130
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Ritratto
Olio su tavola, cm 25,5X21,5
Dallo spiccato carattere veneto l'opera si presume databile tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo. I modelli si riconoscono nelle teste di carattere tipiche della tradizione lagunare e in questa sede si propone l'attribuzione a Giuseppe Bernardino Bison (Palmanova, (Ud) 1762 - Milano, 1844).

Bibliografia di riferimento:
F. Magani, Giuseppe Bernardino Bison, Soncino, 1993
ESTIMATE € 800 - 1.200
137
PITTORE VENETO DEL XVI-XVII SECOLO
Volto di Cristo
Olio su tela, cm 58X46
L'immagine risponde a un'arcaicità illustrativa di derivazione quattrocentesca, ma perpetuata lungo il XVI Secolo e oltre. Il modello nel nostro caso è certamente vivariniano e ricorda il Cristo redentore conservato nella chiesa di San Giovanni in Bragora a Venezia (fig.1), ma l'iconografia si riscontra in molte delle scuole pittoriche del nord Italia, con contaminazioni lombardo - venete desunte dagli esempi d'origine leonardesca.

Bibliografia di riferimento:
J. Steer, Alvise Vivarini. His art and influence, Cambridge 1982, p. 158
ESTIMATE € 800 - 1.200
147
CORNELIO BRUSCO
(Attivo a Napoli, 1605 - 1635)
Battaglia
Olio su tela, cm 64X112
Questa scena bellica rammenta le composizioni del pittore Cornelio Brusco, la cui biografia e analisi critica si deve a Maria Rosaria Nappi, che ha il merito di aver sciolto quel complesso problema attributivo fra il Filippo Napoletano di Roberto Longhi con Scipione Compagno, confusione che era oltremodo alimentata dall'errata trascrizione del nome del Brusco in Bruscer e Bruscher, che induceva a riconoscerlo in Cornelio van Polemburgh, detto dai contemporanei Cornelio Satiro. Identificato correttamente il nome, si è potuto accertarne la presenza in molti inventari napoletani, scoprendo che il 'nostro' dovette avere una certa notorietà presso i collezionisti dell'epoca. Tuttavia, ancora oggi non si conosce la data e il luogo di nascita del pittore, salvo circoscriverne l'attività sino al 1635. L'opera in esame, presenta una stesura magra e distesa in strati sottili, in analogia con le altre opere note, caratteristica è anche l'impaginazione prospettica, con il paesaggio movimentato da improvvisi sprazzi di luce. L'immagine rammenta i drammatici scenari d'Agostino Tassi, la composizione invece, sembra memore delle analoghe iconografie d'Antonio Carracci e Alessandro Turchi, mentre le figure si possono accomunare con quelle di Scipione Compagno e Filippo Napoletano. Queste brevi considerazioni, ci consentono di far risaltare la personalità del Brusco nel vivace panorama artistico partenopeo d'inizio secolo.
Bibliografia di riferimento:
M. R. Nappi, Il 'Filippo Napoletano' di Roberto Longhi: Scipione Compagno o Cornelio Brusco?, in 'prospettiva', n. 47, ottobre 1986, pp. 24 - 37.
ESTIMATE € 800 - 1.200
152
PITTORE OLANDESE DEL XIX SECOLO
Scena d'interno
Olio su tavola, cm 37X31
Interessante è la qualità di questa piccola tavola in cui ogni piccolo dettaglio viene dall'artista attentamente indagato e descritto. A ingrandire l'immagine si può percepire una stesura preziosa, elegante e una lavorazione raffinata. La costruzione scenica della stanza vista attraverso una finestra aperta ricorda le composizioni di Gérard Dou (Leida, 1613 - 1675), come altrettanto tipica è la presenza degli ortaggi e del vaso fiorito posti sul davanzale, brani di natura morta che le piccole dimensioni non riescono a sminuirne la bellezza. L'interno della stanza e le figure sono illuminate da una grande finestra in cui è addossato il tavolo la cui tovaglia bianca riflette la sua luminosità e fa risaltare la semplice mensa. Sempre la luce risalta il rosso vermiglio della veste indossata dalla donna che si staglia sul fondale scuro della stanza disadorna, offrendoci una sensazione di domestica serenità.

Bibliografia di riferimento:
R. Baer, Gerrit Dou 1613-1675: master painter in the age of Rembrandt, Washington, 2000
ESTIMATE € 800 - 1.000
187
PITTORE DEL XVIII-XIX SECOLO Scena mitologica con Mercurio e Dafni
Olio su tela cm 29,5X61
La scena raffigura Dafni, Pastore siciliano di straordinaria bellezza, figlio di Mercurio e di una ninfa, solitamente raffigurato mentre pascola gli armenti. Si tratta di un'iconografia abbastanza rara e di cui non possediamo riscontri in altre opere genovesi dell'età barocca. Il dipinto recava una precedente attribuzione a Giovanni Benedetto Castiglione, che confutiamo per l'eterogeneità dei caratteri stilistici. Dobbiamo tuttavia rilevare la buona qualità dei pigmenti e della stesura con cui l'artista descrive i brani animalier.

Bibliografia di riferimento:
Metamorfosi del Mito, pittura barocca tra Napoli, Genova e Venezia, catalogo della mostra a cura di Mario Alberto Pavone, Milano 2003.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
185
GIOVANNI BATTISTA BISCARRA (Attr. a)
(Nizza, 1790 - Torino, 1851)
Ritratto di Vittorio Emanuele II
Olio su tela, cm 87X69,5
La tela raffigura il ritratto giovanile di Vittorio Emanuele II (1820 - 1878) ed esibisce una parziale semplificazione e rinuncia alla consueta ostentazione della regalità. L'effige sembrerebbe eseguita nei medesimi anni della tela conservata presso il Museo del risorgimento a Torino in cui il re è rappresentato a figura intera e in maniera più aulica.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
173
FEDELE FISCHETTI
(Napoli, 1734 - 1789)
ALESSANDRO FISCHETTI
(Documentato dal 1773 al 1802)
Gioco di putti
Olio su tela, cm 47X35
Questa piccola ma gustosa grisaille si attribuisce alla scuola napoletana tardo settecentesca, più precisamente all'ambito di Fedele Fischetti. Gli indizi filologici e la qualità permettono altresì di circoscriverne la genesi all'interno della bottega stessa e di proporre quali autori il nome del maestro e del suo collaboratore (i cui vincoli di parentela sono ancora ignoti), Alessandro Fischetti (documentato a Napoli tra il XVIII ed il XIX secolo). Fedele è uno dei principali artisti attivi a Napoli nella seconda metà del Settecento, la sua cultura figurativa trae origine dalla memoria solimeniana, ma le opere rivelano anche una manifesta adesione al classicismo romano. La sua fortuna critica deriva principalmente dalle opere a fresco, eseguite in chiese e residenze napoletane, ricordiamo brevemente quelle di Palazzo Maddaloni, Palazzo Casacalenda, Palazzo Doria d'Angri (1784) e Palazzo Cellamare (1789ca.), ma la commissione più importante è la decorazione d'alcuni ambienti della Reggia di Caserta (1778 - 1781), dove il maestro approda grazie alla diretta segnalazione di Luigi Vanvitelli (Spinosa, 1988, p. 137, n. 212), ma detto ciò, non dobbiamo dimenticare le complesse modalità progettuali dell'architetto per quanto riguarda le decorazioni a fresco a cui sovrintendeva personalmente, richiedendo agli autori studi e bozzetti dettagliati per ogni singolo brano. Il bozzetto qui presentato esprime al meglio la felicità inventiva del pittore, che si qualifica quale raffinato illustratore, aulico, e in sereno equilibrio tra la tradizione rococò e il classicismo. I caratteri di stile suggeriscono una datazione matura, in analogia con gli affreschi eseguiti nel Palazzo Caracciolo di Torella a Napoli, che Spinosa colloca dopo il 1780. A questo proposito è opportuno osservare Allegoria della Primavera (Spinosa, 1988, p. 140, n. 215), in cui le figure trovano un preciso corrispettivo disegnativo e strutturale, il medesimo che riscontriamo nelle iconografie allestite per la Reggia di Caserta. Detto ciò, si deve condividere il giudizio in parte negativo della critica, che osserva quanto sia stancamente ripetitivo il formulario in uso dal pittore, che non porta a compimento l'evoluzione in senso neoclassico della sua arte, ma è altrettanto necessario intendere che il Fedele e Alessandro Fischetti appartengono per età e formazione all'antico regime e ne interpretano al meglio lo spirito di leggera e delicata giovialità, aspetti di un'arte che si esaurisce con l'età dei lumi e i movimenti rivoluzionari che culmineranno nel 1789, che guarda caso è l'anno di morte del più anziano maestro.
Ringraziamo Vincenzo Pacelli che ha confermato l'attribuzione dell'opera

Bibliografia di riferimento:

N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento, dal Rococò al Classicismo, vol. II, Napoli 1988, pp. 59 - 60.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
3
PITTORE FIAMMINGO DEL XVII-XVIII SECOLO
Natura morta con insetti
Tempera su tavola, cm 11X13
La tavola riprende un tema iconografico di straordinario successo, inaugurato da Jan van Kessel il Vecchio (1626-1679). Una simile composizione si trovava già in Collezione Böhler a Lucerna (1948) e in seguito alla Schaeffer Gallery di Ney York (1950). É interessante notare come in questa dettagliata descrizione entomologa vi siano diverse specie di insetti d'origine extraeuropea, a sottolineare la particolare e variegata cultura dell'artista e la sua attività di illustratore scientifico. Detto ciò, l'opera è di notevole piacevolezza e partecipe di quel filone collezionistico da gabinetto delle meraviglie tipico dell'età barocca.
ESTIMATE € 1.000 - 1.200
13
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Paesaggio con rovine classiche e figure
Olio su tela, cm 64X49
Presenta una notevole eleganza questo paesaggio ideale con tempio classico in rovina, che per gusto e stesura pittorica rammenta le opere romane di Jean-Honoré Fragonard (Grasse, 1732 - Parigi, 1806) e Hubert Robert(Parigi,1733 - 1808). I due artisti, come sappiamo, soggiornarono nella città eterna vivendo il loro periodo più intenso per l'originalità e la qualità delle composizioni, prevalentemente orientate a descrivere vedute e scorci delle vestigia classiche, esprimendo altresì una fantasiosa vena creativa di notevole modernità. L'idea del 'capriccio' quale genere pittorico, nelle loro opere, e in modo particolare in Robert, sembra travalicare il classicismo settecentesco di memoria panniniana per giungere a esiti pre-impressionisti. L'opera qui presentate aderisce a questo indirizzo di gusto, per morbidezza atmosferica, ricchezza di mezzi toni e di sfumature, raggiungendo ragguardevoli esiti decorativi.

Bibliografia di riferimento:

'J.H. Fragonard e Hubert Robert a Roma', catalogo della mostra a cura di J.P. Cuzin, P. Rosemberg e C. Boulot, Roma 1990
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
21
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Scena biblica
Olio su tela, cm 65X84
Il modello illustrativo e lo stile rammentano le opere di Giulio Carpioni, tuttavia la qualità e la datazione suggeriscono una diversa idea attributiva e spingono ad indagare l'ambito degli allievi e seguaci che attingeranno al repertorio carpionesco: per esempio i poco noti Cristoforo Menarola, Giovanni Cozza, il Cittadella e più tardi, fino al medio Settecento, Costantino Pasqualotto ed Antonio de' Pieri. Da qui, in più largo raggio, influssi capaci di corroborare la vena 'veristica' e 'grottesca' degli stessi Marinali, specie del maggiore Orazio, abitante poco lontano dal Carpioni, in contrada di S. Chiara (L. Puppi, 'Nuovi documenti sui Marinali', in 'Atti dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti', CXXV [1967], pp. 197-198).
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
48
PITTORE ROMANO DEL XVIII SECOLO
Maddalena
Olio su tela, cm 64,5X48,5
La tela appare un elegante esempio di pittura barocca e dell'arte di Francesco Trevisani (Capodistria, 1656 - Roma, 1746) e prossima per stile e tecnica alla Maddalena conservata al Museo Puskin, considerato da Vittoria Markova un elegante esempio da collocare alla maturità dell'artista, attorno al secondo decennio e confrontabile con le tele eseguite per i conti Schönborn a Pommersfelden.
ESTIMATE € 1.000 - 1.500