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PITTORE DEL XVII SECOLO
PITTORE DEL XVII SECOLO
Paesaggio con episodio di brigantinaggio
Olio su tela, cm 137X118
La coppia di paesaggi qui presentati mostrano i caratteri tipici del paesismo fiammingo italianizzante sviluppatosi attorno alla prima metà del XVII Secolo e particolarmente condizionato dalle composizioni di Pietro Paolo Rubens, Agostino Tassi, Filippo Napoletano e dall'arte espressa in tal senso a Roma. La stesura pittorica ricca di velature, i sapienti controluce e la conformazione prospettica ricordano, infatti, le opere di questi artisti, che rivoluzionarono il genere grazie all'ascendente neoveneto e fiammingo; tuttavia alcune peculiarità , specialmente dei brani figurati, rammentano lo stile dei fratelli de Wael, in modo particolare di Luca, e non è un caso che recassero l'attribuzione alla scuola genovese. Luca de Wael si formò presso la bottega paterna insieme al fratello Cornelio e tra il primo e il secondo decennio del Seicento i due giovani intrapresero il viaggio d'istruzione in Italia, raggiungendo Roma per poi trasferirsi a Genova attorno al 1619, come attesta un documento contrattuale d'affitto. La loro abitazione fu una vera e propria base logistica per i moltissimi artisti fiamminghi che raggiungevano la penisola: si ricorda primo fra tutti Antoon van Dyck, che nel 1621 trovò ospitalità presso i suoi connazionali. Cornelio visse stabilmente a Genova, nel 1630, Luca invece, trascorse gran parte della sua carriera italiana a Roma prima di tornare in patria nel 1628, dedicandosi al genere del paesaggio e della veduta esprimendo un lessico bambocciante. Analizzando le piccole figure, la peculiare stesura che le caratterizza e la costruzione scenica, attenta a descrivere la natura con sentita partecipazione, si possono cogliere i tratti distintivi dell'artista e misurare con precisione l'alta qualità delle opere, che esprimono un registro cromatico delicato, giocato sulle infinite varietà di verdi e bruni, scorci scenografici ma senza tralasciare di descrivere con nordica sensibilità i dettagli.
Bibliografia di riferimento:
A. Orlando, Luca De Wael, in La pittura di Paesaggio in Italia. Il Seicento, a cura di L. Trezzani, Milano 2004, pp. 378- 380, con bibliografia precedente.
Olio su tela, cm 137X118
La coppia di paesaggi qui presentati mostrano i caratteri tipici del paesismo fiammingo italianizzante sviluppatosi attorno alla prima metà del XVII Secolo e particolarmente condizionato dalle composizioni di Pietro Paolo Rubens, Agostino Tassi, Filippo Napoletano e dall'arte espressa in tal senso a Roma. La stesura pittorica ricca di velature, i sapienti controluce e la conformazione prospettica ricordano, infatti, le opere di questi artisti, che rivoluzionarono il genere grazie all'ascendente neoveneto e fiammingo; tuttavia alcune peculiarità , specialmente dei brani figurati, rammentano lo stile dei fratelli de Wael, in modo particolare di Luca, e non è un caso che recassero l'attribuzione alla scuola genovese. Luca de Wael si formò presso la bottega paterna insieme al fratello Cornelio e tra il primo e il secondo decennio del Seicento i due giovani intrapresero il viaggio d'istruzione in Italia, raggiungendo Roma per poi trasferirsi a Genova attorno al 1619, come attesta un documento contrattuale d'affitto. La loro abitazione fu una vera e propria base logistica per i moltissimi artisti fiamminghi che raggiungevano la penisola: si ricorda primo fra tutti Antoon van Dyck, che nel 1621 trovò ospitalità presso i suoi connazionali. Cornelio visse stabilmente a Genova, nel 1630, Luca invece, trascorse gran parte della sua carriera italiana a Roma prima di tornare in patria nel 1628, dedicandosi al genere del paesaggio e della veduta esprimendo un lessico bambocciante. Analizzando le piccole figure, la peculiare stesura che le caratterizza e la costruzione scenica, attenta a descrivere la natura con sentita partecipazione, si possono cogliere i tratti distintivi dell'artista e misurare con precisione l'alta qualità delle opere, che esprimono un registro cromatico delicato, giocato sulle infinite varietà di verdi e bruni, scorci scenografici ma senza tralasciare di descrivere con nordica sensibilità i dettagli.
Bibliografia di riferimento:
A. Orlando, Luca De Wael, in La pittura di Paesaggio in Italia. Il Seicento, a cura di L. Trezzani, Milano 2004, pp. 378- 380, con bibliografia precedente.
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