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THREE LACQUERED AND GILT WOOD SCULPTURES, PROBABLY FLORENCE, 17TH-18TH CENTURY; WEAR, DEFECTS, SOME LOSSES AND DAMAGES, FINGERS RESTORATIONS, SCRATCHES (3)
raffiguranti mori, forse indiani delle Americhe, i due più piccoli poggianti su basi a mensola con voluta, quello maggiore inginocchiato su cuscino e con braccia tese verso l'alto, tutti con copricapo e gonnelle di piume e ornati da fibbie e bracciali in rame dorato, con inserti di pietre e paste vitree colorate; usure, difetti, alcune rotture e mancanze, restauri in alcune delle dita, graffi
Il singolo, alt. cm 65, larg. cm 47, prof. cm 30
La coppia, alt. cm 50, larg. cm 32, prof. cm 25
Il singolo, alt. cm 65, larg. cm 47, prof. cm 30
La coppia, alt. cm 50, larg. cm 32, prof. cm 25
ESTIMATE € 4.000 - 6.000
La moda di rappresentare figure more, in voga in tutta Europa così come in Italia, raggiunge l'apice nelle sue massime interpretazioni, quelle barocche, tra Sei e Settecento.
Nell'arredo ad esempio, sono molteplici le varianti e diversi gli usi, talvolta come torcieri e spesso con mensola reggivaso: come non ricordare, i poderosi gruppi del cosiddetto 'finimento Venier', scolpiti a Venezia a cavallo dei due secoli da Andrea Brustolon, conservati nel Museo di Ca' Rezzonico (C. Alberici, Il mobile veneto Milano, 1980, pp. 172-175, A. González-Palacios, Il Tempio del Gusto. Il Granducato di Toscana e gli stati settentrionali, Milano 1986, vol. II, pp. 345-347, figg. 735-736, E. Colle, Il mobile Barocco in Italia, Milano 2000, pp. 336-339) e considerati ancora oggi, tra i capolavori assoluti delle arti decorative. Noti poi alcuni lavori eseguiti in quel torno d'anni da artigiani al servizio della corte medicea, come la coppia di moretti reggitorcia per la cappella Palatina (A. G. P., op. citata, p. 193, fig. 420 e E. Colle, I mobili di Palazzo Pitti. Il periodo dei Medici, 1537-1737, Firenze 1997, pp. 246-247) e i due che reggono un vaso in terracotta di Guadalajara (A. G. P., op. citata, p. 193, fig. 418 e Colle, op. citata, Milano 2000, pp. 186-187)- come quelli in ebano, realizzati nel 1683 (a Palazzo Pitti) per Ferdinando de' Medici dal tedesco Balthasar Permoser, sono vestiti con gonnellini e copricapi piumati, e tutti raffigurano con ogni probabilità, indiani d'America.
Così anche i nostri tre mori, con cinturoni in rame dorato ornati da gemme policrome, che suggeriscono la loro derivazione dal gusto introdotto a Firenze dal Permoser (versione meno preziosa dei Mori con smeraldi di Dresda). In origine forse come parte di un apparato più ampio, ci raccontano di quello inginocchiato sul cuscino che solleva le braccia nell'atto di reggere, chissà, una cornice, e i due laterali intenti a richiamare quanto recato al centro, completi di alcuni attributi, nello specifico una conchiglia e uno specchio.
Nell'arredo ad esempio, sono molteplici le varianti e diversi gli usi, talvolta come torcieri e spesso con mensola reggivaso: come non ricordare, i poderosi gruppi del cosiddetto 'finimento Venier', scolpiti a Venezia a cavallo dei due secoli da Andrea Brustolon, conservati nel Museo di Ca' Rezzonico (C. Alberici, Il mobile veneto Milano, 1980, pp. 172-175, A. González-Palacios, Il Tempio del Gusto. Il Granducato di Toscana e gli stati settentrionali, Milano 1986, vol. II, pp. 345-347, figg. 735-736, E. Colle, Il mobile Barocco in Italia, Milano 2000, pp. 336-339) e considerati ancora oggi, tra i capolavori assoluti delle arti decorative. Noti poi alcuni lavori eseguiti in quel torno d'anni da artigiani al servizio della corte medicea, come la coppia di moretti reggitorcia per la cappella Palatina (A. G. P., op. citata, p. 193, fig. 420 e E. Colle, I mobili di Palazzo Pitti. Il periodo dei Medici, 1537-1737, Firenze 1997, pp. 246-247) e i due che reggono un vaso in terracotta di Guadalajara (A. G. P., op. citata, p. 193, fig. 418 e Colle, op. citata, Milano 2000, pp. 186-187)- come quelli in ebano, realizzati nel 1683 (a Palazzo Pitti) per Ferdinando de' Medici dal tedesco Balthasar Permoser, sono vestiti con gonnellini e copricapi piumati, e tutti raffigurano con ogni probabilità, indiani d'America.
Così anche i nostri tre mori, con cinturoni in rame dorato ornati da gemme policrome, che suggeriscono la loro derivazione dal gusto introdotto a Firenze dal Permoser (versione meno preziosa dei Mori con smeraldi di Dresda). In origine forse come parte di un apparato più ampio, ci raccontano di quello inginocchiato sul cuscino che solleva le braccia nell'atto di reggere, chissà, una cornice, e i due laterali intenti a richiamare quanto recato al centro, completi di alcuni attributi, nello specifico una conchiglia e uno specchio.
LOTS
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PAIR OF ITALIAN WOOD AND FABRIC SOFA, HALF 20TH CENTURY; MINOR WEAR AND DEFECTS (2)
PAIR OF ITALIAN WOOD AND FABRIC SOFA, HALF 20TH CENTURY; MINOR WEAR AND DEFECTS (2)
ESTIMATE € 2.000 - 3.000