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MARCO RICCI
MARCO RICCI
(Belluno, 1676 - Venezia, 1730)
Nevicata
Olio su tela, cm 54X73
L'opera presenta una ragguardevole qualità pittorica e partecipa alla tradizione illustrativa settecentesca che si dimostra aperta e sensibile al mondo della natura nelle sue diverse realtà atmosferiche. Nipote di Sebastiano Ricci, con il quale collaborò, Marco fu uno dei più importanti protagonisti del paesismo veneto, a sua volta formatosi sui modelli non solo della propria tradizione familiare e culturale, ma altresì sugli esempi nordici di Johann Anton Eismann e specialmente di Pieter Mulier detto il Tempesta, ma altrettanto decisiva alla sua evoluzione artistica fu la poetica di Alessandro Magnasco, dal quale acquisì la pennellata rapida e sciolta. L'immagine descrive una veduta invernale, con un lago ghiacciato, montagne imbiancate, rustiche case avvolte dal gelo e figure velocemente tratteggiate a macchie di colore; caratteristiche che trovano analogia con le tempere già appartenenti alla collezione di George Proctor a Langlay Park a Norfolk (1742) che databili tra il secondo e il terzo decennio offrono un utile riscontro cronologico alla tela in esame. La presenza della torre cilindrica e dell'uomo che esce dall'acqua sono altresì aspetti coincidenti e trovano un ulteriore riferimento a un disegno conservato a Windsor. Un successivo utile confronto si ha nel 'Paesaggio invernale a Ponte nelle Alpi' (Scarpa, p. 134, n. 96), a sua volta prossimo a 'Inverno' già di Collezione Dal Zotto (Scarpa, fig. 44.cat. 93), in cui la tematica invernale diviene il pretesto per sperimentare un uso del colore in chiave atmosferica (fig. 1).
Bibliografia di riferimento:
A. Scarpa Sonino, Marco Ricci, Milano, 1991, fig. 212, cat. T14; fig. 213, cat.T113, fig. 214, cat.96
Marco Ricci e il Paesaggio Veneto del Settecento, a cura di Dario Succi e Annalia Delneri, Milano, 1993, nn. 20, 21
Nevicata
Olio su tela, cm 54X73
L'opera presenta una ragguardevole qualità pittorica e partecipa alla tradizione illustrativa settecentesca che si dimostra aperta e sensibile al mondo della natura nelle sue diverse realtà atmosferiche. Nipote di Sebastiano Ricci, con il quale collaborò, Marco fu uno dei più importanti protagonisti del paesismo veneto, a sua volta formatosi sui modelli non solo della propria tradizione familiare e culturale, ma altresì sugli esempi nordici di Johann Anton Eismann e specialmente di Pieter Mulier detto il Tempesta, ma altrettanto decisiva alla sua evoluzione artistica fu la poetica di Alessandro Magnasco, dal quale acquisì la pennellata rapida e sciolta. L'immagine descrive una veduta invernale, con un lago ghiacciato, montagne imbiancate, rustiche case avvolte dal gelo e figure velocemente tratteggiate a macchie di colore; caratteristiche che trovano analogia con le tempere già appartenenti alla collezione di George Proctor a Langlay Park a Norfolk (1742) che databili tra il secondo e il terzo decennio offrono un utile riscontro cronologico alla tela in esame. La presenza della torre cilindrica e dell'uomo che esce dall'acqua sono altresì aspetti coincidenti e trovano un ulteriore riferimento a un disegno conservato a Windsor. Un successivo utile confronto si ha nel 'Paesaggio invernale a Ponte nelle Alpi' (Scarpa, p. 134, n. 96), a sua volta prossimo a 'Inverno' già di Collezione Dal Zotto (Scarpa, fig. 44.cat. 93), in cui la tematica invernale diviene il pretesto per sperimentare un uso del colore in chiave atmosferica (fig. 1).
Bibliografia di riferimento:
A. Scarpa Sonino, Marco Ricci, Milano, 1991, fig. 212, cat. T14; fig. 213, cat.T113, fig. 214, cat.96
Marco Ricci e il Paesaggio Veneto del Settecento, a cura di Dario Succi e Annalia Delneri, Milano, 1993, nn. 20, 21
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