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Umberto Gori e la maiolica italiana

Una Importante Collezione di Maioliche 14 dicembre 2021

Il prossimo 14 dicembre, nelle sale milanesi di Palazzo Recalcati, Wannenes disperde una importante collezione di maioliche, per lo più piatti e corredi di farmacia, riuniti a partire dagli anni Ottanta da Umberto Gori. La passione collezionistica nasce in Umberto Gori, pur impegnato in una luminosa carriera accademica e di consulente delle istituzioni, dall’incontro con il noto studioso Gian Carlo Bojani, direttore del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza: un incontro destinato a trasformarsi in una solida amicizia. Il grande interesse per la maiolica del collezionista sarà appoggiato e stimolato anche dalla moglie Adelaide e da quella che diventerà una continua frequentazione con studiosi e ricercatori della ceramica sia in Italia che all’estero. Una frequentazione resa più vivace anche dal gusto dell’ospitalità di casa Gori, diventata ben presto un centro di discussione e confronto sulla maiolica italiana. Il catalogo del prossimo dicembre presenta più di 200 lotti, che coprono un arco temporale dal XIV al XIX secolo: un insieme di grande interesse non solo dal punto di vista collezionistico ma anche storico-artistico, considerato che tra le maioliche illustrate, a fianco di esemplari tipici e caratteristici della miglior produzione dei vari centri ceramici, ve ne sono altri acquistati dal collezionista per il loro interesse documentario. Sono ceramiche, queste ultime, che costituiscono in qualche caso una vera sfida alla connosseurship ed alle ricerche degli specialisti. Come è caratteristico in raccolte di questa qualità, il nucleo dell’istoriato è importante, diremmo centrale: si va da opere di Venezia, Urbino e Pesaro (con Lanfranco delle Gabicce, si veda il piatto con “Gesù che perdona l’adultera”), Deruta (forse Giacomo Mancini, il Frate, con un piatto con San Gerolamo), fino a Casteldurante, Rimini e Roma. Deruta tra l’altro è ben rappresentata non solo con piatti di varie dimensioni ma anche con pezzi di forma, ceramiche per lo più a lustro. Bello e numeroso il nucleo delle maioliche araldiche, spesso compendiarie, diverse alzate e crespine. Presente anche la produzione ligure, e qui citeremo una alzata uscita dalle fornaci savonesi dei Guidobono, databile al 1690 e probabilmente eseguita in occasione del matrimonio tra Pier Antonio Filippo Franceschi e Maria Maddalena Alamanni nel 1688. Una certa attenzione si è data anche, nel comporre questa raccolta , anche a Castelli (e più in generale alle produzioni meridionali), presente con esemplari anche settecenteschi. Interessante la scelta fatta dal conoscitore anche nei confronti di una tipologia plastica caratteristica, le saliere, qui rappresentate non solo nella produzione urbinate, ma anche in quelle dell’Italia Meridionale, un campo che ancora si presta ad interessanti scoperte. Ed infine, nelle pagine del catalogo si troveranno anche delle sculture, e di grande dimensione, come la figura di Madonna per la quale qui si propone una provenienza dalle fornaci cinquecentesche dei Patanazzi ad Urbino.