L’INTERVISTA/Horacio Pagani di Luca Violo
L’auto è l’essenza della modernità, l’icona stessa della velocità, che il movimento futurista agli inizi del XX secolo identificava come la proiezione tangibile del futuro. Per Horacio Pagani cosa significa creare autovetture di ricerca?
Progettare macchine da sogno è per noi un’emozione e una grande responsabilità. Dobbiamo fare in modo che le nostre creazioni accendano la passione. Nel lavoro mettiamo amore e dedizione, usiamo le nostre competenze che provengono da anni di studio e applicazione. È nel nostro dna la lezione di Leonardo Da Vinci che ci incentiva ad unire l’arte, la bellezza, alla ricerca, alla scienza. Tecnologia e design procedono unitamente. La cura dei dettagli è rivolta all’estetica quanto alla funzionalità: sono macchine che raggiungono i 350 km/h ed è perciò prioritaria l’attenzione alla sicurezza.
Come è possibile coniugare la bellezza della forma e l’eccellenza della prestazione?
In Pagani c’è un’unica filosofia, quella dell’assoluta dedizione al nostro lavoro di creativi. Ci vuole conoscenza, buongusto, voglia di migliorarsi, ossia mettere sempre in dubbio il lavoro fatto per capire se può essere perfezionato. Ciò che colpisce al primo sguardo è l’estetica: la ricerca è dunque orientata anche verso il bello perché quando la macchina è di fronte al cliente deve parlare, deve raccontare una storia, deve comunicare amore. Ecco, questa è la nostra missione.
Le Pagani come passione su misura. In un presente dove la riconoscibilità iconica è un binomio sempre vincente, come è possibile essere grandi pur rimanendo piccoli?
Viviamo in una terra conosciuta in tutto il mondo per essere la “Terra dei Motori”, il luogo dove sono nati alcuni tra i più grandi brand nel settore delle macchine sportive. Qui, nel 1914 nacque Maserati, poi Ferrari nel 1947, Lamborghini nel 1963. Solo in tempi più recenti è nata Pagani Automobili, come continuazione della Modena Design creata trent’anni fa. Oggi queste compagnie sfornano migliaia di vetture l’anno; nel nostro Atelier invece costruiamo una macchina a settimana e ognuna di esse è diversa dall’altra perché, come un abito di haute couture, è disegnata su misura per il cliente.
Una Pagani è un traguardo molto abito dal mercato collezionistico. L’investimento iniziale con il tempo si rivaluta in maniera esponenziale. Quali sono le ragioni di questo successo?
Assieme alla McLaren F1, la Zonda è stata tra le macchine sportive più ricercate sul mercato negli ultimi ventidue anni. Pur avendo dieci anni di meno della F1, la Pagani è la macchina che si è rivalutata di più nel tempo. Oggi ha un valore superiore dieci volte il suo prezzo di listino. Recentemente una F Roadster (creata in soli 25 esemplari), è stata venduta a 8 milioni di euro: per una macchina che nel 2010 costava 700 mila euro, è davvero un grande risultato che premia il cliente che ha creduto in noi. Chi ha acquistato una nostra vettura – e non parlo solo delle auto dello scorso decennio ma anche dei modelli Huayra attualmente in produzione – può vedere di gran lunga rivalutato il proprio investimento.
Cosa rappresenta per lei il Programma Rinascimento?
Pagani Rinascimento è un programma di restauro che ha come obiettivo quello di riportare le macchine al loro stato originale. Ogni macchina uscita dall’officina ha un suo “Librone” che raccoglie immagini, schede tecniche, disegni, dove meticolosamente è riportata ogni singola informazione di quella vettura, incluse le fasi e le metodologie di costruzione, i materiali usati: dalle parti meccaniche, agli impianti, agli interni, ai componenti – attualmente in officina abbiamo un magazzino da 20 milioni di euro, che per una piccola realtà come la nostra significa avere già a disposizione tutto quello che occorre per restaurare una macchina, compresi gli stampi originali e le parti in carbonio, lavorati a mano dai nostri artigiani specializzati. Oltre al libro dedicato all’intera storia della vettura a partire dalla sua nascita, vi è poi un “Librone” dedicato al restauro. Abbiamo digitalizzato i nostri disegni dal mio arrivo in Italia al periodo in Lamborghini e fino ad oggi. Abbiamo un team altamente specializzato di tecnici e artigiani che operano in squadra, che amano e curano il proprio lavoro in modo meticoloso. Di fatto, Pagani Rinascimento non si occupa solo di effettuare un minuzioso lavoro di recupero sulla macchina, ma anche di preservare la nostra storia. Pensiamo che sia un dovere nei confronti del cliente e una dimostrazione di affetto verso le nostre auto.
Pagani Arte è un branch dedicato ai progetti di industrial design firmato Pagani. Come vede la forma dell’auto del domani?
Pagani Arte è il branch high style dedicato all’interior design, agli oggetti di lusso, e alle tecnologie principalmente applicate al campo dell’aeronautica e dell’edilizia, con importanti commissioni in tutto il mondo. Il nostro obiettivo è sì una grande ricerca artistica, ma anche una grande ricerca scientifica. Per fare un esempio, abbiamo collaborato di recente con Airbus ACJ per fornire competenze sia in ambito di interior design per jet privati su grossi aerei che soluzioni tecnologiche d’avanguardia: abbiamo infatti alleggerito il peso dell’A319 di una tonnellata, usando i nostri materiali speciali. Attualmente stiamo lavorando con Gulfstream e Agusta Elicotteri. Il nostro obiettivo è portare queste tecnologie nel mondo delle auto da corsa e delle auto sportive.
Il Museo e l’Atelier rappresentano il passato ed il futuro della sua straordinaria ricerca automobilistica. Nel presente, cosa rappresentano?
Questa galleria e l’Atelier di produzione vogliono essere sia un omaggio all’arte automobilistica, sia un racconto più personale dei momenti fondamentali della nostra storia, che parte dall’Argentina e approda a Modena, dove per me si progettavano le macchine più belle al mondo. Il Museo conserva una collezione esclusiva di auto – dalle prime Zonda, alla Zonda Cinque, Zonda R, Huayra, fino ad oggi. Abbiamo voluto che il museo raccontasse la nostra visione, la nostra filosofia ispirata a Leonardo che vede arte e scienza camminare insieme, nel tentativo di contribuire a rimarcare quanto la ricerca sia importante, sia dal punto di vista stilistico, che meccanico e tecnologico. Stiamo ultimando la progettazione della C10, un lavoro partito quattro anni fa. Manca un anno alla sua presentazione ufficiale ed abbiamo venduto tutti gli esemplari previsti, già contiamo altre 76 nuove richieste. Amiamo le macchine romantiche degli anni Sessanta e, pur progettando auto assolutamente moderne, ci piace l’idea di riprendere quel quid che le ha rese belle, l’originalità e lo spirito del futurismo. Ogni macchina è il risultato di una lunga storia, che non può essere attuale senza aver avuto un passato.