Pietro Domenico Olivero. Sensibilità rocaille tra realtà e finzione
Pietro Domenico Olivero fu pittore per la corte sabauda dipingendo scene di genere raffigurando mercati, feste contadine e di piazza. Le sue composizioni risentono dell’influenza fiamminga di Callot e in particolare di Jan Miel (1599-1663) artefice che, dopo il soggiorno romano avvenuto tra il 1630 e il 1640, traspose nella capitale piemontese il gusto narrativo di Van Laer e dei ‘bamboccianti’. e tele qui presentate si possono considerare i capolavori dell’artista per esuberanza creativa, sapienza scenica e prospettica, in cui l’autore mette in scena cinque rappresentazioni allegoriche inerenti alla Pittura, all’Architettura, alla Scultura, alle arti ‘meccaniche’ e all’arte della Guerra (lotti 206 – 210, con la stima per tutti e cinque di 15.000 – 24.000 euro).