT
(1646 - 1996)
Natura morta di frutta
Tempera su pergamena, cm 21X25
Pittore noto per la produzione di raffinate nature morte, dipinte a tempera su pergamena, le cui notizie sono scarne e le fonti del Settecento e dell'Ottocento non riportano informazioni utili a definirne la vicenda biografica. I primi passi della ricerca si devono ad Isarlow, che nel 1935 pubblicò una natura morta firmata di una collezione privata parigina. La probabile origine piemontese dell'artista si deve ad Andreina Griseri, che in occasione della mostra sulla pittura barocca in Piemonte del 1963, pubblica una serie d'opere del Castello di Settime, mentre nel 1971 la Pettenati rende nota una seconda natura morta firmata. A tutt'oggi però, le due sole composizioni datate, quella del 1680 raffigurante il 'Bambino Gesù in meditazione' e il 'Vaso di fiori' del 1689, ambedue di collezione privata, non risolvono completamente le problematiche per una sequenza cronologica del catalogo, affrontato da Marco Rosci in uno studio del 1985 e da una più precisa definizione dell'artista dal Chiappetti, in una recente mostra intitolata 'La seduzione della natura' curata da Alberto Cottino. Da queste ricerche è possibile stabilire che l'attività del Monfort parte dagli esempi di Giovanna Garzoni, attiva a Torino dal 1632 al 1637, a cui si possono accostare le giovanili pergamene del Museo di Asti.

Bibliografia di riferimento:
A. Cottino, Octavianus Monfort, in Natura morta italiana tra Cinquecento e Settecento, catalogo della mostra a cura di M.Gregori e J.G. Prinz von Hohenzollern, Milano 2002, p. 104, con bibliografia precedente
P. Chiapatti, M. Rosci, Octavianus Monfort, catalogo della mostra, Torino 1985
ESTIMATE € 4.500 - 5.500
93
PAOLO DE MATTEIS
(Piano del Cilento, 1662 - Napoli, 1728)
San Francesco Borgia davanti al corpo della Regina Isabella di Castiglia
Olio su tela, cm 54,5x126
Provenienza: Christie's, Roma, giugno 1990;
Christie's, Roma, giugno 1999
L'attribuzione del dipinto a Paolo de Matteis è stata confermata da Riccardo Lattuada e l'immagine si riconosce quale modelletto per l'affresco che orna la parete absidale sinistra della chiesa napoletana di San Francesco saverio, oggi intitolata a San Ferdinando.
L'opera sarà inserita nella monografia di prossima pubblicazione dedicata a Paolo De Matteis curata da Riccardo Lattuada e Giuseppe Napoletano.
ESTIMATE € 4.500 - 5.500
116
PITTORE NAPOLETANO DEL XVIII-XIX SECOLO
Veduta di Napoli da Poggioreale
Olio su tela, cm 80X54
La tela raffigura la veduta di Napoli da Poggioreale, da un punto di vista che coincide plausibilmente con l'odierna via Nuova del Campo. In basso a destra si riconosce il vecchio cimitero e addentrandoci nell'opera scorgiamo a destra l'imponente edificio dell'Albergo dei Poveri e all'orizzonte la città antica sovrastata dal Castello di San Martino e la Certosa. I caratteri stilistici suggeriscono una datazione che scorre tra la fine del XVIII e il XIX Secolo e l'autore presenta similitudini espressive con Luigi Fergola (Napoli 1768 - 1834) e Salvatore Fergola (Napoli 1799 - 1874).
ESTIMATE € 4.500 - 5.500
178
PITTORE FRANCESE DEL XVIII SECOLO
Natura morta di fiori
Olio su tela, cm 140X118
Questa rigogliosa composizione floreale si attribuisce a Gaspar Pieter Verbruggen il Vecchio (Anversa, 1635 - 1681). L'elaborata combinazione delle diverse fenologie è di assoluta piacevolezza decorativa e sviluppata secondo una sensibilità pienamente barocca, raggiungendo un valore puramente esornativo. L'artista si formò presso l'atelier paterno e a documentarne il precoce talento è la sua iscrizione come maestro alla gilda di Anversa in precocissima età. Si presume che il dipinto si debba cronologicamente collocare alla maturità, quando i tratti distintivi più arcaici si stemperano e le disciplinate simmetrie indicate da Daniel Seghers lasciano spazio a creazioni che preannunciano il nuovo secolo, suggerendo una datazione che scorre tra il settimo e l'ottavo decennio quando all'interno della bottega era in piena attività anche il figlio Gaspar Pieter Verbruggen II.
ESTIMATE € 4.000 - 6.000
6
GIOVANNI RAFFAELE BADARACCO
(Genova, 1645 - 1717)
Morte di Seneca
Olio su tela, cm 250X336
Attribuito da Camillo Manzitti a Giovanni Raffaele Badaracco, questa tela di dimensioni parietali raffigura l'episodio della morte di Seneca narrata negli annali di Tacito. La teatrale costruzione scenica di marcato gusto barocco testimonia le asserzioni del Ratti circa la formazione romana del pittore, recentemente delineata dagli studi di Loredana Lorizzo dedicati al mercante di quadri genovese attivo nella Città Eterna, Pellegrino Peri. Tuttavia, la poliedrica cultura dell'artista è ben documentata dal biografo, che lo indica quale allievo del Maratta, seguace della maniera del Cortona, che dopo otto anni di studio a Roma, passò a Napoli e poi a Venezia prima di far ritorno in patria. Detto ciò, sorprende il silenzio delle fonti riguardo la nostra opera, certamente destinata ad una quadreria privata ma le cui imponenti dimensioni suggeriscono una commissione di altissimo prestigio. La tela mostra una marcata aderenza alla cultura genovese, segnatamente al fare del Piola, soprattutto nella robusta tavolozza, nell'intensità dei rapporti di contrasto e nella scioltezza pittorica, tuttavia nella sua classicità narrativa il ritmo risponde bene ai dettami classicisti capitolini, in analogia con il 'Suicidio di Lucrezia', conservata a Palazzo Bianco che, databile all'ottavo decennio, offre un interessante corrispettivo cronologico, anche se in questa sede non escludiamo una datazione più arcaica. Supporta questa ipotesi il confronto con le opere tarde, di valenza più decorativa e con le figure colte in pose immote e di segno quasi seriale come si evince osservando la 'Continenza di Scipione' dell'Oratorio dei Rossi a Gavi Ligure da collocare ad una età ormai settecentesca (Di Fabio). Al nostro periodo si possono invece agevolmente accostare le tele pubblicate recentemente da Anna Orlando raffiguranti 'La veste di Giuseppe mostrata a Giacobbe' e 'Il Giudizio di Salomone', quanto mai cortonesche nei modi e genovesi per gusto.

L'opera è corredata da una scheda critica di Camillo Manzitti.

Bibliografia di riferimento:

R.Soprani - C. Giuseppe Ratti, 'Vite de' pittori, scultori ed architetti genovesi', Genova 1768-1769, vol. II, pp. 69-73

M. Newcome Schleier, 'Raffaello Badaracco', in 'Antichità Viva', 19 (1980), n. 2, pp. 21-27

C. Di Fabio, 'Gio Raffaele Badaracco. Qualità e industria', in 'Bollettino dei Musei Civici Genovesi', 14 (1992), n. 40-42, pp. 61-91

A.Orlando, 'Dipinti Genovesi dal Cinquecento al Settecento. Ritrovamenti dal collezionismo privato', Torino 2010, pp. 29 - 30
ESTIMATE € 4.000 - 6.000
10
LOUIS TOCQUÉ (Attr. a)
(Parigi, 1696 - 1772)
Ritratto di Dama
Olio su avorio, cm 15X10
Firmato in basso a destra: Tocq..
La luminosità del supporto, la qualità sorprendente della stesura pittorica e la traccia della firma suggeriscono l'attribuzione di questo elegante dipinto al maestro francese Louis Tocqué (Parigi 1696-1772), pittore e incisore dell'Accademia Reale di Parigi dal 1734. Lodato per il suo talento di ritrattista, acquisito da Jean-Marc Nattier, suo maestro e da Nicolas de Largillierre e Hyacinthe Rigaud, Tocqué realizzò diversi importanti commissioni reali, tra cui i ritratti del Delfino, Luigi di Borbone (1738) e di Maria Leczinska (1740), entrambi conservati al Louvre. I suoi ritratti privati, invece, spesso esposti ai Salon, gli hanno permesso di sperimentare il proprio talento con maggiore libertà, descrivendo i suoi modelli con una naturalezza che gli valse grandi elogi e innumerevoli commissioni in tutta Europa, rinnovando il gusto tradizionale della ritrattistica ed influenzando artisti come Carl Gustaf Pilo e Jens Juel. Appartiene a questa peculiare tipologia di opere e di committenza il ritratto qui presentato che, pur nelle contenute dimensioni, esprime una leggiadra monumentalità e una tecnica di esecuzione impeccabile.
ESTIMATE € 4.000 - 5.000