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Tancredi. Il colore dell’emozione

Tancredi Parmeggiani (Feltre 1927 – Roma 1964), tra gli interpreti più originali e intensi della scena artistica italiana della seconda metà del ‘900, è stato l’unico artista, dopo Jackson Pollock, con il quale Peggy Guggenheim stringe un contratto, promuovendone l’opera, facendola conoscere ai grandi musei e collezionisti d’oltreoceano e organizzando alcune mostre, come quella del 1954 proprio a Palazzo Venier dei Leoni.

Nelle propria autobiografia la collezionista americana definì l’artista un suo “protetto” ricordandone le evoluzioni di stile: dal geometrismo neoplasticista di Theo van Doesburg all’action painting di Jackson Pollock, fino a decisivo passaggio al grande formato su consiglio di James Sweeney.

Un produzione creativa ed emotiva prorompente attraverso la parabola breve, ma folgorante, di questo grande interprete dell’arte del secondo dopoguerra, che prende l’abbrivio da una ricerca prettamente astratta, legata alla frammentazione del segno, svolta dall’artista feltrino nell’arco degli anni ’50, che nei primi anni ’60 si evolve in chiave esistenziale e politica, con una produzione di eccezionale vigore creativo e drammatica euforia.

Omaggio a Kandinski, Klee, Picasso e Osvaldo Licini. Rivelazione, è una tempera su carta applicata su tela del 1960 (lotto 24, stima 50.000 – 70.000 euro)  – che sarà esitata nella prossima asta di Arte Moderna e Contemporanea che si terrà a Milano il 5 luglio 2022 che rende manifesto il fascino ancora intatto della sua pittura, che ha le sua profonde radici in una gestualità convulsa di segni rapidi e infinitesimali, irradianti nello spazio dipinto con cosmogonie, costellazioni, contrazioni, deflagrazioni ed espansioni.