20
PITTORE DEL XVIII-XVIII SECOLO
Gesù Bambino che dorme, angelo musicante e cherubini
Olio su tela, cm 72X59
La tela si data ai primi decenni del XVIII secolo e reca l'attribuzione a Clemente Ruta (Parma, 1685 - 1767), ipotesi in questa sede presa in considerazione osservando le raffinatezze cromatiche e le tipolgie dei volti, che si riscontrano nelle opere mature dell'artista dopo il soggiorno napoletano, quindi a partire dal 1741. Osservando la composizione risaltano la elegante tenda vermiglia posta sullo sfondo e le delicate stesure degli incarnati, così come il veloce e liquido tratteggiare dei capelli e delle vesti, aspetti che sottolineano una conduzione pittorica di notevole qualità.
ESTIMATE € 1.500 - 2.000
51
PITTORE FIORENTINO DEL XVII-XVIII SECOLO
Maria Vergine
Olio su tela, cm 66X50
La tela propone un modello iconografico desunto da Carlo Dolci (Firenze, 1616 - 1686), più precisamente quello raffigurante la Mater Dolorosa, di cui conosciamo le versioni conservate nella collezione londinese di Lady Tothemere (Baldassari, tav. XXVIII) e quella al Museo Nazionale d'Arte Occidentale di Tokyo. Sia pur sporco e ricoperto da una vernice molto ossidata, il tessuto pittorico appare di buona qualità e conservazione, evidenziando la mano di un'autore di talento verosimilmente formatosi con l'importante maestro fiorentino. In questa sede si propone prudenzialmente l'ipotesi attributiva di Onorio Marinari (Firenze, 1627 - 1716). La regolare fisionomia della Vergine richiama infatti le tele del Museo di Budapest e della Galleria Sabauda pubblicate da Silvia Benassai e datate dalla studiosa al periodo giovanile dell'artista, agli anni centrali del settimo decennio.

Bibliografia di riferimento:
F. Baldassari, La pittura del Seicento a Firenze: indice degli artisti e delle loro opere, Milano 2009
S. Benassai, Onorio Marinari, pittore nella Firenze degli ultimi medici, Firenze 2011, p. 104, nn. 21 - 22
ESTIMATE € 1.500 - 2.000
99
PITTORE DEL XVII SECOLO
Battaglia
Olio su tela, cm 28X36,5
La preparazione bituminosa e lo stile suggeriscono l'appartenenza dell'autore alla scuola napoletana, mentre l'analisi della stesura eseguita a pennellate veloci e dense trovano interessanti analogie con lo stile di Salvator Rosa (Napoli 1615 - Roma 1673). La qualità pittorica anche nelle piccole dimensioni è assai apprezzabile e conduce a una datazione al quinto decennio, quando il pittore rinnova la sua arte sui modelli del barocco cortonesco e trova convergenti tratti distintivi con Jacques Courtois. Osservando la composizione possiamo cogliere la nervosa energia della conduzione, la medesima che riscontriamo sia pur estesa su dimensioni più ampie nella battaglia (cm 146X215) conservata all'Auckland Art Gallery (Sestieri 1999, tav. VIII) dove l'artista dà libero sfogo al suo irrefrenabile istinto pittorico. Il cielo striato di bagliori rammenta altresì esiti alla Gargiulo, mentre le figure sono delineate sapientemente a tocchi rapidi emergendo dal fondo tenebroso grazie ai lumi che accendono i colori delle casacche e i bagliori delle armature.
Bibliografia di riferimento:
G. Sestieri, I pittori di battaglie, Roma 1999, 442 - 453
ESTIMATE € 1.500 - 2.500
112
PITTORE ROMANO DEL XVII-XVIII SECOLO
Madonna con il Bambino
Olio su tavola ovale, cm 23X34
Il dipinto mostra caratteri stilistici e illustrativi desunti dalle dolcissime immagini sacre di Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferraro (Sassoferrato 1605 - Roma 1685), anche la precisione del disegno, la materia pittorica smaltata e il gusto romano-bolognese della figura riconducono alle opere del suo catalogo. In questo caso, il modello si riconosce nella tela conservata alla Pinacoteca di Brera e in modo particolare con quella oggi conservata al Museo di Palazzo Bianco. La nostra composizione per la peculiarità del supporto e la buona qualità si attribuisce a uno stretto seguace dell'artista, verosimilmente formatosi nel suo atelier e capace di interpretarne al meglio lo spirito pittorico.

Bibliografia di riferimento:
Giovan Battista Salvi 'Il Sassoferrato', catalogo della mostra a cura di Paolo Dal Poggetto, Milano 1990, p. 65, n. 15
ESTIMATE € 1.500 - 2.500
120
GIOVANNI BATTISTA PIRANESI
(Mogliano Veneto, 1720 - Roma, 1778)
Veduta della piazza di Montecavallo
Acquaforte su carta, mm 390X550
Bibliografia:
La Roma di Piranesi. La città del Settecento nelle grandi Vedute, catalogo della mostra a cura di Mario Bevilacqua e Mario Gori Sassoli, Roma 2006, p. 139, con bibliografia precedente.

Questa veduta della piazza è concepita dal Piranesi secondo una prospettiva immaginaria. Al centro si erge l'obelisco e il gruppo marmoreo dei Dioscuri Castore e Polluce con i loro cavalli rampanti. Da queste sculture, copie romane da originali ellenici, deriva l'antica denominazione di Piazza Monte Cavallo.
ESTIMATE € 1.500 - 1.800
119
GIOVANNI BATTISTA PIRANESI
(Mogliano Veneto, 1720 - Roma, 1778)
Veduta del Campidoglio di fianco (1775)
Acquaforte su carta, mm 403X680
Bibliografia:
La Roma di Piranesi. La città del Settecento nelle grandi Vedute, catalogo della mostra a cura di Mario Bevilacqua e Mario Gori Sassoli, Roma 2006, p. 186, con bibliografia precedente.

L'intero set di Vedute di Roma comprendeva 135 tavole che sono state ristampate singolarmente o in gruppo durante tutta la vita dell'incisore. Erano souvenir popolari destinati in modo particolare ai viaggiatori britannici le cui visite a Roma sono stati il culmine di una vacanza studio esteso in tutta Europa, comunemente chiamato il Grand Tour. Queste opere curate al dettaglio e di sentito gusto pittorico soddisfacevano le aspettative pittoresche dei turisti che soggiornavano nella Città Eterna.
ESTIMATE € 1.500 - 1.800
121
GIOVANNI BATTISTA PIRANESI
(Mogliano Veneto, 1720 - Roma, 1778)
Frontespizio di varie vedute di Roma antica e moderna (1745 - 1747)
Acquaforte su carta, mm 552X407
Bibliografia:
M. Bevilacqua, Roma di Piranesi. Vedute della città antica e moderna, in La Roma di Piranesi. La città del Settecento nelle grandi Vedute, catalogo della mostra a cura di Mario Bevilacqua e Mario Gori Sassoli, Roma 2006, pp. 39 - 60, figg. 1; 19. P. 131, con bibliografia precedente.

Le vedute di Roma eseguite da Giovanni Battista Piranesi segnano un'epoca, la loro diffusione ha coadiuvato l'immagine e la magnificenza della città eterna, e le sue lastre non sono solo strumenti di studio e documentazione, ma spunti di riflessione sulla storia e l'estetica. La serie delle Vedute di Roma sono l'espressione matura dell'artista ed esprimono tutto il suo entusiasmo vedutistico, archeologico e di tutela nei confronti di una realtà unica al mondo. A testimoniare questo autentico sentimento è la frase scritta di suo pugno sul Taccuino di schizzi e appunti custodito a Modena presso la Biblioteca Estense: 'Egli antichi non ebbero la stampa ed in tal maniera si è perso il sapere di queste cose antiche'. Il frontespizio di Varie vedute di Roma antica e moderna suggellano il rapporto oramai consolidato con il mestiere e le sue passioni, Piranesi tornato da Venezia e incoraggiato dal console Smith si mette al lavoro per la sua impresa e il suo iniziare coincide con questa fantasmagorica 'prima pagina' qui presentata, che custodisce in se la vivace eredità lagunare per il capriccio, il desiderio di sorprendere e al contempo di offrire una visione quanto mai realistica di Roma.
ESTIMATE € 1.500 - 1.800
122
GIOVANNI BATTISTA PIRANESI
(Mogliano Veneto, 1720 - Roma, 1778)
Fantasia di rovine con statua di Minerva (1748 circa)
Acquaforte su carta, cm 505X604
Bibliografia:
La Roma di Piranesi. La città del Settecento nelle grandi Vedute, catalogo della mostra a cura di Mario Bevilacqua e Mario Gori Sassoli, Roma 2006, p. 132, con bibliografia precedente.
ESTIMATE € 1.500 - 1.800
127
PITTORE DEL XVII-XVIII SECOLO
Annunciazione
Olio su tela, cm 34,5X46
Di chiara memoria giordanesca, di questa composizione non si riscontrano in catalogo opere a olio eseguite dal maestro. Una simile costruzione scenica è nota però tramite uno schizzo a penna conservato all'Albertina di Vienna (Ferrari-Scavizzi, II, fig. 1027, sc.D126), con la differenza che l'angelo è raffigurato in ginocchio e al di sopra l'artista ha disegnato la figura di Dio Padre, mentre a destra il fondale è intercalato da una tenda. Il disegno viennese si data alla maturità dell'artista, ai primi anni dell'ultimo decennio del Secolo e un'altra prova grafica di rassomigliante impostazione è al Museo di San Martino ma 'rovesciata' e non ritenuta autografa. Detto ciò, la nostra tela si attribuisce a un allievo del maestro, a conoscenza delle sue prove grafiche e di conseguenza partecipe della sua bottega. Un'interessante ipotesi attributiva è quella di Andrea Miglionico (Miglionico, 1662 - Ginosa, 1711), che documentato a Napoli dal 1689 si formò alla scuola di Luca Giordano presumibilmente prima del 1692, anno in cui quest'ultimo partì per la Spagna. Miglionico è considerato un portavoce della pittura del Giordano nelle zone periferiche della Campania, della Puglia e della Basilicata.

Bibliografia di riferimento:
L. Troisi, Andrea Miglionico: opere napoletane e pugliesi, in Ricerche sul sei-settecento in Puglia, 1.1980, p. 157-176.
O. Ferrari, G. Scavizzi, Luca Giordano, Milano 1992.
ESTIMATE € 1.500 - 2.500
150
FRANCESCO TREVISANI (Attr. a)
(Capodistria, 1656 - Roma, 1746)
Gioele e Sisara
Olio su tela, cm 95X63
Il dipinto raffigura la vicenda biblica di Gioele, che fingendo ospitalità accoglie nella propria tenda il condottiero Sisara, nemico del popolo di Israele, ma durante la notte gli trafigge il capo (Giudici, 4, 17-21). La stesura sia pur non in perfette condizioni, esprime un'interessante qualità con esiti stilistici comparabili a quelli di Francesco Trevisani. Indiscutibile è infatti l'elegante veste dell'eroina biblica, ricca di marezzature e colpi di lume, così l'elegante profilo del volto, dove risalta l'orecchino di perla e il nastro azzurro che lega i capelli. Raffinatezze che tradiscono l'origine veneta dell'artista e la sua adesione al classicismo romano attraverso un linguaggio nel nostro caso pienamente settecentesco.
ESTIMATE € 1.500 - 2.000