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L’oggetto celibe. UNICO E PLURALE

In occasione del FuoriSalone 2021 Wannenes ha ospitato nei suoi prestigiosi spazi dal 4 al 10 settembre 2021 la mostra di Hoperaperta “L’oggetto celibe. Per un’arte da camera à réaction poétique” a cura di Patrizia Catalano e Maurizio Barberis, progetto promosso da 5Vie Art+Design. Il tema dell’Oggetto Celibe – ovvero di un oggetto non riproducibile perché non in grado di generare nulla al di là di sé stesso – è stato lanciato come provocazione da HoperAperta a un gruppo di artisti ed architetti, chiedendo loro un’opera che fosse unica nella sua precipua poetica artistica – tanto da farne un pezzo autoriale limited edition – ma anche plurale nell’interpretazione di un tema dall’impossibile soluzione. L’essere ‘celibi’ può avere molte valenze positive: significa avere una chiara idea della propria identità, chi sono, dove sono e, soprattutto, in che direzione mi sto orientando. Vuol dire cercare, attraverso la propria unicità, un dialogo con gli altri, non in virtù della similitudine ma attraverso una dinamica integrazione tra le differenze. Questo può generare un racconto plurimo e diversificato, fatto di molteplici narrazioni. Erano esposte nelle neoclassiche sale milanesi di Palazzo Recalcati le opere Maurizio Barberis, Alfonso Femia, Tiziano Guardini con Luigi Ciuffreda, Dario Ghibaudo, Duccio Grassi, Mariano Martin, Steve Piccolo, Rudy Ricciotti, Davide Valloppi, realizzate con la partecipazione di Cromonichel, De Castelli, Disegno Mobile, Fornace Brioni, Julia Marmi, Marmi Faedo, Metalltech, Oemmebi, Zeus, aziende italiane che rappresentano l’eccellenza nella lavorazione di materiali naturali, legno, metallo, pietra, marmo e terracotta, con un approccio ecosostenibile e di valorizzazione dell’ambiente in cui operano.