1289
BERNARDO STROZZI
(Campo Ligure, 1581 - Venezia, 1644)
Santa Apollonia
Olio su tela, cm 71X56
Santa Apollonia
Olio su tela, cm 71X56
ESTIMATE € 40.000 - 70.000
Provenienza:
Roma, collezione Chigi
Roma, collezione del Marchese Franco Navarra Viggiani
Roma, Jandolo (1950)
Londra, mercato antiquario (1980)
Italia, collezione privata
Bibliografia:
Catalogo della vendita all'asta pubblica della raccolta di mobili, quadri antichi e del secolo XIX, porcellane, argenteria ... e quanto arreda il magnifico appartamento del Marchese Generale Franco Navarra Viggiani: Vendita lunedì 11 dicembre 1950 e seguenti ... / Casa di Vendite Ugo Jandolo, Roma 1950, n. 344, tav. 2
L. Mortari, Su Bernardo Strozzi, in Bollettino D'arte, 1955, IV, ottobre-dicembre XL, pp. 311-333 (citata a p. 330- p. 332 insieme a una tela raffigurante La Musica verosimilmente da riconoscere nella Santa Cecilia)
L. Mortari, Bernardo Strozzi, Roma 1966, p. 332 n. 285
L. Mortari, Fine Art International, catalogo della mostra New York 1981, London 1981 (consultando la bibliografia della Mortari non si riscontrano riferimenti più precisi inerenti a questa voce)
L. Mortari, Bernardo Strozzi, Roma 1995, p. 122 n. 285 (non illustrata e confusa con la tela già delle collezione Charpentier di Parigi e datata agli anni genovesi 1620-1625 (cfr. Mortari 1995, p. 122, n. 184- Londra, Sotheby's l'8 dicembre 2016, lotto157, nota 3)
Archivi Federico Zeri, n. 60521
I dipinti qui presentati si devono considerare un contributo importante al catalogo di Bernardo Strozzi, perché nella monografia di Luisa Mortari la scheda dedicata alla Sant’Apollonia è priva di illustrazione, mentre nel recente volume di Camillo Manzitti l’opera non è contemplata. Per quanto riguarda la Santa Cecilia invece, le immagini pubblicate sono praticamente illeggibili, non consentono di distinguere lo strumento musicale e gli autori hanno descritto la figura come Santa martire, indicando una conoscenza solo su fotografia. Detto ciò, la loro osservazione “dal vero” rivela una qualità e una scioltezza pittorica straordinaria, che riscontriamo nelle migliori creazioni dell’artista e per quanto riguarda la Sant’Apollonia, possiamo asserire di trovarci al cospetto della versione migliore, rivelano le evidenti debolezze di stesura delle altre redazioni. Un analogo giudizio si può esprimere sulla Santa Cecilia in cui constatiamo oltre a essere un “unicum” una affine e diacronica libertà gestuale del dipingere, in cui l’artista costruisce i volumi e tratta le superfici con pennellate grasse di colore, connotando il carattere distintivo della sua arte. In entrambi i casi, osserviamo una eccellente ideazione stratigrafica conseguita irrobustendo la pasta pittorica per accentuare la luminosità e ottenere per “riserva” gli scuri che emergono dalla preparazione e sulla quale emergono i volumi grazie a fluide lumeggiature. È quindi indiscutibile come a partire dai primi anni Venti, lo Strozzi abbia coniato un linguaggio che rispondeva perfettamente al sentimento cromatico di Pietro Paolo Rubens e al naturalismo dei colleghi milanesi, giungendo a una espressività pienamente barocca, ma in cui si evince il gusto di ritrarre “al naturale”. I confini imposti dalla superficie non limitano la sua capacità d’evocare una profondità scenica, ottenuta grazie alla fuga prospettica suggerita dalla digradante luminosità dello sfondo, artificio appropriato per suggerire il “tuttotondo” delle figure e la loro coerente inclusione dello spazio. Si deve infine valutare il possibile scarto cronologico tra le due opere, condividendo la possibilità di datare la Santa Apollonia alla metà del terzo decennio e la Santa Cecilia alla maturità, vale a dire intorno al 1640. Nondimeno, la percezione tonale delle cromie, le raffinate velature che si frappongono nell’emergere delle pennellate, inducono a meditare su una comune genesi al tardo periodo genovese, che preannunciano gli esiti della splendida Allegoria della Primavera e dell’Estate conservata alla National Gallery di Dublino, ma come indicato da Michela Fasce, la preparazione rossa distinguibile a una osservazione ravvicinata indicherebbe una esecuzione oramai veneziana. (1640 circa, cfr. Manzitti 2013, p. 207, n. 301, tav. XXV) e alla “continuità di modelli tra Genova e Venezia” (cfr. Galassi 2019).
Bibliografia di riferimento:
F. R. Pesenti, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola. L'officina di Bernardo Strozzi, Quaderno della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Liguria, 3, Genova 1981, pp. 57-62
F. R. Pesenti, Bernardo Strozzi, in La Pittura in Liguria. Artisti del primo Seicento, Genova 1986, pp. 9-32
Bernardo Strozzi 1582 - 1644, catalogo della mostra a cura di A. Orlando e D. Sanguineti, Genova 2019
L. Borean, Bernardo Strozzi a Venezia tra mestiere, collezionismo e mercato nel Sei e Settecento, in Bernardo Strozzi 1582 - 1644, catalogo della mostra a cura di A. Orlando e D. Sanguineti, Genova 2019, pp. 325-331
M. C. Galassi, Le Cuoche: continuità di modelli tra Genova e Venezia, in Bernardo Strozzi 1582-1644, catalogo della mostra a cura di A. Orlando e D. Sanguineti, Genova 2019, pp. 333-339
Roma, collezione Chigi
Roma, collezione del Marchese Franco Navarra Viggiani
Roma, Jandolo (1950)
Londra, mercato antiquario (1980)
Italia, collezione privata
Bibliografia:
Catalogo della vendita all'asta pubblica della raccolta di mobili, quadri antichi e del secolo XIX, porcellane, argenteria ... e quanto arreda il magnifico appartamento del Marchese Generale Franco Navarra Viggiani: Vendita lunedì 11 dicembre 1950 e seguenti ... / Casa di Vendite Ugo Jandolo, Roma 1950, n. 344, tav. 2
L. Mortari, Su Bernardo Strozzi, in Bollettino D'arte, 1955, IV, ottobre-dicembre XL, pp. 311-333 (citata a p. 330- p. 332 insieme a una tela raffigurante La Musica verosimilmente da riconoscere nella Santa Cecilia)
L. Mortari, Bernardo Strozzi, Roma 1966, p. 332 n. 285
L. Mortari, Fine Art International, catalogo della mostra New York 1981, London 1981 (consultando la bibliografia della Mortari non si riscontrano riferimenti più precisi inerenti a questa voce)
L. Mortari, Bernardo Strozzi, Roma 1995, p. 122 n. 285 (non illustrata e confusa con la tela già delle collezione Charpentier di Parigi e datata agli anni genovesi 1620-1625 (cfr. Mortari 1995, p. 122, n. 184- Londra, Sotheby's l'8 dicembre 2016, lotto157, nota 3)
Archivi Federico Zeri, n. 60521
I dipinti qui presentati si devono considerare un contributo importante al catalogo di Bernardo Strozzi, perché nella monografia di Luisa Mortari la scheda dedicata alla Sant’Apollonia è priva di illustrazione, mentre nel recente volume di Camillo Manzitti l’opera non è contemplata. Per quanto riguarda la Santa Cecilia invece, le immagini pubblicate sono praticamente illeggibili, non consentono di distinguere lo strumento musicale e gli autori hanno descritto la figura come Santa martire, indicando una conoscenza solo su fotografia. Detto ciò, la loro osservazione “dal vero” rivela una qualità e una scioltezza pittorica straordinaria, che riscontriamo nelle migliori creazioni dell’artista e per quanto riguarda la Sant’Apollonia, possiamo asserire di trovarci al cospetto della versione migliore, rivelano le evidenti debolezze di stesura delle altre redazioni. Un analogo giudizio si può esprimere sulla Santa Cecilia in cui constatiamo oltre a essere un “unicum” una affine e diacronica libertà gestuale del dipingere, in cui l’artista costruisce i volumi e tratta le superfici con pennellate grasse di colore, connotando il carattere distintivo della sua arte. In entrambi i casi, osserviamo una eccellente ideazione stratigrafica conseguita irrobustendo la pasta pittorica per accentuare la luminosità e ottenere per “riserva” gli scuri che emergono dalla preparazione e sulla quale emergono i volumi grazie a fluide lumeggiature. È quindi indiscutibile come a partire dai primi anni Venti, lo Strozzi abbia coniato un linguaggio che rispondeva perfettamente al sentimento cromatico di Pietro Paolo Rubens e al naturalismo dei colleghi milanesi, giungendo a una espressività pienamente barocca, ma in cui si evince il gusto di ritrarre “al naturale”. I confini imposti dalla superficie non limitano la sua capacità d’evocare una profondità scenica, ottenuta grazie alla fuga prospettica suggerita dalla digradante luminosità dello sfondo, artificio appropriato per suggerire il “tuttotondo” delle figure e la loro coerente inclusione dello spazio. Si deve infine valutare il possibile scarto cronologico tra le due opere, condividendo la possibilità di datare la Santa Apollonia alla metà del terzo decennio e la Santa Cecilia alla maturità, vale a dire intorno al 1640. Nondimeno, la percezione tonale delle cromie, le raffinate velature che si frappongono nell’emergere delle pennellate, inducono a meditare su una comune genesi al tardo periodo genovese, che preannunciano gli esiti della splendida Allegoria della Primavera e dell’Estate conservata alla National Gallery di Dublino, ma come indicato da Michela Fasce, la preparazione rossa distinguibile a una osservazione ravvicinata indicherebbe una esecuzione oramai veneziana. (1640 circa, cfr. Manzitti 2013, p. 207, n. 301, tav. XXV) e alla “continuità di modelli tra Genova e Venezia” (cfr. Galassi 2019).
Bibliografia di riferimento:
F. R. Pesenti, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola. L'officina di Bernardo Strozzi, Quaderno della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Liguria, 3, Genova 1981, pp. 57-62
F. R. Pesenti, Bernardo Strozzi, in La Pittura in Liguria. Artisti del primo Seicento, Genova 1986, pp. 9-32
Bernardo Strozzi 1582 - 1644, catalogo della mostra a cura di A. Orlando e D. Sanguineti, Genova 2019
L. Borean, Bernardo Strozzi a Venezia tra mestiere, collezionismo e mercato nel Sei e Settecento, in Bernardo Strozzi 1582 - 1644, catalogo della mostra a cura di A. Orlando e D. Sanguineti, Genova 2019, pp. 325-331
M. C. Galassi, Le Cuoche: continuità di modelli tra Genova e Venezia, in Bernardo Strozzi 1582-1644, catalogo della mostra a cura di A. Orlando e D. Sanguineti, Genova 2019, pp. 333-339
LOTS
1086
GIOVANNI STEFANO DANEDI detto MONTALTO (attr. a)
GIOVANNI STEFANO DANEDI detto MONTALTO (attr. a)
(Treviglio, 1612 - Milano, 1690)
Sant'Antonio con il Bambino
Olio su tela, cm 140,5X112
Sant'Antonio con il Bambino
Olio su tela, cm 140,5X112
ESTIMATE € 400 - 700
1085
GIUSEPPE PALMIERI (attr. a)
GIUSEPPE PALMIERI (attr. a)
(Genova, 1674 - 1740)
Nascita della Vergine
Olio su tela, cm 38X28
Nascita della Vergine
Olio su tela, cm 38X28
ESTIMATE € 200 - 500
1083
PITTORE DEL XVIII-XIX SECOLO
PITTORE DEL XVIII-XIX SECOLO
Ritratto di giovane dama alla spinetta
Olio su tela, cm 78X67
Olio su tela, cm 78X67
ESTIMATE € 300 - 500
1082
PITTORE PIEMONTESE DEL XVII-XVIII SECOLO
PITTORE PIEMONTESE DEL XVII-XVIII SECOLO
Santa Veronica
Olio su tela, cm 100X81
Olio su tela, cm 100X81
ESTIMATE € 400 - 700
1081
DOMENICO GUIDOBONO
DOMENICO GUIDOBONO
(Savona, 1668 - Napoli, 1746)
San Giuseppe
Olio su tela, cm 74X59
San Giuseppe
Olio su tela, cm 74X59
ESTIMATE € 1.000 - 2.000
1080
PITTORE DEL XVIII SECOLO
PITTORE DEL XVIII SECOLO
Madonna in gloria e i Santi Andrea e Grato d'Aosta
Olio su tela, cm 83,5X64
Olio su tela, cm 83,5X64
ESTIMATE € 500 - 800
1078
PITTORE DEL XVIII-XIX SECOLO
PITTORE DEL XVIII-XIX SECOLO
Bozzetto con Ascensione della Vergine
Olio su tela, cm 30,5X27
Olio su tela, cm 30,5X27
ESTIMATE € 400 - 700
1077
PITTORE DEL XVII-XVIII SECOLO
PITTORE DEL XVII-XVIII SECOLO
Conversione di San Paolo
olio su tela, cm 175X190
olio su tela, cm 175X190
ESTIMATE € 3.000 - 5.000
1076
AUGUST QUERFURT (attr. a)
AUGUST QUERFURT (attr. a)
(Wolfenbuttel, 1696 - Vienna, 1761)
Battaglia tra cavallerie europee
Olio su tela, cm 70,5X96
Battaglia tra cavallerie europee
Olio su tela, cm 70,5X96
ESTIMATE € 1.000 - 2.000
1075
JAN GABRIELSZ SONJÉ
JAN GABRIELSZ SONJÉ
(Delft, 1625 - Rotterdam, 1707)
Veduta della campagna romana
Siglato JS in basso a sinistra
Olio su tela, cm 40X62,5
Veduta della campagna romana
Siglato JS in basso a sinistra
Olio su tela, cm 40X62,5
ESTIMATE € 500 - 800