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FELICE GIANI (attr. a)
FELICE GIANI (attr. a)
(San Sebastiano Curone, 1758 - Roma, 1823)
Villa Strozzi
Penna e inchiostro marrone, cm 8X14,7
Presumo che il disegno descriva un prospetto del giardino di Villa Strozzi a Roma, che sorgeva tra gli odierni via Torino e il teatro dell'opera. La sua distruzione avvenne per ordine dell'arcivescovo Federico Francesco Saverio de Mérode, immobiliarista e 'urbanista' papale. Fu lui a decidere il nuovo assetto urbanistico di quell' area che scende dal Viminale fino a via dei Serpenti. Acquistò Villa Strozzi, una costruzione cinquecentesca progettata da Giacomo del Duca, con grandi giardini disegnati da Carlo Fontana che sono quelli qua descritti dal Giani. La villa, fatta costruire dalla famiglia Frangipane, era stata venduta agli Strozzi, ai Ridolfi e infine agli Albani. Monsignor Francesco Saverio de Merode la rase al suolo perché ostacolava il tracciato che sarebbe diventato via Nazionale. Il pittore non lavorò mai in questo suntuoso edificio, ma è più che plausibile che durante il suo soggiorno capitolino non abbia esitato a raccogliere i suoi ricordi attraverso appunti grafici, certamente utili per immaginare i vasti cicli decorativi realizzati a fresco in Palazzo Doria (1780), palazzo Altieri (1789) e al Palazzo di Spagna (1807).
Bibliografia di riferimento:
A. Ottani Cavina, Felice Giani (1758 -1823) e la cultura europea di fine secolo, Milano 1999
Villa Strozzi
Penna e inchiostro marrone, cm 8X14,7
Presumo che il disegno descriva un prospetto del giardino di Villa Strozzi a Roma, che sorgeva tra gli odierni via Torino e il teatro dell'opera. La sua distruzione avvenne per ordine dell'arcivescovo Federico Francesco Saverio de Mérode, immobiliarista e 'urbanista' papale. Fu lui a decidere il nuovo assetto urbanistico di quell' area che scende dal Viminale fino a via dei Serpenti. Acquistò Villa Strozzi, una costruzione cinquecentesca progettata da Giacomo del Duca, con grandi giardini disegnati da Carlo Fontana che sono quelli qua descritti dal Giani. La villa, fatta costruire dalla famiglia Frangipane, era stata venduta agli Strozzi, ai Ridolfi e infine agli Albani. Monsignor Francesco Saverio de Merode la rase al suolo perché ostacolava il tracciato che sarebbe diventato via Nazionale. Il pittore non lavorò mai in questo suntuoso edificio, ma è più che plausibile che durante il suo soggiorno capitolino non abbia esitato a raccogliere i suoi ricordi attraverso appunti grafici, certamente utili per immaginare i vasti cicli decorativi realizzati a fresco in Palazzo Doria (1780), palazzo Altieri (1789) e al Palazzo di Spagna (1807).
Bibliografia di riferimento:
A. Ottani Cavina, Felice Giani (1758 -1823) e la cultura europea di fine secolo, Milano 1999
ESTIMATE € 100 - 150