185
GIOVANNI BATTISTA BISCARRA (Attr. a)
(Nizza, 1790 - Torino, 1851)
Ritratto di Vittorio Emanuele II
Olio su tela, cm 87X69,5
La tela raffigura il ritratto giovanile di Vittorio Emanuele II (1820 - 1878) ed esibisce una parziale semplificazione e rinuncia alla consueta ostentazione della regalità. L'effige sembrerebbe eseguita nei medesimi anni della tela conservata presso il Museo del risorgimento a Torino in cui il re è rappresentato a figura intera e in maniera più aulica.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
173
FEDELE FISCHETTI
(Napoli, 1734 - 1789)
ALESSANDRO FISCHETTI
(Documentato dal 1773 al 1802)
Gioco di putti
Olio su tela, cm 47X35
Questa piccola ma gustosa grisaille si attribuisce alla scuola napoletana tardo settecentesca, più precisamente all'ambito di Fedele Fischetti. Gli indizi filologici e la qualità permettono altresì di circoscriverne la genesi all'interno della bottega stessa e di proporre quali autori il nome del maestro e del suo collaboratore (i cui vincoli di parentela sono ancora ignoti), Alessandro Fischetti (documentato a Napoli tra il XVIII ed il XIX secolo). Fedele è uno dei principali artisti attivi a Napoli nella seconda metà del Settecento, la sua cultura figurativa trae origine dalla memoria solimeniana, ma le opere rivelano anche una manifesta adesione al classicismo romano. La sua fortuna critica deriva principalmente dalle opere a fresco, eseguite in chiese e residenze napoletane, ricordiamo brevemente quelle di Palazzo Maddaloni, Palazzo Casacalenda, Palazzo Doria d'Angri (1784) e Palazzo Cellamare (1789ca.), ma la commissione più importante è la decorazione d'alcuni ambienti della Reggia di Caserta (1778 - 1781), dove il maestro approda grazie alla diretta segnalazione di Luigi Vanvitelli (Spinosa, 1988, p. 137, n. 212), ma detto ciò, non dobbiamo dimenticare le complesse modalità progettuali dell'architetto per quanto riguarda le decorazioni a fresco a cui sovrintendeva personalmente, richiedendo agli autori studi e bozzetti dettagliati per ogni singolo brano. Il bozzetto qui presentato esprime al meglio la felicità inventiva del pittore, che si qualifica quale raffinato illustratore, aulico, e in sereno equilibrio tra la tradizione rococò e il classicismo. I caratteri di stile suggeriscono una datazione matura, in analogia con gli affreschi eseguiti nel Palazzo Caracciolo di Torella a Napoli, che Spinosa colloca dopo il 1780. A questo proposito è opportuno osservare Allegoria della Primavera (Spinosa, 1988, p. 140, n. 215), in cui le figure trovano un preciso corrispettivo disegnativo e strutturale, il medesimo che riscontriamo nelle iconografie allestite per la Reggia di Caserta. Detto ciò, si deve condividere il giudizio in parte negativo della critica, che osserva quanto sia stancamente ripetitivo il formulario in uso dal pittore, che non porta a compimento l'evoluzione in senso neoclassico della sua arte, ma è altrettanto necessario intendere che il Fedele e Alessandro Fischetti appartengono per età e formazione all'antico regime e ne interpretano al meglio lo spirito di leggera e delicata giovialità, aspetti di un'arte che si esaurisce con l'età dei lumi e i movimenti rivoluzionari che culmineranno nel 1789, che guarda caso è l'anno di morte del più anziano maestro.
Ringraziamo Vincenzo Pacelli che ha confermato l'attribuzione dell'opera

Bibliografia di riferimento:

N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento, dal Rococò al Classicismo, vol. II, Napoli 1988, pp. 59 - 60.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
3
PITTORE FIAMMINGO DEL XVII-XVIII SECOLO
Natura morta con insetti
Tempera su tavola, cm 11X13
La tavola riprende un tema iconografico di straordinario successo, inaugurato da Jan van Kessel il Vecchio (1626-1679). Una simile composizione si trovava già in Collezione Böhler a Lucerna (1948) e in seguito alla Schaeffer Gallery di Ney York (1950). É interessante notare come in questa dettagliata descrizione entomologa vi siano diverse specie di insetti d'origine extraeuropea, a sottolineare la particolare e variegata cultura dell'artista e la sua attività di illustratore scientifico. Detto ciò, l'opera è di notevole piacevolezza e partecipe di quel filone collezionistico da gabinetto delle meraviglie tipico dell'età barocca.
ESTIMATE € 1.000 - 1.200
13
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Paesaggio con rovine classiche e figure
Olio su tela, cm 64X49
Presenta una notevole eleganza questo paesaggio ideale con tempio classico in rovina, che per gusto e stesura pittorica rammenta le opere romane di Jean-Honoré Fragonard (Grasse, 1732 - Parigi, 1806) e Hubert Robert(Parigi,1733 - 1808). I due artisti, come sappiamo, soggiornarono nella città eterna vivendo il loro periodo più intenso per l'originalità e la qualità delle composizioni, prevalentemente orientate a descrivere vedute e scorci delle vestigia classiche, esprimendo altresì una fantasiosa vena creativa di notevole modernità. L'idea del 'capriccio' quale genere pittorico, nelle loro opere, e in modo particolare in Robert, sembra travalicare il classicismo settecentesco di memoria panniniana per giungere a esiti pre-impressionisti. L'opera qui presentate aderisce a questo indirizzo di gusto, per morbidezza atmosferica, ricchezza di mezzi toni e di sfumature, raggiungendo ragguardevoli esiti decorativi.

Bibliografia di riferimento:

'J.H. Fragonard e Hubert Robert a Roma', catalogo della mostra a cura di J.P. Cuzin, P. Rosemberg e C. Boulot, Roma 1990
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
21
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Scena biblica
Olio su tela, cm 65X84
Il modello illustrativo e lo stile rammentano le opere di Giulio Carpioni, tuttavia la qualità e la datazione suggeriscono una diversa idea attributiva e spingono ad indagare l'ambito degli allievi e seguaci che attingeranno al repertorio carpionesco: per esempio i poco noti Cristoforo Menarola, Giovanni Cozza, il Cittadella e più tardi, fino al medio Settecento, Costantino Pasqualotto ed Antonio de' Pieri. Da qui, in più largo raggio, influssi capaci di corroborare la vena 'veristica' e 'grottesca' degli stessi Marinali, specie del maggiore Orazio, abitante poco lontano dal Carpioni, in contrada di S. Chiara (L. Puppi, 'Nuovi documenti sui Marinali', in 'Atti dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti', CXXV [1967], pp. 197-198).
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
48
PITTORE ROMANO DEL XVIII SECOLO
Maddalena
Olio su tela, cm 64,5X48,5
La tela appare un elegante esempio di pittura barocca e dell'arte di Francesco Trevisani (Capodistria, 1656 - Roma, 1746) e prossima per stile e tecnica alla Maddalena conservata al Museo Puskin, considerato da Vittoria Markova un elegante esempio da collocare alla maturità dell'artista, attorno al secondo decennio e confrontabile con le tele eseguite per i conti Schönborn a Pommersfelden.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
79
GIOVANNI CARNOVALI detto IL PICCIO
(Montegrino Valtravaglia, 1804 - Coltaro, 1873)
Sacra Famiglia
Olio su tela, cm 30X25
L'opera è raffinata, luminosa, esprime una bellissima struttura disegnativa e una datazione al quarto-quinto decennio del XIX secolo, a discapito di un gusto proteiforme e memore degli eleganti esempi barocchi, sino a toccare delicatezze cinquecentesche. Giovanni Carnovali, nato a Montegrino Valtravaglia in provincia di Varese da una famiglia di umili origini, autodidatta di gusto romantico e maestro del colorire, da prova del proprio talento dando vita, seguendo una tradizione iconografica ben precisa, a una modernità pittorica priva di insipidezza. Caratteristica della sua arte sono le tonalità trasparenti e vive, che tradiscono altresì le influenze della scuola veneta settecentesca. Le pennellate sciolte e liquide compongono il lessico di una straordinaria sintesi realistica, capace d'evocare immagini di notevole eleganza formale, eleggendo il Piccio tra gli artisti più significativi dell'Ottocento italiano, forse il migliore interprete di un'arte che consentirà di aprire la via alla Scapigliatura e al Divisionismo. Anche per questo durante la sua carriera il Carnovali non fu sempre capito, spesso considerato eccessivamente retrò per il suo 'classicismo', o incomprensibilmente anticonformista. La sua produzione trascrive una profonda cultura, che raccoglie la tradizione rinascimentale italiana sino alle moderne istanze europee Eugène Delacroix.

Bibliografia di riferimento:
P.De Vecchi, Giovanni Carnovali detto il Piccio Catalogo Ragionato , Milano 1998
ESTIMATE € 1.000 - 1.200
78
PITTORE DELL'ITALIA CENTRALE ATTIVO NEL XVII SECOLO
Figura di Santa
Olio su tela, cm 68X51
Il dipinto presenta una morbidezza di stesura e una buona qualità di pigmento e, dal punto di vista stilistico, tradisce l'origine centro-italiana del suo autore. L'ipotesi di riconoscere la mano di Cristoforo Roncalli (Pomarance Pisa 1552 - Roma 1626) è certamente da prendere in considerazione, in modo particolare se confrontiamo i lineamenti del volto con quelli della grande tela conservata presso il Santuario di Santa Caterina a Siena e raffigurante Santa Caterina che riceve la comunione. Un ulteriore spunto di raffronto lo troviamo osservando gli olii su stucco che decorano la volta della terza cappella a sinistra della Chiesa a Nuova a Roma, con le immagini di Santa Caterina, Cecilia e Caterina d'Alessandria, di cui conosciamo due studi grafici appartenenti al Gabinetto dei Disegni e Stampe a Firenze.

Bibliografia di riferimento:
I. Chiappini di Sorio, Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo, il Seicento I,Bergamo, 1983, nn. 128/60, 121/49.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
94
PITTORE EMILIANO DEL XVII SECOLO
Paesaggio con battesimo di Cristo
Olio su tela, cm 32X44
La forma arrotondata della composizione suggerisce che l'opera sia uno studio per una lunetta o una tela centinata, mentre l'analisi dello stile conduce a riconoscerne l'autore in un artista attivo durante i primi anni del XVII secolo e partecipe del gusto paesistico di matrice bolognese divulgato a Roma grazie a Annibale Carracci e Domenico Zampieri.
In questa sede, sia pur con la dovuta prudenza, si attribuisce l'opera ad Antonio Carracci (Venezia, 1583? - Roma, 1618), probabile figlio naturale di Agostino e in seguito partecipe della bottega romana di Annibale.

Bibliografia di riferimento:
M. Pirondini, Antonio Carracci, Brescia 2007
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
98
FRANCESCO GRAZIANI
(attivo a Napoli e a Roma nella seconda metà del XVII secolo)
Scena di battaglia
Olio su rame, cm 21X16
Questa bellissima scena militare tradizionalmente riferita a Francesco Graziani detto Ciccio Napoletano conferma la sua attribuzione alla visione diretta. Il carattere decorativo, il fascino desunto dalle opere del Borgognone e Salvator Rosa è qui stemperato da una sensibilità illustrativa che trova ancora nelle tele del primo naturalismo un punto di contatto evidente. Nondimeno, la stesura nella sua velocità di svolgimento e sensibilità atmosferica, oltre a suggerire la loro piena appartenenza all'età barocca, indica una data d'esecuzione che si avvia al XVIII Secolo. Detto ciò, il carattere generale presenta quella sintesi di tocchi rapidi e vigorosi perfettamente riconducibile catalogo del Graziani, che compone le sue scene con movimenti affollati dove i personaggi sono delineati con un tratto rapido, nervoso, quasi arricciato, rinvigorito da efficaci tocchi luministici.
Bibliografia di riferimento:
G. Sestieri, I Pittori di Battaglie, Roma 1999, pp. 360 - 371
ESTIMATE € 1.000 - 1.500