61
GIULIO CARPIONI
(Venezia, 1613 - Vicenza, 1679)
Battesimo di Cristo
Olio su tela, cm 53X40
Giulio Carpioni è particolarmente noto per le sue creazioni a tema mitologico, ma altrettanto importante, fu la produzione di opere a carattere devozionale, come documenta questo piccolo modelletto da pala d'altare. Formatosi con il Padovanino e sul classicismo della tradizione veneziana cinquecentesca, l'artista si confrontò con il tenebrismo di Ruschi e il caravaggismo interpretato da Nicolas Renier e Carlo Saraceni, ma anche con le esperienze veronesi del Turchi, del Bassetti, dell'Ottino e quegli influssi neoveneti d'ascendenza romana diffusi dal Poussin e Pietro Testa. Fu infatti Roberto Longhi (1963) a ipotizzare un viaggio di studio nella capitale, dove dal 1598 si trovavano i celebri baccanali di Tiziano, ma è comunque certa a partire dal 1638 la presenza del pittore a Vicenza. La decisione di abbandonare Venezia, dove la concorrenza era notevole, si dimostrò infatti una scelta ragionata, a ciò si aggiunga che dopo la partenza di Francesco Maffei per Padova, avvenuta nel 1657, l'artista vide moltiplicare i suoi impegni, potendo così controllare e dirigere senza ostacoli la situazione artistica cittadina. Sono di questi anni infatti le principali commissioni ecclesiastiche e grazie alle ricerche condotte da Flavia Casagranda i ritrovamenti di opere carpionesche nelle parrocchie del territorio denunciano una ricerca ben lontana dal concludersi.

Bibliografia di riferimento:
G. M. Pilo, Carpioni, Venezia 1961
F. Casagranda, Per Giulio Carpioni: un percorso nell'attività religiosa, in Pittura veneziana dal Quattrocento al Settecento. Studi di storia dell'arte in onore di Egidio Martini, a cura di G. Maria Pilo, Venezia 1999, pp. 125 - 129
ESTIMATE € 2.500 - 3.500
62
GASPAR PEETER VERBRUGGEN THE ELDER
(Anversa, 1635 - 1681)
Giochi di putti in un giardino fiorito
Olio su tela, cm 57X47
Il dipinto è stato ricondotto al catalogo di Gaspar Peeter Verbruggen il Vecchio da Giancarlo Sestieri, esaltandone il carattere prettamente Barocco e precocemente Rococò, che evolve i parametri illustrativi delle nature morte e composizioni più arcaiche eseguite da Jan van Thielen e Gerard Seghers. In questo caso pare che l'esecuzione delle figure possa essere ricondotta ad altra mano, ma non si esclude di pensare questi brani quali creazioni di Jacob Melchior Van Herck e François Liberti, per alcune analogie riscontrate con la tele esitate presso la casa d'aste Dorotheum il 18 ottobre 1994, lotto n. 320 e il 4 marzo 1997, n. 80. Resta da dire che il dipinto presenta una straordinaria felicità decorativa, riscontrabile in modo particolare se si osservano le ghirlande fiorite e la sapiente regia luministica atta a valorizzare le diverse fenologie e i piccoli protagonisti.

L'opera è corredata da una scheda critica di Giancarlo Sestieri.
ESTIMATE € 4.000 - 6.000
63
FRANCESCO MANTOVANO
(Mantova? - notizie a Venezia dal 1636 al 1644 e dal 1660 al 1663)
Pittore romano del XVII secolo
Peonie, tulipani ed altri fiori in un vaso
Olio su tela, cm 85X64
Attivo a Venezia dove è documentata la sua iscrizione alla Fraglia dei pittori tra il 1636 e il 1639 in qualità di fiorante e creatore di nature morte, le notizie biografiche sul mantovano sono tuttora alquanto carenti (cfr. R. Pallucchini, La pittura veneziana del Seicento, Milano, 1981, I, p. 329), ma le opere a noi note permettono interessanti confronti con la tela in esame. Un utile parametro si ha osservando il 'Vaso con fiori bianchi e rossi' dell'Accademia dei Concordi a Rovigo, dove i petali di grandi proporzioni e colori vivacemente alternati, abbinati a gamme che variano dal bianco brillante al vermiglio, rivelano un'attenzione almeno formale per l'arte fiamminga e una cronologia alla fase più arcaica. Sarà il soggiorno romano ad imprimere all'artista il mutamento in senso barocco della sua arte, grazie alla lezione di Mario Nuzzi che lo influenzerà all'uso di eleganti vasi istoriati con figure e sormontati da scenografici bouquet. Tornando alla nostra opera, si presume che la sua datazione sia ancora da collocare a una produzione ancor giovanile, tuttavia l'uso del vaso istoriato al posto di quello a grottesche indica un mutamento di gusto oramai in atto e quindi attorno alla metà del secolo.

Bibliografia di riferimento:
E. A. Safarik - F. Bottari, in La natura morta in Italia, a cura di F Porzio e Federico Zeri, Milano 1989, vol. I, pp. 326-328
G. Bocchi, U. Bocchi, Pittori di natura morta a Roma. Artisti italiani 1630-1750, Viadana, 2005, pp. 203-243
ESTIMATE € 4.000 - 5.000
64
PITTORE LOMBARDO DEL XVII SECOLO
San Giovanni Evangelista
Olio su lavagna, cm 29X37
Il dipinto raffigura San Giovanni Evangelista apostolo, autore del quarto vangelo, figlio di Zebedeo e Salomè, fratello dell'apostolo Giacomo il Maggiore e seguace di San Giovanni Battista. Secondo le antiche tradizioni cristiane Giovanni sarebbe morto in tarda età ad Efeso, ultimo sopravvissuto dei Dodici Apostoli e per la profondità speculativa dei suoi scritti è stato tradizionalmente indicato come 'il teologo' per antonomasia. L'opera riflette una datazione tarda seicentesca e l'autore si riconosce all'ambito della cultura pittorica lombarda, prossimo per gli esiti di stile a Giuseppe Nuvolone (Milano, 1619 - 1703). La superficie pittorica è in buone condizioni, certamente interessata da una vernice ossidata e sporca, ma attraverso cui è possibile percepire l'interessante stesura.

Bibliografia di riferimento:
F.M. Ferro, Nuvolone, una famiglia di pittori nella Milano del '600, Soncino 2003
ESTIMATE € 800 - 1.200
65
PITTORE DEL XVI-XVII SECOLO
Pergamena raffigurante tralcio di ramo con sorbe e ape
Tempera su pergamena, cm 23X16
Anche questa miniatura si riconduce agli esempi di Jacques Le Moyne de Morgues (Dieppe, 1533 ca. - 1588), artista francese attivo per la corte di Carlo IX, viaggiatore e scienziato di fama. A questo proposito è interessante il riferimento con una miniatura raffigurante un cardo esitata presso Sotheby's New York il 29 gennaio 1997, lotto n. 94 e proveniente dalla Collezione Eric Korner di Londra, che presenta il medesimo sfondo blu lapislazzulo e la cui paternità fu riconosciuta dal Dott. Rosy Schilling e Mr. Paul Hulton grazie ai confronti con le miniature conservate presso il British Museum.

Bibliografia di riferimento:
Paul Hulton, The Works of Jacques Le Moyne de Morgues, A Huguenot Artist in France, Florida and England, London 1977
ESTIMATE € 5.000 - 6.000
66
PITTORE DEL XVII SECOLO
Pergamena raffigurante ramo con castagna
Tempera su pergamena, cm 23X16
Bibliografia di riferimento:
Paul Hulton, The Works of Jacques Le Moyne de Morgues, A Huguenot Artist in France, Florida and England, London 1977.
ESTIMATE € 4.000 - 5.000
67
OTTAVIO MONFORT
(1646 - 1996)
Natura morta di frutta
Tempera su pergamena, cm 21X25
Pittore noto per la produzione di raffinate nature morte, dipinte a tempera su pergamena, le cui notizie sono scarne e le fonti del Settecento e dell'Ottocento non riportano informazioni utili a definirne la vicenda biografica. I primi passi della ricerca si devono ad Isarlow, che nel 1935 pubblicò una natura morta firmata di una collezione privata parigina. La probabile origine piemontese dell'artista si deve ad Andreina Griseri, che in occasione della mostra sulla pittura barocca in Piemonte del 1963, pubblica una serie d'opere del Castello di Settime, mentre nel 1971 la Pettenati rende nota una seconda natura morta firmata. A tutt'oggi però, le due sole composizioni datate, quella del 1680 raffigurante il 'Bambino Gesù in meditazione' e il 'Vaso di fiori' del 1689, ambedue di collezione privata, non risolvono completamente le problematiche per una sequenza cronologica del catalogo, affrontato da Marco Rosci in uno studio del 1985 e da una più precisa definizione dell'artista dal Chiappetti, in una recente mostra intitolata 'La seduzione della natura' curata da Alberto Cottino. Da queste ricerche è possibile stabilire che l'attività del Monfort parte dagli esempi di Giovanna Garzoni, attiva a Torino dal 1632 al 1637, a cui si possono accostare le giovanili pergamene del Museo di Asti.

Bibliografia di riferimento:
A. Cottino, Octavianus Monfort, in Natura morta italiana tra Cinquecento e Settecento, catalogo della mostra a cura di M.Gregori e J.G. Prinz von Hohenzollern, Milano 2002, p. 104, con bibliografia precedente
P. Chiapatti, M. Rosci, Octavianus Monfort, catalogo della mostra, Torino 1985
ESTIMATE € 4.500 - 5.500
68
MINIATORE DEL XVI-XVII SECOLO
Pergamena raffigurante fiori, frutti di bosco e insetti
Matita, acquerello e tempera su pergamena, cm 12X9,5
Questa interessante pergamena si data ancora al XV secolo, quando gli illustratori botanici praticavano la loro arte dedicandosi a ritrarre dal vero le diverse specie botaniche. Nel nostro caso il grado del dettaglio naturalistico non solo è di alta qualità, ma suggerisce altresì il riferimento all'artista Jacques Le Moyne de Morgues (c. 1533-1588).

Bibliografia di riferimento:
P. Hulton, The Works of Jacques Le Moyne de Morgues, A Huguenot Artist in France, Florida and England, London 1977.
ESTIMATE € 5.000 - 6.000
69
PITTORE FIAMMINGO DEL XVII-XVIII SECOLO
Studio di insetti
Olio su tavola, cm 14X18
Jan Van Kessel il Vecchio (Anversa, 1626 - 1669) fu allievo di Jan Brueghel il Giovane e Simon de Vos. Nella sua diversificata produzione il genere in cui eccelse fu la natura morta, in particolare realizzando raffinatissimi dipinti di piccolo formato a soggetto botanico ed entomologo con accuratezza e straordinaria qualità estetica e scientifica. Questa tipologia di opere fu altresì realizzata utilizzando sia supporti in rame che lignei, che presentano interessanti analogie di stile con l'opera qui presentata, la cui attribuzione al fiammingo si articola pensando a un suo allievo e seguace. Detto ciò è un dato oggettivo valutarne la qualità formale e cromatica, come la lenticolare descrizione degli insetti, con esiti non distanti dalle pergamene conservate presso l'Ashmolean Museum di Oxford.

Bibliografia di riferimento:
R. Pechère, a cura di, Fleurs et jardins dans l'art flamand, catalogo della mostra, Gand Musee des Beaux Arts, 1960 pp. 125 - 126, nn. 93 - 95
U. Krempel, Jan van Kassel, catalogo della mostra, Monaco 1973
ESTIMATE € 6.000 - 7.000
72
ANDREA VACCARO
(Napoli, 1604 - 1670)
San Sebastiano
Olio su tela, cm 81,5X65
Bibliografia:Giovanna Festa, in Il Seicento Sacro, catalogo della mostra a cura di Gianni Citro, Policastro 2012, pp. 44 - 45.
Opera che coniuga il caravaggismo partenopeo con la cultura emiliana e in modo particolare con gli aulici esempi reniani che l'artista acquisisce ed elabora attorno al quinto decennio, in sintonia con Massimo Stanzione e Bernardo Cavallino. Il dipinto raffigura il santo secondo la consueta tradizione iconografica, ma offre una mitigata rappresentazione del martirio eludendone gli aspetti drammatici. Il giovane, colto in primo piano, risalta sul fondale scuro grazie a una regia luministica che ne evidenzia la bellezza apollinea, le tonalità sono fredde, dal sapore porcellanato ma atte a modellare l'anatomia costruita con marcati passaggi d'ombra, creando un costrasto con la languidità scenica della posa. A confronto possiamo citare i dipinti di medesimo soggetto appartenenti alla Collezione Salomon di Milano e di collezione privata genovese, entrambi pubblicati da Nicola Spinosa nel catalogo della mostra 'Civiltà del Seicento a Napoli' (Napoli, 1984, vol. I, pag. 180 e vol. I, n. 2.268) che, databili allo scadere del quarto decennio, offrono un adeguato paramentro cronologico per collocare la tela in esame a un momento di poco succesivo.
ESTIMATE € 11.000 - 13.000