522
GIOVANNI STANCHI
(Roma, 1608 ; 1675 circa)
Vaso fiorito
Olio su tela, cm 73X59,5
Vaso fiorito
Olio su tela, cm 73X59,5
ESTIMATE € 3.000 - 5.000
Provenienza:
Napoli, collezione privata
Questi due eleganti vasi fioriti si possono ricondurre alla scuola romana e a un pittore appartenente a una generazione non di molto successiva alla morte di Caravaggio. Oltre all'alta qualità, il primo punto da considerare è la loro affinità con i quadri assegnati ai Maestri del vaso a grottesche e a Tommaso Salini, per il rigore formale con cui sono concepiti. Ciò premesso, sono subito chiare le complessità filologiche e di analisi, muovendosi in un ambito in cui possediamo pochissimi dipinti di certa autografia e per di più difficili da collocare cronologicamente, per non dire dei molti nomi tramandateci dalle fonti di cui non si conosce alcun testo figurativo. Come sappiamo, la vicenda critica ha inizio dagli studi di Raffaello Causa per la mostra del 1964, quando suggerì di individuare la mano dell'ancor misterioso Giacomo Recco in un dipinto di fiori contraddistinto da una severa simmetria del bouquet entro un vaso di gusto cinquecentesco decorato a grottesche. Al catalogo del supposto Giacomo si aggiunsero ben presto quelli della Galleria Lorenzelli di Bergamo pubblicati dal Veca ma le ricerche successive determinarono invece lo spostamento dell'intero gruppo all'ambiente romano, quando Mina Gregori formulò il nome di Tommaso Salini (Roma, 1575 circa ; Roma, 1625). La pubblicazione della studiosa, quindi, delineò un nuovo catalogo di Salini naturamortista ponendo di conseguenza anche un punto fermo sugli esordi del nipote e allievo Mario Nuzzi detto Mario dei Fiori (Penna San Giovanni, 1603 ; Roma, 1673). Tornando alle tele in esame si può allora appurare una distinguibile aria di famiglia con queste opere, constatando che i vasi in argento sbalzato propongono una decorazione più sobria, mentre peculiare è la similitudine disegnativa dei brani floreali. Un utile confronto si riscontra osservando il Vaso di fiori con petali sul piano già della Galleria Lorenzelli (Cfr. A. Veca 1982, pp. 302-303, tav. XVIII), il cui vaso reca una somigliante lavorazione e una ancor più pacata decorazione. Giunti a questo punto è inevitabile porsi la domanda se ci troviamo al cospetto di una testimonianza di Mario Nuzzi che segna qui il passaggio dal gusto arcaico e tardo manieristico del maestro a una rappresentazione si misurata ma che preannuncia gli esiti di una futura estetica seicentesca. È comunque indiscutibile che queste opere esprimano ancora una sensibilità naturalistica d'ascendenza caravaggesca ma si può notare anche una leggiadria protobarocca, che negli esiti risponde alle opere precoci di Giovanni Stanchi (Roma, 1608 ; 1675 circa). A suggerire l'attribuzione contribuiscono anche le farfalle dipinte di gusto fiammingo che si riscontrano nelle sue 'ghirlande', eseguite sull'esempio di Brueghel pubblicate dalla Proni (Cfr. Proni 2005, pp. 249-251, figg. FS1-FS7). Osservando nel dettaglio i petali e gli steli è altresì possibile il confronto con i due mazzolini della Collezione Pallavicini di Roma, in cui si può cogliere una medesima levigatezza fiamminga (Cfr. Solinas 2010, p. 155, nn. 30-31). Queste considerazioni non permettono solo di formulare l'attribuzione a Giovanni Stanchi ma anche di collocare i dipinti alla sua produzione più precoce, fornendo di conseguenza un rilevante tassello per comprendere l'evolversi della natura morta romana durante i primi decenni del XVII secolo.
Ringraziamo Gianluca Bocchi per l'attribuzione a Giovanni Stanchi dopo aver visionato i dipinti.
Bibliografia di riferimento:
A. Veca, in Paràdeisos. Dall'universo del fiore, catalogo della mostra a cura di P. Lorenzelli e A. Veca, Bergamo 1982, pp. 211-214, 306-311, tavv. XIX-XXII
M. Gregori, Una svolta per Tommaso Salini pittore di nature morte, in Paragone 48, 1997, 15-16, pp. 58-63
A. Veca, I Maestri del vaso a grottesche, in Natura morta italiana tra Cinquecento e Settecento, catalogo della mostra a cura di M. Gregori e J. Georg, Prinz von Hohenzollern, Milano 2002, pp.
L. Ravelli, Stanchi dei Fiori, Bergamo 2005, ad vocem
M. S. Proni, La famiglia Stanchi, in Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani 1630-1750, a cura di G. Bocchi e U. Bocchi, Viadana 2005, pp. 245-328
Flora Romana. Fiori e cultura nell’arte di Mario de’ Fiori (1603 - 1673), a cura di F. solinas, Roma 2010, ad vocem
Napoli, collezione privata
Questi due eleganti vasi fioriti si possono ricondurre alla scuola romana e a un pittore appartenente a una generazione non di molto successiva alla morte di Caravaggio. Oltre all'alta qualità, il primo punto da considerare è la loro affinità con i quadri assegnati ai Maestri del vaso a grottesche e a Tommaso Salini, per il rigore formale con cui sono concepiti. Ciò premesso, sono subito chiare le complessità filologiche e di analisi, muovendosi in un ambito in cui possediamo pochissimi dipinti di certa autografia e per di più difficili da collocare cronologicamente, per non dire dei molti nomi tramandateci dalle fonti di cui non si conosce alcun testo figurativo. Come sappiamo, la vicenda critica ha inizio dagli studi di Raffaello Causa per la mostra del 1964, quando suggerì di individuare la mano dell'ancor misterioso Giacomo Recco in un dipinto di fiori contraddistinto da una severa simmetria del bouquet entro un vaso di gusto cinquecentesco decorato a grottesche. Al catalogo del supposto Giacomo si aggiunsero ben presto quelli della Galleria Lorenzelli di Bergamo pubblicati dal Veca ma le ricerche successive determinarono invece lo spostamento dell'intero gruppo all'ambiente romano, quando Mina Gregori formulò il nome di Tommaso Salini (Roma, 1575 circa ; Roma, 1625). La pubblicazione della studiosa, quindi, delineò un nuovo catalogo di Salini naturamortista ponendo di conseguenza anche un punto fermo sugli esordi del nipote e allievo Mario Nuzzi detto Mario dei Fiori (Penna San Giovanni, 1603 ; Roma, 1673). Tornando alle tele in esame si può allora appurare una distinguibile aria di famiglia con queste opere, constatando che i vasi in argento sbalzato propongono una decorazione più sobria, mentre peculiare è la similitudine disegnativa dei brani floreali. Un utile confronto si riscontra osservando il Vaso di fiori con petali sul piano già della Galleria Lorenzelli (Cfr. A. Veca 1982, pp. 302-303, tav. XVIII), il cui vaso reca una somigliante lavorazione e una ancor più pacata decorazione. Giunti a questo punto è inevitabile porsi la domanda se ci troviamo al cospetto di una testimonianza di Mario Nuzzi che segna qui il passaggio dal gusto arcaico e tardo manieristico del maestro a una rappresentazione si misurata ma che preannuncia gli esiti di una futura estetica seicentesca. È comunque indiscutibile che queste opere esprimano ancora una sensibilità naturalistica d'ascendenza caravaggesca ma si può notare anche una leggiadria protobarocca, che negli esiti risponde alle opere precoci di Giovanni Stanchi (Roma, 1608 ; 1675 circa). A suggerire l'attribuzione contribuiscono anche le farfalle dipinte di gusto fiammingo che si riscontrano nelle sue 'ghirlande', eseguite sull'esempio di Brueghel pubblicate dalla Proni (Cfr. Proni 2005, pp. 249-251, figg. FS1-FS7). Osservando nel dettaglio i petali e gli steli è altresì possibile il confronto con i due mazzolini della Collezione Pallavicini di Roma, in cui si può cogliere una medesima levigatezza fiamminga (Cfr. Solinas 2010, p. 155, nn. 30-31). Queste considerazioni non permettono solo di formulare l'attribuzione a Giovanni Stanchi ma anche di collocare i dipinti alla sua produzione più precoce, fornendo di conseguenza un rilevante tassello per comprendere l'evolversi della natura morta romana durante i primi decenni del XVII secolo.
Ringraziamo Gianluca Bocchi per l'attribuzione a Giovanni Stanchi dopo aver visionato i dipinti.
Bibliografia di riferimento:
A. Veca, in Paràdeisos. Dall'universo del fiore, catalogo della mostra a cura di P. Lorenzelli e A. Veca, Bergamo 1982, pp. 211-214, 306-311, tavv. XIX-XXII
M. Gregori, Una svolta per Tommaso Salini pittore di nature morte, in Paragone 48, 1997, 15-16, pp. 58-63
A. Veca, I Maestri del vaso a grottesche, in Natura morta italiana tra Cinquecento e Settecento, catalogo della mostra a cura di M. Gregori e J. Georg, Prinz von Hohenzollern, Milano 2002, pp.
L. Ravelli, Stanchi dei Fiori, Bergamo 2005, ad vocem
M. S. Proni, La famiglia Stanchi, in Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani 1630-1750, a cura di G. Bocchi e U. Bocchi, Viadana 2005, pp. 245-328
Flora Romana. Fiori e cultura nell’arte di Mario de’ Fiori (1603 - 1673), a cura di F. solinas, Roma 2010, ad vocem
LOTS
449
BALDASSARRE DE CARO
BALDASSARRE DE CARO
(Napoli, 1689 ; 1750)
Cacciagione con uccelli
Cacciagione con lepre
Olio su tela, cm 50X77 (2)
Cacciagione con uccelli
Cacciagione con lepre
Olio su tela, cm 50X77 (2)
ESTIMATE € 3.000 - 5.000
450
LOUIS GALLOCHE
LOUIS GALLOCHE
(Parigi, 1670 ; 1761)
Enea al cospetto di Didone
Olio su tela, cm 99X145
Enea al cospetto di Didone
Olio su tela, cm 99X145
ESTIMATE € 4.000 - 7.000
451
CARLO BONAVIA
CARLO BONAVIA
(attivo a Napoli tra il 1751 e il 1788)
Paesaggio fluviale con figure su una barca, dietro un castello
Olio su tela, cm 41X56
Paesaggio fluviale con figure su una barca, dietro un castello
Olio su tela, cm 41X56
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
452
CARLO BONAVIA
CARLO BONAVIA
(attivo a Napoli tra il 1751 e il 1788)
Paesaggio fluviale con figure su sponda
Olio su tela, cm 41X56
Paesaggio fluviale con figure su sponda
Olio su tela, cm 41X56
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
453
PITTORE DEL XVIII SECOLO
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Veduta veneziane di fantasia
Tempera su carta, cm 40X80
Tempera su carta, cm 40X80
ESTIMATE € 1.500 - 2.500
454
PITTORE DEL XVIII SECOLO
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Veduta veneziana di fantasia
Tempera su carta, cm 40X80
Tempera su carta, cm 40X80
ESTIMATE € 1.500 - 2.500
455
GIACOMO PAROLINI
GIACOMO PAROLINI
(Ferrara, 1663 ; 1733)
Annunciazione
Olio su tela applicata su tavola, cm 52,5X38
Annunciazione
Olio su tela applicata su tavola, cm 52,5X38
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
456
GIUSEPPE RIGHINI
GIUSEPPE RIGHINI
(attivo a Imola nel XVIII Secolo)
Ritratto del conte Orazio Avogli Trotti
Firmato e datato sul verso Joseph Righini Imolensis pinxit 13 novembre 1767
Inscritto sul verso Ill.m/s/u, ? Horatius Avogli Trotti etatis sue an. 66
Ritratto di Caterina Avogli Trotti
Firmato sul verso Joseph Righini pinxit
Inscritto sul verso Ill.ma D:a Com... Catharina Cremona Avogli Trotti aetatis sue an. )13 novembre 1767 Uxor Illmi. D.i Horatiy Avogli Trotti
Olio su tela, cm 127X94,5 (2)
Ritratto del conte Orazio Avogli Trotti
Firmato e datato sul verso Joseph Righini Imolensis pinxit 13 novembre 1767
Inscritto sul verso Ill.m/s/u, ? Horatius Avogli Trotti etatis sue an. 66
Ritratto di Caterina Avogli Trotti
Firmato sul verso Joseph Righini pinxit
Inscritto sul verso Ill.ma D:a Com... Catharina Cremona Avogli Trotti aetatis sue an. )13 novembre 1767 Uxor Illmi. D.i Horatiy Avogli Trotti
Olio su tela, cm 127X94,5 (2)
ESTIMATE € 5.000 - 8.000
457
JOSEPH SAUVAGE
JOSEPH SAUVAGE
(Tournai, 1744 ; 1818)
Giochi di putti
Olio su tela applicata su tavola ovale, cm 55X45 (2)
Giochi di putti
Olio su tela applicata su tavola ovale, cm 55X45 (2)
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
458
MARTEN JOZEF GEERAERTS
MARTEN JOZEF GEERAERTS
(Anversa, 1707 ; 1791)
Amorini che giocano
Olio su tela, cm 90,6X153,8
Amorini che giocano
Olio su tela, cm 90,6X153,8
ESTIMATE € 3.000 - 5.000
459
JACOB TOORENVLIET (attr. a)
JACOB TOORENVLIET (attr. a)
(Leida, 1635 o 1636 ; 1719)
Vanitas
Olio su tela, cm 76X66
Vanitas
Olio su tela, cm 76X66
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
460
PITTORE ATTIVO A ROMA NELLA PRIMA METÀ DEL XVII SECOLO
PITTORE ATTIVO A ROMA NELLA PRIMA METÀ DEL XVII SECOLO
Studio di testa raffigurante giovane uomo con flauto
Olio su tela, cm 55X42,5 (con cornice coeva)
Olio su tela, cm 55X42,5 (con cornice coeva)
ESTIMATE € 4.000 - 7.000