917
PITTORE LOMBARDO DEL XVII SECOLO
Alzata di frutta con pere e fiori
Olio su tavola, cm 37X49
Pendant del precedente dipinto, in questo caso l'alzata metallica offre una elegante composizione di pere con steli di fiori recisi sul piano. Lo stile e il carattere iconografico e' analogo e conduce anch'esso all'immaginario pittorico di Panfilo Nuvolone. Sua e' la descrizione illusiva dei frutti e la tipologia di stesura, che ricorda ad esempio quella impiegata nella tela raffigurante 'Mele cotogne sul tavolo' custodita al Museo civico Ala Ponzone di Cremona o nella 'Alzata con pesche e melone' di collezione privata a Bassano del Grappa ma entrambi provenienti dalla raccolta di Silvano Lodi. La datazione, si colloca anch'essa tra il primo e il secondo decennio del Seicento quindi all'origine della produzione naturamortistica del pittore a noi nota.

Bibliografia di riferimento:

F. Porzio, 'Panfilo Nuvolone', in 'La Natura Morta in Italia', Milano 1989, vol. I, p. 226

'Natura morta lombarda', catalogo della mostra a cura di F. Caroli e A. Veca, Milano 1999, pp. 76-95

F. Caroli,'Fede Galizia', Torino 1989, ad vocem

A. Morandotti, 'Icone lombarde: la natura morta dalle origini all'eta' della riforma settecentesca', in 'La Natura Morta nell'Italia settentrionale dal XVI al XVIII secolo', catalogo della mostra a cura di G. Godi, Milano 2000, pp. 39 51; pp. 138 142, nn. 34-37
ESTIMATE € 5.000 - 8.000
916
PITTORE LOMBARDO DEL XVII SECOLO
Alzata di frutta con pesche e uva
Olio su tavola, cm 37X49
Questo affascinante dipinto realizzato a olio su tavola induce a indagare gli aspetti piu' arcaici e pioneristici della natura morta italiana, i cui inizi si riscontrano nella Lombardia deta' borromaica. Giovanni Ambrogio Figino (Milano, 1553 ; 1608), Fede Galizia (Milano, 1578-1630) sono i primi interpreti di questa peculiare rivoluzione illustrativa, che vedra' nella canestra di frutta caravaggesca il suo esito naturalistico piu' noto ed efficace. La tela dell'Ambrosiana infatti, si affranca dal rigore tecnico e raffinatamente manierista del Figino e vede l'appropriarsi di una visione dal vero in cui i diversi elementi descritti si distaccano dal gusto miniaturistico cinquecentesco. Il desiderio di mantenere l'eleganza della tradizione aulica con l'indubbia fascinazione nordica e una maggior presa della realta', sara' raggiunta da Panfilo Nuvolone (Cremona, 1581 ; Milano, 1651), che da esordi strettamente galiziani offre una interpretazione squisitamente pittorica della natura in posa. Alla sua mano per evidenti analogie di stile e scrittura si riconduce l'opera in esame, che con l'alzata metallica cesellata da colpi di luce e la disposizione dei frutti, spoglia l'iconicita' dell'immagine con elegantissima sprezzatura. Altresi' importante e' la regia luministica, che non delinea solo le forme, ma descrive l'aspetto serico dei frutti evocandone la succosita' della polpa e misura lo spazio scenico in cui gli oggetti sono disposti.

Bibliografia di riferimento:

F. Porzio, 'Panfilo Nuvolone', in 'La Natura Morta in Italia', Milano 1989, vol. I, p. 226

'Natura morta lombarda', catalogo della mostra a cura di F. Caroli e A. Veca, Milano 1999, pp. 76-95

F. Caroli, 'Fede Galizia', Torino 1989, ad vocem

A. Morandotti, 'Icone lombarde: la natura morta dalle origini all'eta' della riforma settecentesca', in 'La Natura Morta nell'Italia settentrionale dal XVI al XVIII secolo', catalogo della mostra a cura di G. Godi, Milano 2000, pp. 39 51; pp. 138-142, nn. 34-37
ESTIMATE € 5.000 - 8.000
915
PITTORE NAPOLETANO DEL XVII SECOLO
Cavalleria turca alla carica
Olio su tela, cm 118X156
Caratterizzata da un forte cromatismo e dalle pennellate marcate e vivide, la stesura rivela tonalita' accese che modulano la cruenta scenografia e l'animosita' dei protagonisti. Lo stile e la composizione suggeriscono l'attribuzione ad un artista meridionale attivo durante la meta' del secolo. Il taglio della composizione non e' 'eroico' ma realistico, il tocco pittorico scattante evidenzia altresi' una materia che si sfalda in luminosi filamenti di colore puro, esprimendo una tecnica simile a quella del Courtois, ma qui espressa in una maniera piu' verace ed immediata, di memoria rosiana per gli scorci e le espressioni, mentre le figure sul fondo evocano quelle di Monsu' Desiderio. Questi indizi permettono di integrare il nostro artista nella tradizione della pittura di battaglie inaugurata a Napoli da Belisario Corenzio e proseguita da Aniello Falcone e Scipione Compagno, che per primi svilupparono questo filone iconografico dal primitivo indirizzo storico-celebrativo a quello della pittura di genere dalle connotazioni decorative.
ESTIMATE € 1.500 - 2.500
950
PITTORE NAPOLETANO DEL XVIII SECOLO
San Pasquale
Olio su tela, cm 48X36
Il dipinto in esame evoca i modelli compositivi di Francesco Solimena e in modo particolare quelli di Francesco de Mura, dal quale sono desunti la gamma cromatica e la tipologia di stesura. In base a tali elementi e' possibile avanzare un'ipotesi attributiva e di datazione oltre la meta' del secolo, senza trascurare il richiamo della morbidezza cromatica e della tipologia fisionomica ad esiti di stile prossimi ai modi di Pietro Bardellino e Giacinto Diano.

Bibliografia di riferimento:

N. Spinosa, 'La pittura napoletana. Dal Barocco al Rococo'', Napoli, 1986, pp. 261-284
ESTIMATE € 800 - 1.200
809
PITTORE ORIENTALISTA
Accampamento nel deserto
Firmato in basso a sinistra
Tempera su carta, cm 22X39
ESTIMATE € 300 - 500
934
PITTORE VENETO ADRIATICO DEL XVI SECOLO
Annunciazione
Olio su tavola, cm 37X46
Fu la dominazione veneziana a generare il Rinascimento cretese, a rendere proficuo l'incontro tra le due tradizioni artistiche, quella greca e quella occidentale. L'origine del fenomeno e' generato anche in questo caso dalla modifica degli assetti sociali dell'isola, causati dai commerci e di conseguenza dalla comparsa di una borghesia mercantile sempre piu' aderente alla cultura lagunare e al contempo di una popolazione veneziana capace di assorbire e far coesistere le illustri tradizioni. Questa nuova concezione pittorica trovo' diffusione adriatica grazie ai maestri che viaggiavano lungo le rotte marittime, divulgando un gusto illustrativo affatto destinato a ripiegarsi su se stesso. Le stampe, le icone e le preziose tele d'oriente e occidente furono alla base di straordinarie creazioni e al fenomeno di Domenikos Theotokopoulos detto El Greco, artista capace di rinnovare gli esempi di Tiziano, Jacopo Bassano, Andrea Schiavone e Polidoro da Lanciano immaginando delle vere e proprie rivoluzioni formali. Anche in questo caso, l'innovazione parte dal colore, smaltato secondo il gusto bizantino ma tonale e cangiante secondo la lezione del manierismo della serenissima, raggiungendo in certi casi livelli qualitativi assai alti. A questo giudizio coincide la tavola in esame, la cui valenza estetica e' ben distante da quella comunemente espressa dai grossolani madonnari e percepibile osservando la raffinata stesura avvalorata dalla preziosita' cromatica, i cui pigmenti sono pienamente leggibili grazie a un impeccabile stato conservativo.
ESTIMATE € 500 - 800
967
PITTORE VENETO DEL XIX-XX SECOLO
Festa danzante in un parco con arco
Festa danzante in un giardino con fontana
Firmate in basso a destra 'Gil'
Olio su tela, cm 52X73 (2)
ESTIMATE € 400 - 800