Il ritratto nelle monete è connesso al Rinascimento tardo cinquecentesco, quando alla prerogativa della sovranità si aggiunse la verosimiglianza fisionomica, preferibilmente di profilo perché offriva maggiori possibilità di caratterizzazioni. In molti casi sappiamo che i ritratti erano disegnati dal vero, tratti al naturale. La moneta come immagine realistica del potere cambia significato alla metà del XV secolo venendo incontro ad un nuovo concetto di individuo, di una committenza signorile che disponeva di fondi, di corti e di artisti, e per la quale anche la moneta diventava un supporto di immagine ora sempre più disponibile per diversi motivi fondamentali: l’oggettiva ricchezza disponibile, e ancor più forse la necessità di mostrarla manifestando il volto del signore in forme nuove e personali; il diametro delle monete divenne progressivamente più largo e lo si sfruttò per rappresentare i principi e il loro “immaginario”. I nuovi signori dimostrarono la ricchezza nelle vesti, nei palazzi, nelle committenze artistiche con un consumismo ante-litteram, e si mostrarono su medaglie e poi alcuni su monete come re e imperatori.
Nell’asta web-only di Monete che terminerà il 16 giugno prossimo saranno presenti un doppio ducato in oro con l’effige di Gian Galeazzo Maria Sforza (lotto 26, stima 30.000 – 35.000 euro) e Ludovico Maria Sforza detto il Moro (lotto 27, stima 22.000 – 28.000 euro) che rappresentano la perfetta sintesi tra fisionomica – ovvero l’imitazione delle fattezze individuali per un ritratto realistico – e fisiognomica – che ne caratterizza l’espressione psicologica. Due monete tra le più belle e ambite di sempre, che riflettono il forte carattere di entrambi, e che devono entrare di diritto nella raccolta di ogni collezionista di monete
Lotto 26
Zecche Italiane. Milano.
Gian Galeazzo Visconti (1476-1494). Doppio Ducato
Oro, 6,96 gr, 28 mm. SPL
Stima € 30.000 – 35.000
Lotto 27
Zecche Italiane. Milano
Ludovico Maria Sforza (1494-1500). Doppio Ducato
Oro, 6,97 gr, 25 mm., SPL
Stima € 22.000 – 28.000