79
GIOVANNI CARNOVALI detto IL PICCIO
(Montegrino Valtravaglia, 1804 - Coltaro, 1873)
Sacra Famiglia
Olio su tela, cm 30X25
L'opera è raffinata, luminosa, esprime una bellissima struttura disegnativa e una datazione al quarto-quinto decennio del XIX secolo, a discapito di un gusto proteiforme e memore degli eleganti esempi barocchi, sino a toccare delicatezze cinquecentesche. Giovanni Carnovali, nato a Montegrino Valtravaglia in provincia di Varese da una famiglia di umili origini, autodidatta di gusto romantico e maestro del colorire, da prova del proprio talento dando vita, seguendo una tradizione iconografica ben precisa, a una modernità pittorica priva di insipidezza. Caratteristica della sua arte sono le tonalità trasparenti e vive, che tradiscono altresì le influenze della scuola veneta settecentesca. Le pennellate sciolte e liquide compongono il lessico di una straordinaria sintesi realistica, capace d'evocare immagini di notevole eleganza formale, eleggendo il Piccio tra gli artisti più significativi dell'Ottocento italiano, forse il migliore interprete di un'arte che consentirà di aprire la via alla Scapigliatura e al Divisionismo. Anche per questo durante la sua carriera il Carnovali non fu sempre capito, spesso considerato eccessivamente retrò per il suo 'classicismo', o incomprensibilmente anticonformista. La sua produzione trascrive una profonda cultura, che raccoglie la tradizione rinascimentale italiana sino alle moderne istanze europee Eugène Delacroix.

Bibliografia di riferimento:
P.De Vecchi, Giovanni Carnovali detto il Piccio Catalogo Ragionato , Milano 1998
ESTIMATE € 1.000 - 1.200
78
PITTORE DELL'ITALIA CENTRALE ATTIVO NEL XVII SECOLO
Figura di Santa
Olio su tela, cm 68X51
Il dipinto presenta una morbidezza di stesura e una buona qualità di pigmento e, dal punto di vista stilistico, tradisce l'origine centro-italiana del suo autore. L'ipotesi di riconoscere la mano di Cristoforo Roncalli (Pomarance Pisa 1552 - Roma 1626) è certamente da prendere in considerazione, in modo particolare se confrontiamo i lineamenti del volto con quelli della grande tela conservata presso il Santuario di Santa Caterina a Siena e raffigurante Santa Caterina che riceve la comunione. Un ulteriore spunto di raffronto lo troviamo osservando gli olii su stucco che decorano la volta della terza cappella a sinistra della Chiesa a Nuova a Roma, con le immagini di Santa Caterina, Cecilia e Caterina d'Alessandria, di cui conosciamo due studi grafici appartenenti al Gabinetto dei Disegni e Stampe a Firenze.

Bibliografia di riferimento:
I. Chiappini di Sorio, Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo, il Seicento I,Bergamo, 1983, nn. 128/60, 121/49.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
94
PITTORE EMILIANO DEL XVII SECOLO
Paesaggio con battesimo di Cristo
Olio su tela, cm 32X44
La forma arrotondata della composizione suggerisce che l'opera sia uno studio per una lunetta o una tela centinata, mentre l'analisi dello stile conduce a riconoscerne l'autore in un artista attivo durante i primi anni del XVII secolo e partecipe del gusto paesistico di matrice bolognese divulgato a Roma grazie a Annibale Carracci e Domenico Zampieri.
In questa sede, sia pur con la dovuta prudenza, si attribuisce l'opera ad Antonio Carracci (Venezia, 1583? - Roma, 1618), probabile figlio naturale di Agostino e in seguito partecipe della bottega romana di Annibale.

Bibliografia di riferimento:
M. Pirondini, Antonio Carracci, Brescia 2007
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
98
FRANCESCO GRAZIANI
(attivo a Napoli e a Roma nella seconda metà del XVII secolo)
Scena di battaglia
Olio su rame, cm 21X16
Questa bellissima scena militare tradizionalmente riferita a Francesco Graziani detto Ciccio Napoletano conferma la sua attribuzione alla visione diretta. Il carattere decorativo, il fascino desunto dalle opere del Borgognone e Salvator Rosa è qui stemperato da una sensibilità illustrativa che trova ancora nelle tele del primo naturalismo un punto di contatto evidente. Nondimeno, la stesura nella sua velocità di svolgimento e sensibilità atmosferica, oltre a suggerire la loro piena appartenenza all'età barocca, indica una data d'esecuzione che si avvia al XVIII Secolo. Detto ciò, il carattere generale presenta quella sintesi di tocchi rapidi e vigorosi perfettamente riconducibile catalogo del Graziani, che compone le sue scene con movimenti affollati dove i personaggi sono delineati con un tratto rapido, nervoso, quasi arricciato, rinvigorito da efficaci tocchi luministici.
Bibliografia di riferimento:
G. Sestieri, I Pittori di Battaglie, Roma 1999, pp. 360 - 371
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
101
GIOVANNINO DA CAPUGNANO
(Attivo in Eimilia tra il XVI e il XVII Secolo)
Autoritratto
Olio su tela su cartone ovale, cm 22X22

Provenienza:
Collezione Molinari Pradelli ?
Giovannino da Capugnano detto il 'Pittoraccio', vissuto a Capugnano e Bologna tra XVI e XVII secolo fu un artista che si considerò umile servitore dei Carracci, riscuotendo nella sua epoca un grande successo. La sua è una pittura solo apparentemente di 'Stramberie', quella che realizza con abilità d'altri tempi sono figure prive di proporzioni e che sprigionano la loro essenza segreta. Descrive prevalentemente uccelli, case, paesaggi, allusioni evidenti al mondo contadino della sua terra e dei suoi abitanti con una sensibilità che scaturisce da un sagace spirito naturalistico. Con la medesima coerenza nel suo autoritratto il pittore descrive se stesso e la sua opera, un paesaggio di campagna, un cielo solcato da uccelli insoliti, il sole dalle sembianze umane e la luna, un paesaggio che nulla ha di realistico ma riassume e traduce una dimensione ancestrale.

Bibliografia di riferimento:
Vite dei pittori ed artefici Bolognesi scritte dal March Antonio Bolognini Amorini, Fonderia e tipografia governativa, Bologna 1843, pp. 67 - 70
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
126
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Coppia di paesaggi
Olio su rame, cm 18,5X23,5 (2)
Già attribuiti al pittore Antonio Joli, questi due deliziosi paesaggi a olio su rame si assegnano a un anonimo artista settecentesco. L'assenza di precisi confronti e riferimenti inducono a una dovuta prudenza attributiva, tuttavia non si desidera sminuire la valenza pittorica dei dipinti, che esprimono bensì una sincera qualità d'esecuzione ravvisabile non solo osservando la luminosità e la cadenza prospettica, ma anche la coscienziosa stesura.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
143
PITTORE TOSCANO DEL XVII SECOLO
Madonna con il Bimbo e San Giovannino
Olio su tela, cm 90X72
Il dipinto propone un modello illustrativo desunto da Andrea del Sarto (Firenze, 1486 - 1530), realizzato nel 1518 e oggi conservato alla Wallace Collection di Londra. Si tratta di una composizione più volte replicata dall'artista e dai suoi seguaci. Tra le copie più note ricordiamo quella Farnese conservata al Museo Nazionale di Capodimonte.

Bibliografia di riferimento:
J. Ingamells, The Wallace Collection, catalogue of pictures, I, London 1985, pp. 332 - 337, P9, con bibliografia precedente ed elenco delle copie.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
153
PITTORE ROMANO DEL XVII SECOLO
Ritratto di Francesco Borromini
Olio su tela, cm 48,5X38,5
I caratteri romani della pittura e il tradizionale riferimento a Francesco Borromini (Bissone, 1599 - Roma, 1667) per l'effigiato, suggeriscono l'origine romana dell'autore, plausibilmente eseguito da un collaboratore del famoso architetto.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
4
PITTORE DEL XVII SECOLO
Vaso fiorito
Olio su tela, cm 75X60
Il rigoglioso vaso fiorito costituito da tulipani, rose, anemoni, lilium e iris esprime una cultura pittorica barocca e una rilevante qualità d'esecuzione. Il confronto stilistico più appropriato è con le opere di Mario Nuzzi (Roma, 1603-1673) e in modo particolare con le creazioni riferibili alla giovinezza e prima maturità dell'artista, attorno agli anni 1635-1640, quando ancor forte è l'influenza dettata dalle opere di Tommaso Salini. I marcati contrasti chiaroscurali e la precisa descrizione delle singole essenze inserite nel vaso di vetro evidenziano una peculiare elaborazione degli archetipi di cultura caravaggesca a partire dalla caraffa di fiori menzionata dal Bellori. La superficie trasparente del recipiente e dell'acqua consentono altresì di osservare i gambi deformati con un virtuosistico gioco di riflessi generati dalla luce che attraversa il vetro ed illumina la composizione che si staglia sullo sfondo ocra, mentre le ombre riportate sul piano di pietra grezza accentuano l'illusione della profondità.
ESTIMATE € 1.200 - 1.500
14
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Rovine classiche con figure e vaso monumentale
Olio su tela, cm 51X78
La struttura compositiva viene utilizzata con varianti verso il 1740 da Giovan Paolo Pannini in un dipinto di collezione privata inglese pubblicato da Francesco Arisi nella monografia dedicata al maestro (F. Arisi, 'Gian Paolo Pannini', Piacenza 1961, p. 166, n. 149, fig. 197). In questo caso però, il dipinto esprime una stesura che suggerisce senza dubbio l'attribuzione a Giovanni Ghisolfi (Milano, 1623 - 1683). Il Ghisolfi fu indubbiamente il principale ispiratore del Pannini e importantissimo antesignano di un genere pittorico che solo nel XVIII secolo conseguirà una fortuna illustrativa straordinaria. Detto ciò, si evidenzia la distanza qualitativa tra il dipinto in esame e le innumerevoli tele che attraversano il mercato antiquario, che sono in gran parte da ricondurre senza appello all'ambito delle copie. Il distinguo appare evidente osservando la bellezza della stesura, del tessuto pittorico, con le sue profondità e le accensioni di lume, di tono e precisione disegnativa. Ghisolfi, ricordiamolo, è nato a Milano, si formò nell'ambito familiare e si trasferì a Roma intorno al 1650, beneficiando della lezione cortonesca e soprattutto del periodo trascorso in collaborazione con Salvator Rosa, dedicandosi a dipingere paesaggi e vedute architettoniche. Questa propensione paesistica e archeologica rivelò presto un'intima vena classicista, contrassegnata da eleganti equilibri compositivi che, non lo si ripeterà mai abbastanza, costituiranno un precedente essenziale per il Panini. Tipica del suo stile è altresì la modalità con cui costruisce le sequenze prospettiche, trattando lo sfondo con una cromia chiara e leggera, quasi argentea, mentre i brani d'architettura sono delineati con pennellate accurate e precise, forti contrasti e tocchi di nero nei dettagli plastici. E' interessante anche notare come traspaiano nei brani di figura curiose reminiscenze venete che rammentano nel loro sviluppo quelle di Giulio Carpioni. Si compie così una curiosa miscela di istanze nord italiane con lo stile rosiano, il medesimo che si esprime nella tela del Museo Nazionale di Praga (Busiri 1992, p. 79, n. 32) e in quelle di Collezione Almagià (Busiri, 1992, pp. 80-81, nn. 33-34), tele le cui figure sono dal Busiri attribuite a Salvator Rosa.

Bibliografia di riferimento:

A. Busiri Vici, 'Giovanni Ghisolfi (1623-1683). Un pittore milanese di rovine romane', Roma 1992, fig. 27, cat, 11, cat. 85
ESTIMATE € 1.500 - 2.500
16
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Paesaggio costiero con pescatori e nave alla fonda
Olio su tela, cm 40X53
Attorno alla metà del XVIII secolo la fortuna critica e commerciale di Claude Joseph Vernet (Avignone, 1714 - Parigi, 1789) fu straordinaria e le sue opere influenzarono considerevolmente i pittori di paesaggio. Dal 1733 al 1753 l'artista lavorò a Roma con Hubert Robert e concepì uno stile drammatico ed emotivo, in modo particolare nelle tele a soggetto marino, che furono prontamente imitate da Carlo Bonavia, Francesco Fidanza, Lacroix de Marseille e Henry D'Arles. Questi autori contribuirono alla diffusione internazionale del gusto paesistico vernettiano che caratterizzerà il genere della veduta sino all'età romantica. Detto ciò, l'elaborazione di questi temi concorse a creare anche vedute di gusto 'pittoresco', con temi e soggetti che in area meridionale durante l'Ottocento declinarono nell'oleografica produzione di gouache, in cui il paesaggio trova commistione con la scena di genere. Al Marseille (Marsiglia, 1700 - Berlino, 1782) si può ricondurre la tela in esame, verosimilmente eseguita in seguito al suo apprendistato romano con il Vernet avvenuto nel 1750 e databile di conseguenza alla tarda maturità.

Bibliografia di riferimento:
G. Sestieri, Repertorio della Pittura Romana della fine del Seicento e del Settecento, Torino 1994.
ESTIMATE € 1.500 - 2.500