799
NUNZIO FERRAIUOLI
(Nocera dei Pagani, 1660-1661 - Bologna, 1735)
CIRO MARIA PARIS PORRONI detto IL MUTO
(Bologna, 1704 - 1784)
CIRO MARIA PARIS PORRONI detto IL MUTO
(Bologna, 1704 - 1784)
ESTIMATE € 800 - 1.200
Paesaggio con San Francesco
Olio su rame adagiato su tavola antica, cm 16X12
Sul verso reca una scritta antica che recita: 'Il Paese è del Nuzio la figura del Muto di Bologna'.
Il dipinto, la cui attribuzione è stata confermata da Angelo Mazza, oltre alle sue prerogative estetiche offre un interessantissimo documento storico sull'attività del paesista di origini napoletane Nunzio Ferraiuoli e il pittore bolognese Ciro Maria Porroni. Il Ferraioli ricoprì un ruolo di rilievo tra i paesisti bolognesi del Settecento, tanto che nel 1719 l'Orlandi lo definisce 'uguale all'Albano, al Brilli, al Poussin, a Salvator Rosa, a Claudio Lorenese': una lode eccessiva dovuta 'all'amicizia ch'era fra loro' afferma il Lanzi, che peraltro riconosce al pittore 'uno stile misto di forestiero e di albanesco, toltone il colore che ha meno del vero': giudizi che, al di là degli elogi esagerati, peraltro non condivisi dallo Zanotti (1739) e dal Crespi (1769), hanno condizionato la storiografia successiva fino al Longhi (Cfr. G. Zucchini - R. Longhi, Mostra del Settecento bolognese, Bologna 1935, p. 39), il quale gli riconosce di aver portato 'nel paesaggio classicista della traduzione albanesca un senso di maggior contrasto ottico che è desunto dalla tradizione meridionale di Salvator Rosa'. Detto ciò, Ferraiuoli nel 1682 è a Bologna nella bottega del Dal Sole e le fonti, oltre agli ovali della chiesa di San Salvatore a Bologna, lo indicano impegnato a dipingere piccoli rami. Altra collaborazione illustre del nostro maestro fu con Francesco Monti (Cfr. R. Roli, Pittura Bolognese 1650-1800. Dal Cignani ai Gandolfi, 1977, p. 281), che segna il successo con la sua partecipazione all'impresa delle Tombe allegoriche commissionate dal mercante irlandese Oweri Mc Swiny (A. Mazza, Pittori bolognesi e veneziani per una «gloriosa» iniziativa europea: le «Tombe allegoriche» di Mc Swiny, in La pittura emiliana nel Veneto, a cura di S. Marinelli, Modena 1999, pp. 177-192). Al periodo della sua collaborazione con il Monti si colloca il rame in esame, che vede nell'intervento di figura la mano del raro Porroni, la cui vicenda critica è particolarmente recente e si delinea, per la sua produzione profana, grazie agli studi di Angelo Mazza che gli ha ricondotto la tela di collezione Molinari Pradelli raffigurante Medoro incide sull'albero il nome di Angelica.
Bibliografia di riferimento:
A. Mazza, 'Quadri di un'esposizione - pittura barocca nella collezione del maestro Francesco Molinari Pradelli', Bologna 2012, pp. 103, 202-203, con bibliografia precedente
A. Mazza, 'Felsina sempre pittrice - Acquisizioni d'arte e donazioni per la storia di Bologna (2014-2016)', Bologna 2016, pp. 122-125, con bibliografia precedente.
A. Mazza, in 'Storie Barocche. Da Guercino a Serra e Savolini nella Romagna del Seicento', catalogo della mostra a cura di M. Cellini, Cesena 2004, p. 181.
A. Cera, 'La pittura bolognese del '700', Milano 1994 ad vocem
Olio su rame adagiato su tavola antica, cm 16X12
Sul verso reca una scritta antica che recita: 'Il Paese è del Nuzio la figura del Muto di Bologna'.
Il dipinto, la cui attribuzione è stata confermata da Angelo Mazza, oltre alle sue prerogative estetiche offre un interessantissimo documento storico sull'attività del paesista di origini napoletane Nunzio Ferraiuoli e il pittore bolognese Ciro Maria Porroni. Il Ferraioli ricoprì un ruolo di rilievo tra i paesisti bolognesi del Settecento, tanto che nel 1719 l'Orlandi lo definisce 'uguale all'Albano, al Brilli, al Poussin, a Salvator Rosa, a Claudio Lorenese': una lode eccessiva dovuta 'all'amicizia ch'era fra loro' afferma il Lanzi, che peraltro riconosce al pittore 'uno stile misto di forestiero e di albanesco, toltone il colore che ha meno del vero': giudizi che, al di là degli elogi esagerati, peraltro non condivisi dallo Zanotti (1739) e dal Crespi (1769), hanno condizionato la storiografia successiva fino al Longhi (Cfr. G. Zucchini - R. Longhi, Mostra del Settecento bolognese, Bologna 1935, p. 39), il quale gli riconosce di aver portato 'nel paesaggio classicista della traduzione albanesca un senso di maggior contrasto ottico che è desunto dalla tradizione meridionale di Salvator Rosa'. Detto ciò, Ferraiuoli nel 1682 è a Bologna nella bottega del Dal Sole e le fonti, oltre agli ovali della chiesa di San Salvatore a Bologna, lo indicano impegnato a dipingere piccoli rami. Altra collaborazione illustre del nostro maestro fu con Francesco Monti (Cfr. R. Roli, Pittura Bolognese 1650-1800. Dal Cignani ai Gandolfi, 1977, p. 281), che segna il successo con la sua partecipazione all'impresa delle Tombe allegoriche commissionate dal mercante irlandese Oweri Mc Swiny (A. Mazza, Pittori bolognesi e veneziani per una «gloriosa» iniziativa europea: le «Tombe allegoriche» di Mc Swiny, in La pittura emiliana nel Veneto, a cura di S. Marinelli, Modena 1999, pp. 177-192). Al periodo della sua collaborazione con il Monti si colloca il rame in esame, che vede nell'intervento di figura la mano del raro Porroni, la cui vicenda critica è particolarmente recente e si delinea, per la sua produzione profana, grazie agli studi di Angelo Mazza che gli ha ricondotto la tela di collezione Molinari Pradelli raffigurante Medoro incide sull'albero il nome di Angelica.
Bibliografia di riferimento:
A. Mazza, 'Quadri di un'esposizione - pittura barocca nella collezione del maestro Francesco Molinari Pradelli', Bologna 2012, pp. 103, 202-203, con bibliografia precedente
A. Mazza, 'Felsina sempre pittrice - Acquisizioni d'arte e donazioni per la storia di Bologna (2014-2016)', Bologna 2016, pp. 122-125, con bibliografia precedente.
A. Mazza, in 'Storie Barocche. Da Guercino a Serra e Savolini nella Romagna del Seicento', catalogo della mostra a cura di M. Cellini, Cesena 2004, p. 181.
A. Cera, 'La pittura bolognese del '700', Milano 1994 ad vocem
LOTS
877
PITTORE FIAMMINGO DEL XVI SECOLO
PITTORE FIAMMINGO DEL XVI SECOLO
Abramo e i tre angeli
Olio su tavola, cm 62X78
Olio su tavola, cm 62X78
ESTIMATE € 300 - 500
879
LEONARD BRAMER (seguace di)
LEONARD BRAMER (seguace di)
(Delft, 1596 - 1674)
Scena biblica
Olio su tavola, cm 59X85
Scena biblica
Olio su tavola, cm 59X85
ESTIMATE € 400 - 600
880
WENZEL IGNAZ BRASCH
WENZEL IGNAZ BRASCH
(Lysa nad Labem, 1708 - Schwabach, 1761)
Cacciagione con cane
Siglato sul sasso in basso a sinistra
Cacciagione con cane
Siglato sul sasso in basso a sinistra
ESTIMATE € 400 - 700
881
SCUOLA DI FONTAINEBLEAU DEL XVI-XVII SECOLO
SCUOLA DI FONTAINEBLEAU DEL XVI-XVII SECOLO
Caritas
Olio su tavola, cm 64X86
Olio su tavola, cm 64X86
ESTIMATE € 300 - 500
883
AGOSTINO MELISSI (attr. a)
AGOSTINO MELISSI (attr. a)
(Firenze, 1616 - 1683)
Compianto
Olio su tela, cm 71X97
Compianto
Olio su tela, cm 71X97
ESTIMATE € 400 - 700
884
PITTORE DEL XVII-XVIII SECOLO
PITTORE DEL XVII-XVIII SECOLO
Incoronazione della Vergine
Olio su tela, cm 126X153
Olio su tela, cm 126X153
ESTIMATE € 200 - 500
885
PIETER PAUL RUBENS (copia da)
PIETER PAUL RUBENS (copia da)
(Siegen, 1577 - Anversa 1640)
Vergine col Bambino
Olio su tela, cm 87X69
Vergine col Bambino
Olio su tela, cm 87X69
ESTIMATE € 500 - 800
886
GIOVANNI LUIGI ROCCO (attr. a)
GIOVANNI LUIGI ROCCO (attr. a)
(attivo probabilmente a Napoli e in Spagna dal 1730 al 1760 circa)
Scena di battaglia
Firmato in basso a sinistra
Scena di battaglia
Firmato in basso a sinistra
ESTIMATE € 500 - 700
887
CARLO COPPOLA (attr. a)
CARLO COPPOLA (attr. a)
(attivo a Napoli tra il 1740 e il 1742)
Battaglia
Olio su tela, cm 77X101
Battaglia
Olio su tela, cm 77X101
ESTIMATE € 400 - 600
888
PITTORE OLANDESE DEL XVII-XVIII SECOLO
PITTORE OLANDESE DEL XVII-XVIII SECOLO
Bozzetto raffigurante figure in un paesaggio
Olio su tela, cm 17,5X27
Olio su tela, cm 17,5X27
NO RESERVE