146
PITTORE LUCCHESE DEL XVII-XVIII SECOLO
Natura morta
Olio su tela, cm 50X67
La tela, la cui attribuzione a Simone del Tintore (Lucca, 1630 ; 1708) fu suggerita da Mina Gregori, e' un bellissimo esempio del Naturamortismo espresso dall'artista lucchese, considerato un vero e proprio interprete di questo genere pittorico sin dai tempi dell'abate Luigi Lanzi, che in lui vedeva una grande capacita' di 'rappresentare uccelli e frutti'. Sorprende in quest'opera come l'essenzialita' del soggetto assuma monumentalita' attraverso l'attenta regia luministica di carattere caravaggesco, indicando come l'arte del Tintore sia strettamente legata alle origini della natura morta. Altrettanto straordinaria e' la modalita' con cui avviene la sintesi tra il gusto arcaico e la moderna istanza barocca, con effetti lussureggianti pur affrontando composizioni contenute per dimensione e complessita' iconografica. In effetti e' stupefacente come l'artista non si faccia travolgere da quel repertorio codificato e accademizzante, riuscendo con solo il mezzo espressivo della pennellata e della luce a non scadere mai in un mero decorativismo. In lui sperimentazione e innovazione sono elementi essenziali della sua creativita', indici di una consapevolezza che va ben oltre il requisito di mestiere, ma che ha in se' la coscienza del fare arte, senza incoerenze qualitative e l'abbandonarsi a facili semplificazioni ornamentali.
ESTIMATE € 7.000 - 10.000
147
PITTORE LOMBARDO DEL XVII SECOLO
Natura morta con piatto di pere
Olio su tela, cm 28X40,5
Gia' attribuite a Giovanni Ambrogio Figino (Milano, 1553 ; 1608) da Ferdinando Arisi, questa bellissima natura morta esprime una cultura pittorica arcaica, ancora di gusto cinquecentesco e inequivocabili caratteri stilistici lombardi, che oltre al Figino, evocano il nome di Fede Galizia (Milano, 1578 ; 1630). Si ricorda a questo proposito la 'Natura morta con prugne, pere e una rosa', e 'Alzata con frutti' pubblicate da Ada Magnani nella recente mostra dedicata alla Natura morta lombarda e possiamo aggiungere altre opere analoghe rese note da Flavio Caroli, autore dell'unico studio monografico dedicato alla pittrice. Nel caso del dipinto qui illustrato proprio per la sua migliore collocazione cronologica al XVII secolo, e' saggio accogliere con prudenza l'idea attributiva di Arisi e rendere l'ipotesi galiziana piu' precisa dal punto di vista filologico, senza escludere gli esiti di poco posteriori di Panfilo Nuvolone, specialmente se prendiamo in considerazione la 'Natura morta con pesche e gelsomini' gia' di Collezione Sterling a New York e pubblicate dal Morandotti nel volume 'La Natura morta in Italia', Milano 1988, pp. 226-229.
ESTIMATE € 4.000 - 6.000
148
PITTORE LOMBARDO DEL XVII SECOLO
Natura morta con piatto di mele
Olio su tela, cm 28X40,5
Il dipinto e' corredato da una scheda critica di Ferdinando Arisi.
ESTIMATE € 4.000 - 6.000
149
SALVATOR ROSA
(Napoli, 1615 ; Roma, 1673)
Paesaggio costiero con arco roccioso e figure
Olio su tela, cm 83X132,5
ESTIMATE € 30.000 - 40.000
152
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Giuditta e Oloferne
Olio su tela, cm 63,5X48,8
Provenienza: Christie's, Londra, 7 luglio 2010, lotto 225, come Corrado Giaquinto
ESTIMATE € 4.000 - 6.000
153
PITTORE NAPOLETANO DEL XVIII SECOLO
Ritratto di famiglia
Olio su tela, cm 49X63,5
La tela in esame ; ricondotta al catalogo di Giuseppe Bonito da Riccardo Lattuada ; e' paradigmatica dell'immaginario concepito dall'artista in quegli anni. Si puo' notare come in questo caso la sapienza ritrattistica e il gusto di una pittura di genere si intersichino, raggiungendo esiti espressivi eccellenti, avvalorati dalla bella conservazione della tela che esalta le stesure cromatiche, la descrizione dei volti e del bellissimo brano di natura morta posto al centro della composizione. A confronto e' possibile citare le bellissime tele pubblicate da Clara Gelao e conservate nel Museo di Bari: ritratti di gruppo che narrano aspetti della quotidianita', come 'La distribuzione delle ciliegie' o 'Lo studio del pittore', databili non oltre il 1741. Allievo di Francesco Solimena, Giuseppe Bonito (Castellammare di Stabia, 1707 ; Napoli, 1789) e' uno dei principali protagonisti della pittura del XVIII secolo; capace regista nell'affrontare scene di storia, ma altresi' ritrattista straordinario. Le sue effigi sono sempre risolte con fervido realismo, cura per i dettagli e per gli aspetti espressivi, secondo una modalita' che si coglie esaminando le opere a carattere popolaresco ma soprattutto le tele che tratteggiano ambienti borghesi e che denotano una vera e propria osservazione della societa' dell'epoca ed una illuministica irriverenza. Bernardo de Dominici, nelle 'Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani' pubblicate nel 1743, osservo' che le pitture di Bonito furono assai lodate e gli valsero una grande reputazione e, cosa da non sottovalutare, in netto anticipo rispetto alla produzione di Gaspare Traversi. I risultati raggiunti furono straordinari, soprattutto se pensiamo che questi dipinti si concentrano tra il quarto e il quinto decennio, nel momento preponderante e trionfale della retorica tardo barocca inaugurata dal Solimena e perseguita dai suoi seguaci.
ESTIMATE € 5.000 - 6.000
154
PITTORE DEL XVI-XVII SECOLO
Coppia di Santi
Tempera su tavola, cm 13,3X10,3 (2)
Raffiguranti una coppia di Santi domenicani, le tavolette in esame appartenevano indubbiamente ad un polittico ora smembrato, inseriti in una predella o nei 'pilastrini' posti ai lati dei pannelli principali. Databili ancora al XVI secolo, il carattere stilistico e di scrittura denota un'area di produzione periferica, verosimilmente dell'Italia meridionale. La particolare delineazione dei volti, contraddistinti da un accentuato espressionismo, puo' in parte suggerire la mano di un artista siciliano, come si evince ad esempio osservando alcune prove di Vincenzo La Barbera (1577 circa ; 1642), pittore nativo di Termini Imerese ed esponente di un devozionale Tardo Manierismo. Occorre evidenziare che le opere qui illustrate appaiono piu' arcaiche, sulla linea dell'atelier degli Spatafora, in cui La Barbera svolse il suo apprendistato.
ESTIMATE € 800 - 1.200
156
PITTORE EMILIANO DEL XVII SECOLO
San Giorgio
Olio su tela, cm 31X22
Riconoscibile dalla veste di miliziano e dallo stendardo con croce rossa su fondo bianco, la figura di San Giorgio deve la sua fama grazie alla Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine; notizie biografiche ci pervengono dalla 'Passio sancti Georgii', che pero' gia' il Decretum Gelasianum del 496 classificava tra le opere apocrife. Secondo questa fonte, Giorgio nacque in Cappadocia verso l'anno 280 e fu educato alla religione cristiana. Trasferitosi in Palestina, si arruolo' nell'esercito di Diocleziano, divenendo ufficiale delle milizie e guardia del corpo dello stesso imperatore. Iniziate le persecuzioni Giorgio dono' tutti i suoi averi e davanti alla corte confesso' la propria fede, subendo il carcere e il supplizio. Tornando alla nostra immagine, e' da evidenziare che nel modello architettonico sorretto dal Santo si puo' riconoscere la citta' di Bologna.
ESTIMATE € 500 - 600