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PITTORE DEL XVII SECOLO
Martirio di San Bartolomeo
Olio su tela, cm 205X155
Olio su tela, cm 205X155
ESTIMATE € 20.000 - 25.000
I caratteri di stile e di scrittura dell'opera suggeriscono una datazione di poco anteriore alla metà del XVII secolo, mentre la peculiare interpretazione del caravaggismo evoca interessanti confronti con la produzione di Biagio Manzoni (attivo nel terzo e quarto decennio del XVII secolo). Gli elementi biografici noti sulla figura del 'misterioso Manzoni, affascinante caravaggesco della provincia romagnola' (M. Cellini, in 'Guido Cagnacci', Cinisello Balsamo 2008, pp. 270-271) sono assai scarni, le prime citazioni si devono all'abate Lanzi nel riferire di un Manzoni 'che cresceva a grande onore della pittura' e assassinato per invidia da Ferraù Fenzoni (L. Lanzi, 'Storia pittorica dell'Italia dal Risorgimento delle Belle Arti fin presso la fine del XVIII secolo', Bassano 1795-1796, a cura di M. Capucci, Firenze 1968-1974, III, p. 100). Il proseguire delle ricerche si devono a Roberto Longhi (cfr. R. Longhi, 'Michele Manzoni caravaggesco di periferia', in 'Paragone', 89, 1957, pp. 42-45) che sulla scorta lanziana raccolse un 'brevissimo gruppo di opere'. Lo studioso intravedeva l'artista tra i giovani formatisi a Roma tra il 1615 e il 1625, citando Gentileschi, Spadarino, Salini e Serodine, ma con uno stile più agro, spregiudicato per la sua bucolica e rustica ispirazione. A concludere il percorso critico si cita la mostra dedicata a Guido Cagnacci (cfr. 'Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni', catalogo della mostra a cura di D. Benati e A. Paolucci, Milano 2008, pp. 268-271, nn. 63-64) e l'intervento di Gianni Papi (cfr. 'La 'Schola' del Caravaggio. Dipinti della Collezione Koelliker', catalogo della mostra a cura di G. Papi, Ginevra-Roma 2006, pp. 144-145), che ultimi, contemplano bibliografi precedenti utili ma comunque contenute. La tela qui presentata esibisce una similitudine con il 'Martirio di San Sebastiano' del Louvre (fig. 1), non solo per la luminosità diffusa e il caricato naturalismo, ma altresì per alcuni dettagli morelliani percepibili osservando le mani dei protagonisti, così come le orecchie in evidenza e il modo di descrivere le capigliature. Analizzando queste composizioni scorgiamo anche una comune matrice tardo manierista per la compressione delle figure all'interno dello spazio. Un altro segnale di una possibile attribuzione è dato dal modo in cui sono delineati gli occhi, dalle palpebre spesse e socchiuse, il cui sguardo possiamo ritrovare nel 'Martirio di Sant'Eutropio' conservato nella Pinacoteca di Faenza e che dire invece dei piedi del 'Miracolo della Moneta' di collezione Koelliker, così simili e messi in evidenza come quelli del San Bartolomeo qui in catalogo. Come si è visto, non pochi sono i punti di appiglio attributivi per riconoscere il dipinto al Manzoni, proprio in virtù di un ostentato arcaismo, con le figure dalla fisicità un po' plebea, il modo caratteristico di costruire i panneggi su nervature emergenti e la 'carica espressiva, animata di spiriti ribaldamente popolareschi' (D. Benati, 2008).
LOTS
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WALTER JERVOLINO
WALTER JERVOLINO
Bondeno 1944 - San Mauro Torinese 2012
Il Portone n. 3
Firmato 'W Jervolino' in basso a destra
Olio su tavola, cm 32,3X25
Il Portone n. 3
Firmato 'W Jervolino' in basso a destra
Olio su tavola, cm 32,3X25
ESTIMATE € 200 - 500