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MOA. La prima casa italiana dell’Orologio

Intervista a Giacomo Cora
Direttore del Museo dell’Orologeria Antica di Varallo

Come nasce l’idea del MOA – Museo dell’Orologeria Antica di Varallo?

L’idea nasce dall’esigenza di costituire in Italia un museo della grande e piccola orologeria, e al tempo stesso avvicinare il grande pubblico a quest’arte straordinaria. Con Valentina Santini – e la collaborazione del Comune di Varallo, che ci ha dotato di un ampio spazio espositivo adeguato a supportare il progetto – abbiamo pensato a un museo come occasione per illustrare 500 anni di storia dell’orologeria, ma anche come un punto di riferimento per lo studio di questo importante segmento di scienza, arte e tecnologia, che in Italia mancava. Con il MOA abbiamo quindi voluto colmare quest’assenza, e portare alla visione del pubblico cinque secoli di storia rivolta a tutte le tipologie dell’orologeria: dai proto-orologi, ai dittici, agli orologi solari, notturni, da tasca, da polso, da sveglia, fino ad arrivare ai grandi giganti buoni dell’orologeria – gli orologi da torre – di cui conserviamo un modello per secolo, dal Seicento al Novecento.

Come è stato progettato il MOA?

Il Museo è gestito dall’Associazione Italiana Studiosi di Orologeria, che in funzione e in sinergia al MOA ha progettato il primo forum on-line di incontro e confronto tra studiosi e appassionati di orologeria. Con l’aiuto dei nostri esperti approfondiamo argomenti diversi, e diamo un supporto di carattere storico, scientifico e tecnico ai temi che ci vengono portati all’attenzione. Sempre nel forum abbiamo creato la prima enciclopedia on-line dell’orologeria, in costante aggiornamento. Stiamo digitalizzando e abbiamo dato un ordine scientifico a tutta la documentazione tecnica e storica disponibile on-line, con immagini di repertorio, planche, testi di riferimento e molto altro, così da restituire – unitamente al Museo – una visione a tutto tondo dell’orologeria.

Sala per sala com’è strutturato il Museo?

La prima sala è riservata alla professione dell’orologiaio – come nasce un ingranaggio e come sono composti gli orologi – nonché alla strumentazione, con gli utensili e le forniture che servono per ricostruire e riparare un orologio; seguono la sala dedicata ai proto-orologi con gli esemplari più antichi che arrivano fino alla metà del Seicento; a seguire la sala del Settecento, il secolo delle innovazioni tecnologiche ed estetiche dell’orologeria; poi dell’Ottocento con i fasti del bronzo dorato, le evoluzioni tecniche, la magnificenza dell’Impero fino alla praticità della borghesia industriale di fine secolo; e infine del Novecento, con orologi elettromeccanici, virtuosismi Art Deco e i minuscoli movimenti da polso.

Quali sono gli esemplari più iconici della collezione del Museo?

Abbiamo orologi molto importanti, tra cui un orologio da tasca a coq francese, con cassa in bronzo e quadrante con cartouches in smalto, datato tra il 1670 e il 1690. Per quanto riguarda l’orologeria italiana, una rara pendola realizzata per lo Stato Pontificio, a cassa lunga, quadrante a sei ore e suoneria a quarti della metà del Settecento, proveniente da una prestigiosa collezione privata. Ancora, tra gli orologi da tasca, non manca in esposizione un Patek Philippe Gondolo con il suo corredo originale, firmato Philippe; tra quelli da polso conserviamo uno dei primi esemplari di Rolex.

L’orologio da tasca e da polso sono un indicatore sensibile per cogliere l’evoluzione del gusto attraverso l’alta orologeria, un esempio di equilibrio tra innovazione tecnica e bellezza estetica. In qualità anche di esperto, quali sono i master dell’orologeria antica e moderna del mercato italiano e internazionale?

Il mercato internazionale vuole esclusivamente oggetti importanti, rari, in uno stato di conservazione ottimo, e se possibile dotati del loro corredo originale, che ne accresce di molto il valore. Oggi, come sempre, le maison più ricercate sono Rolex, Vacheron Constantin, Patek Philippe, Cartier, Breguet e ultimamente gli orologiai indipendenti. L’icona dell’orologeria da tasca rimane Patek Philippe con i suoi orologi complicati, calendari perpetui, suonerie complicazioni varie; mentre da polso sono i pluricomplicati quelli attualmente più richiesti dal mercato. C’è poi un piccolo settore molto di lusso e molto particolare, che è l’orologeria di alta epoca, quindi dalla metà del Settecento fino alla Restaurazione e il Primo Impero, con oggetti che devono avere uno stato di conservazione e caratteristiche eccezionali. In questo momento, anche l’orologeria realizzata per il mercato cinese è molto ricercata dai collezionisti, quindi microperle, smalti, miniature sempre su smalto, decorazioni guilloché, champlevé, taille d’épargne, chevron su oro. Anche il mercato italiano è in ripresa, con un interesse crescente verso l’orologeria da tasca importante, a cui oggi il grande collezionismo guarda con attenzione, e che in qualità di esperto ho contribuito a rivitalizzare.