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AND ROSEWOOD AND VIOLET WRITING DESK, LATE 19TH CENTURY; WEAR, SOME DAMAGES AND LOSSES, RESTORATIONS, BURNISHING, OXIDATION, PARTS TO BE FIXED
impianto sagomato interamente ornato da montature e profili in bronzo dorato, quelli angolari a rilievo e floreali, fronte e retro scandito da cassetti e sportelli, quelli laterali celanti serie di piccoli cassetti portadocumenti, nella parte posteriore del piano alloggia barriera in bronzo dorato e vetro; usure, alcune rotture e mancanze nell'impiallacciatura, restauri, brunitura e ossidazione nel bronzo, parti da fissare, una bocchetta mancante
Alt. cm 78 (con barriera in cristallo cm 95), larg. cm 207, prof. cm 124
Alt. cm 78 (con barriera in cristallo cm 95), larg. cm 207, prof. cm 124
ESTIMATE € 10.000 - 15.000
Provenienza:
Roma, collezione privata
Racconigi, Castello Reale
Monza, Villa Reale
L'imponente scrivania, come attesta il numero di inventario inciso al suo interno, risulta provenire dalla Villa Reale di Monza dove venne registrata per la prima volta nell'inventario degli arredi di 'Proprietà Privata di S. M.' contraddistinto dalla lettera 'N', e redatto tra il 1881 e il 1910. Attualmente tale documento è conservato nell'Archivio Storico della Presidenza della Repubblica, nel fondo del Ministero della Real Casa, Registri del patrimonio mobiliare delle Residenze Reali in Italia, n. 174, Inventario N, volume 1.
Nel citato inventario al n. 1387 è descritta infatti 'Una scrivania grandissima di legno ebano violato e di noce d'India con guarnizioni di bronzo dorato e cesellato di forma quadrilunga senza gambe con tiretti e sportelli a chiave. Galleria al piano formata di un telaio di bronzo e cristalli. Misura m. 2,10x1,25 ; alta cm 80'.
Si tratta con tutta evidenza del nostro arredo che fino al 1908 si trovava collocato nella 'Sala dell'Appartamento di S. M. la Regina'. Proprio il 12 agosto di quell'anno la scrivania fu tolta dalla reggia di Monza per essere trasferita nel castello di Racconigi (a margine della descrizione inventariale è riportata la seguente iscrizione: '1908 ; 12 Agosto ; a Racconigi B 74').
Qui dovette vederla l'antiquario romano Filippo Tavazzi, bisnonno degli attuali proprietari, che la acquistò tramite i buoni uffici dell'allora Ministro della Real Casa, Falcone Lucifero. Tavazzi probabilmente era in contatto con gli ambienti della corte sabauda gestendo anche, insieme ai fratelli Jandolo, una famosa casa d'aste in via del Babuino da dove transitarono gran parte delle collezioni d'arte messe all'incanto tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del secolo seguente.
Con tutta probabilità, vista l'eccezionale provenienza del nostro mobile, l'antiquario volle tenerlo per sé e tramandarlo ai suoi eredi, avendo cura di segnalare verbalmente la sua origine regale. Se però, grazie ai documenti inventariali, sappiamo ora con certezza la provenienza della scrivania, incerto rimane ancora il nome del suo autore che sicuramente si ispirò alle forme bombate della mobilia settecentesca francese per eseguire la struttura mossa delle superfici decorate con le impiallacciature in 'bois de rose' ed ebano violetto a loro volta riquadrate dalle preziose incorniciature in bronzo cesellato e dorato.
In base alla sua originale rivisitazione dello stile rocaille, tale arredo potrebbe essere uscito da una delle numerose manifatture attive nel territorio milanese e specializzate nella produzione di mobilia in stile come ad esempio i laboratori dei Fratelli Andreoni, di Giuseppe Speluzzi, di Ferdinando Pogliani, di Luigi Brambilla, della vedova Arrigoni o di Luigi Cassani che godettero di grande popolarità presso la committenza internazionale nel realizzare anche arredi neo-settecenteschi (E. Colle, Il mobile dell'Ottocento in Italia. Arredi e decorazioni d'interni dal 1815 al 1900, Milano 2007).
Assegnata a Umberto e Margherita di Savoia, la villa di Monza fu riarredata dai sovrani a partire dagli anni ottanta dell'Ottocento grazie agli interventi decorativi del marchese di Villamarina in collaborazione con l'architetto Tarantola a cui subentrò, poco più tardi, Achille Majnoni d'Intignano che impresse agli interni neoclassici della reggia il suo gusto neo rococò, promuovendo contemporaneamente anche l'acquisto di nuovi mobili in stile, come ad esempio la scrivania in legno violetto con rifiniture in bronzo dorato, copiata da analoghi modelli Luigi XV francesi da Giuseppe Speluzzi nel 1893 e assai vicina per gusto al nostro esemplare (R. Valeriani, Da Pio IX a Umberto I, in A. Gonzàlez Palacios, Il patrimonio artistico del Quirinale. I mobili italiani, Milano 1996, p. 31, fig. 15).
Enrico Colle
Bibliografia di riferimento:
R. Valeriani, op. citata
E. Colle, op citata
Roma, collezione privata
Racconigi, Castello Reale
Monza, Villa Reale
L'imponente scrivania, come attesta il numero di inventario inciso al suo interno, risulta provenire dalla Villa Reale di Monza dove venne registrata per la prima volta nell'inventario degli arredi di 'Proprietà Privata di S. M.' contraddistinto dalla lettera 'N', e redatto tra il 1881 e il 1910. Attualmente tale documento è conservato nell'Archivio Storico della Presidenza della Repubblica, nel fondo del Ministero della Real Casa, Registri del patrimonio mobiliare delle Residenze Reali in Italia, n. 174, Inventario N, volume 1.
Nel citato inventario al n. 1387 è descritta infatti 'Una scrivania grandissima di legno ebano violato e di noce d'India con guarnizioni di bronzo dorato e cesellato di forma quadrilunga senza gambe con tiretti e sportelli a chiave. Galleria al piano formata di un telaio di bronzo e cristalli. Misura m. 2,10x1,25 ; alta cm 80'.
Si tratta con tutta evidenza del nostro arredo che fino al 1908 si trovava collocato nella 'Sala dell'Appartamento di S. M. la Regina'. Proprio il 12 agosto di quell'anno la scrivania fu tolta dalla reggia di Monza per essere trasferita nel castello di Racconigi (a margine della descrizione inventariale è riportata la seguente iscrizione: '1908 ; 12 Agosto ; a Racconigi B 74').
Qui dovette vederla l'antiquario romano Filippo Tavazzi, bisnonno degli attuali proprietari, che la acquistò tramite i buoni uffici dell'allora Ministro della Real Casa, Falcone Lucifero. Tavazzi probabilmente era in contatto con gli ambienti della corte sabauda gestendo anche, insieme ai fratelli Jandolo, una famosa casa d'aste in via del Babuino da dove transitarono gran parte delle collezioni d'arte messe all'incanto tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del secolo seguente.
Con tutta probabilità, vista l'eccezionale provenienza del nostro mobile, l'antiquario volle tenerlo per sé e tramandarlo ai suoi eredi, avendo cura di segnalare verbalmente la sua origine regale. Se però, grazie ai documenti inventariali, sappiamo ora con certezza la provenienza della scrivania, incerto rimane ancora il nome del suo autore che sicuramente si ispirò alle forme bombate della mobilia settecentesca francese per eseguire la struttura mossa delle superfici decorate con le impiallacciature in 'bois de rose' ed ebano violetto a loro volta riquadrate dalle preziose incorniciature in bronzo cesellato e dorato.
In base alla sua originale rivisitazione dello stile rocaille, tale arredo potrebbe essere uscito da una delle numerose manifatture attive nel territorio milanese e specializzate nella produzione di mobilia in stile come ad esempio i laboratori dei Fratelli Andreoni, di Giuseppe Speluzzi, di Ferdinando Pogliani, di Luigi Brambilla, della vedova Arrigoni o di Luigi Cassani che godettero di grande popolarità presso la committenza internazionale nel realizzare anche arredi neo-settecenteschi (E. Colle, Il mobile dell'Ottocento in Italia. Arredi e decorazioni d'interni dal 1815 al 1900, Milano 2007).
Assegnata a Umberto e Margherita di Savoia, la villa di Monza fu riarredata dai sovrani a partire dagli anni ottanta dell'Ottocento grazie agli interventi decorativi del marchese di Villamarina in collaborazione con l'architetto Tarantola a cui subentrò, poco più tardi, Achille Majnoni d'Intignano che impresse agli interni neoclassici della reggia il suo gusto neo rococò, promuovendo contemporaneamente anche l'acquisto di nuovi mobili in stile, come ad esempio la scrivania in legno violetto con rifiniture in bronzo dorato, copiata da analoghi modelli Luigi XV francesi da Giuseppe Speluzzi nel 1893 e assai vicina per gusto al nostro esemplare (R. Valeriani, Da Pio IX a Umberto I, in A. Gonzàlez Palacios, Il patrimonio artistico del Quirinale. I mobili italiani, Milano 1996, p. 31, fig. 15).
Enrico Colle
Bibliografia di riferimento:
R. Valeriani, op. citata
E. Colle, op citata
LOTS
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A WALNUT COMMODE, 17TH-18TH CENTURY; WEAR, DAMAGES, LOSSES, RESTORATIONS, REPLACEMENTS, SUBSTITUTIONS
A WALNUT COMMODE, 17TH-18TH CENTURY; WEAR, DAMAGES, LOSSES, RESTORATIONS, REPLACEMENTS, SUBSTITUTIONS
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
325
A GILT AND SCULPTED WOOD FRAME, 16TH CENTURY; WEAR, SOME DAMAGES AND LOSSES, RESTORATIONS
A GILT AND SCULPTED WOOD FRAME, 16TH CENTURY; WEAR, SOME DAMAGES AND LOSSES, RESTORATIONS
ESTIMATE € 1.000 - 1.200