50
REMBRANDT HARMENSZ VAN RIJN (Seguace di)
(Leida, 1606 - Amsterdam, 1669)
Ritratto di gabelliere
Olio su tela, cm 69X56
Fin dall'antichità la figura dell'avaro fu oggetto di grande interesse da parte di scrittori e poeti, diventando tema di scherno, ma anche di ammonimento morale o in alcuni casi, quale immagine evangelica dell'apostolo Matteo. Nell'opera qui proposta, in cui il pittore sembra in un certo qual modo volersi richiamare alla grande tradizione caravaggesca e rembrandtiana, il protagonista è rappresentato nell'atto di dedicarsi alla propria occupazione preferita: contare il denaro, oggetto del proprio godimento e custodito in una scatola lignea platealmente trattenuta con la mano.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
59
PITTORE EMILIANO DEL XVII-XVIII SECOLO
Madonna con il Bambino e Sant'Antonio
Olio su tela, cm 76X102
Il dipinto reca un'attribuzione di Giuseppe Fiocco a Jean Boulanger (Troyes 1606 circa - Modena 1660), pittore Francese attivo a Modena presso la corte estense e noto per le decorazioni a fresco eseguite in diversi ambienti della Reggia: la Camera della Fede Maritale, il Camerino dell'Innocenza, la Camera dei Venti e la Camera di Giove.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
102
VINCENZO MARTINELLI (Bottega di)
(Bologna, 1737 - 1807)
Paesaggio campestre con fiume e figure
Paesaggio lacustre con pescatori
Olio su tela, cm 45,5X62 (2)
Genericamente riferiti alla scuola veneta, i paesaggi in esame trovano analogie stilistiche e morfologiche con la produzione di Vincenzo Martinelli, erede del 'temperismo bolognese' e dedito principalmente a descrivere paesaggi dal carattere bucolico e arcadico.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
114
PITTORE VENETO DEL XVIII SECOLO
San Gerolamo
Olio su tela, cm 59X74
La tela raffigura San Girolamo penitente, il carattere iconografico è tradizionale e atto a esprimere con sentito naturalismo l'immagine dell'anziano anacoreta. I caratteri di stile e scrittura rispondono a una cronologia d'inizio Settecento e suggeriscono l'attribuzione a un artista di scuola veneta prossimo nei suoi esiti al fare pittorico di Sebastiano Ricci (Belluno, 1659 - Venezia, 1734). Se così fosse si tratterebbe di un'opera ancor giovanile o riferibile alla prima maturità, tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII Secolo , come si osserva nel San Girolamo di collezione Cellini a Roma e quello di collezione Ferruzzi, entrambi databili entro il primo decennio del 700 (Scarpa, p. 320, n. 504).

Bibliografia di riferimento:
A. Scarpa, Sebastiano Ricci, Milano 2006
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
133
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Santa Cecilia
Olio su tela, cm 22X28
Questa piccola tela esprime una felicità di stesura sorprendente, che rammenta gli aulici modelli della maniera e dell'età barocca, mentre i caratteri tecnici inducono a collocarne cronologicamente l'esecuzione alla seconda metà del XVIII Secolo. La straordinaria qualità, percepibile osservando i panneggi cangianti, la delicatezza del viso, l'eleganza del disegno e delle scelte cromatiche, è il chiaro indizio di trovarci al cospetto di una mano felicissima e non di un semplice dilettante.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
135
ANGELO MARIA ROSSI
(Attivo in Lombardia verso la metà del XVII secolo)
Natura morta con pere mandorla e susine
Natura morta con funghi corbezzoli e fichi d'india
Olio su tela, cm 27X37 (2)
La critica ha solo recentemente identificato la realtà anagrafica del cosiddetto 'Pittore di Carlo Torre', noto sotto il nome di Pseudo Fardella (Cfr. L. Salerno, La natura morta italiana, Roma 1984, pp. 280- 281). La scoperta da parte di Alberto Crispo di un monogramma (A. M. R) su una tela ha permesso di identificare l'artista in Angelo Maria Rossi, documentato in Lombardia attorno alla metà del XVII Secolo (Cfr. G. Cirillo, Angelo Maria Rossi alias 'Pittore di Carlo Torre', in 'Parma per l'arte', 2003, pp. 77 - 80). Al Rossi va dunque attribuita questa elegante serie di nature morte in cui l'ambientazione crepuscolare, la luminosità che si accende accentuando le cromie dalle profonde tonalità, appartengono al fare pittorico peculiare dell'artista, che par gareggiare con i migliori esempi di natura in posa caravaggesca d'area meridionale. Lo stile trova altresì strette affinità con la tela pubblicata da Giuseppe Cirillo ed esposta alla mostra dedicata alla Natura morta nell'Italia settentrionale (pp. 156-157, n. 47), in cui si riscontrano i medesimi contrasti luminosi di retaggio caravaggesco, uniti a una stesura morbida, fibrosa e densa di pasta pittorica (fig.1), caratteristiche suggerenti una datazione attorno alla metà del secolo indicando un punto fermo conologico per le tele qui presentate.

Bibliografia di riferimento:
G. Cirillo, G. Godi, Le Nature morte del 'pittore di Carlo Torre' (Pseudo Fardella) nella Lombardia del secondo Seicento, Parma, 1996
G. Cirillo, in La Natura morta nell'Italia settentrionale dal XVI al XVII secolo, catalogo della mostra a cura di Giovanni Godi, Milano 2000, pp. 156 - 161
Ringraziamo Alberto Cottino per l'attribuzione
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
136
ANGELO MARIA ROSSI
(Attivo in Lombardia verso la metà del XVII secolo)
Natura morta con zucche e uva
Natura morta con funghi, fichi, susine e mela
Olio su tela, cm 27X37 (2)
Questa seconda coppia di tele esprime la medesima qualità estetica delle precedenti e la corposità delle zucche permette di cogliere lo straordinario talento del pittore nel costruire i volumi attraverso la luce, i contrapposti cromatici e dense ombre che evocano la spazialità scenica. A queste proposito dobbiamo un accenno anche alle ragguardevoli condizioni di conservazione, riscontrabili osservando il tessuto pittorico con i suoi spessori, le lumeggiature a biacca e le seriche velature che permettono una ragguardevole godibilità estetica.

Bibliografia di riferimento:
G. Cirillo, G. Godi, Le Nature morte del 'pittore di Carlo Torre' (Pseudo Fardella) nella Lombardia del secondo Seicento, Parma, 1996
G. cirillo, in La Natura morta nell'Italia settentrionale dal XVI al XVII secolo, catalogo della mostra a cura di Giovanni Godi, Milano 2000, pp. 156 - 161.

Ringraziamo Alberto Cottino per l'attribuzione.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
139
PITTORE DEL XVII-XVIII SECOLO
Madonna con il Bambino
Olio su tela, cm 80X60
E' commovente questa immagine raffigurante il piccolo Gesù placidamente addormentato sul grembo della Madre che guarda in basso con tranquillità. La composizione emana una quiete di memoria rinascimentale, tuttavia meno aulica e solenne, descrivendo una scena dal carattere domestico, quotidiano, con sentito naturalismo e al contempo una chiara sensibilità classicistica. Queste caratteristiche evocano gli esempi di Giovanni Battista Salvi detto 'il Sassoferrato' (Sassoferrato, 1609 - Roma, 1685), le sue dolci Madonne di memoria raffaellesca, ma anche le eleganti creazioni di Gian Domenico Cerrini (Perugia, 1609 - Roma, 1681) e il suo guardare ai migliori esempi emiliani e reniani in particolare. Indizi che fanno supporre l'origine romana dell'autore e una cronologia al tardo seicento.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
142
PIETRO RIZZOLI detto GIAMPIETRINO (Seguace di)
Madonna con il Bimbo
Olio su tavola, cm 68X52
Il disegno e l'iconografia di quest'opera parlano senza dubbio il linguaggio appreso dalla prolifica bottega di Giampietrino, avendo quale prototipo la Vergine col Bimbo del polittico del Museo Bagatti Valsecchi a Milano (P. C. Marani in Museo Bagatti Valsecchi, Milano 2003, pp. 271-276). Nella nostra tavola ritornano altresì i peculiari panneggi delle vesti che ricadono sovrabbondanti e il fondale ornato da una tenda color malachite.

Bibliografia di riferimento:
P. C. Marani, Giovan Pietro Rizzoli detto il Giampietrino, in I Leonardeschi. L'eredità di Leonardo in Lombardia, Milano 1998, pp. 275 - 300, fig. 187
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
145
PHILIPP PETER ROOS, detto ROSA DA TIVOLI
(Francoforte sul Meno, 1655 o 1657 - Roma, 1706)
Paesaggio pastorale
Olio su tela, cm 72X98
Figlio del pittore Johann Heinrich Roos, Philipp Peter Roos, conosciuto anche come Rosa da Tivoli, giunse in Italia nel 1677 e vi trascorrerà tutta la vita. Dopo l'apprendistato con Giacinto Brandi di cui sposerà la figlia Maria Isabella nel 1681, si dedicherà a dipingere la campagna laziale. Trasferitosi a Tivoli, da cui il toponomastico soprannome, si specializzò in paesaggi arcadici, descrivendo in modo particolare animali. Non è stato ancora affrontato uno studio complessivo sulla sua vasta produzione, ma è indubbia la ragguardevole fortuna critica e commerciale che raggiunse, tanto che le sue opere erano collezionate in tutta Europa. Detto ciò, è indiscutibile la peculiarità estetica del dipinto in esame, che offre un utile metro qualitativo per distinguerlo dai prodotti della prolifica bottega, misurandosi con gli autografi conservati in Palazzo Doria Pamphili a Roma, quelli presenti al Museo dell'Hermitage, il Paul Getty Museum di Los Angeles e infine al Castello Sforzesco.

A. G. De Marchi, in Museo d'Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano,Milano 2001, V, pp. 291-292.
ESTIMATE € 2.000 - 3.000