701
CARLO ANTONIO TAVELLA
(Milano, 1668 - Genova, 1738)
Paesaggio invernale
Olio su tela, cm 62X74
Paesaggio invernale
Olio su tela, cm 62X74
ESTIMATE € 3.000 - 5.000
Bibliografia
M. Roethlisberger-Bianco, 'Cavalier Pietro Tempesta and his time'', University of Delaware ; Press 1970, n. 337
Autore di una corposa produzione pittorica, dalle opere di Tavella si percepisce distintamente che la sua formazione non può essersi limitata all'ambito genovese, ma è scaturita, come indicato dalle fonti, attraverso viaggi di studio a Firenze e a Roma senza tralasciare gli esempi dei paesisti veneti, condividendo un percorso estetico sull'esempio di Pieter Mulier (Harlem 1637 - Milano 1701), con cui il nostro collaborerà proficuamente sino alla morte di quest'ultimo. La precoce fortuna professionale è documentata dagli affreschi di Palazzo Rosso a Genova commissionati nel 1691, quando Carlo Antonio aveva appena 23 anni, impresa che conferma il raggiungimento di un'indubbia padronanza di mestiere e la conseguente organizzazione imprenditoriale della propria bottega. Se in parte affini con il Tempesta sono i raggiungimenti illustrativi, si deve tuttavia sottolineare che il nostro esprime 'una maniera più soave e delicata' (G. Ratti, 'Delle Vite dei pittori ecc.', 1769, II pag. 202), meno drammatica. Questa analogia dimostra ancora una volta che la qualità della sua arte si può equiparare ai migliori esempi capitolini e se ne trova conferma osservando la tela in esame, che databile alla maturità, esprime una chiara evoluzione in chiave arcadica e rocaille, capace di superare i dettami seicenteschi per giungere a immaginare visioni prettamente settecentesche. Tornando all'opera, avvertiamo come il pittore stemperi il naturalismo di nordica ispirazione desunto dal Tempesta con una tempra più arcadica. Tipica è la sapiente capacità del pittore a descrivere i mutamenti della luminosità atmosferica che si riflettono sul paesaggio, modulando la tavolozza in tonalità pastello, misurando la profondità attraverso raffinate gamme cromatiche. Il contrasto luce - ombra, oltre a contraddistinguere in senso onirico la narrazione, diviene così artificio atto a scandire la visuale prospettica, consentendoci di spingere lo sguardo sino all'orizzonte con un susseguirsi di quinte in perfetta euritmia e concretezza. Bastano questi dati per poter confermare la straordinaria qualità dell'opera, da collocare tra le migliori del corpus, qualità oltremodo avvalorata dalla buona conservazione della stesura che stilisticamente conduce a una datazione attorno agli anni Venti del Settecento.
Bibliografia di riferimento:
G. Algeri, 'Considerazioni sui disegni del Tavella nelle raccolte degli Uffizi', in 'Disegni genovesi dal Cinquecento al Settecento, giornate di studio (9 ; 10 maggio 1989)', Kunsthistorisches Institut in Florenz, Firenze 1992, pp. 185-194
E. Bianchi, 'Appunti sul catalogo di Carlo Antonio Tavella e del Tempesta', in 'Arte lombarda', 116, 1996,1, pp. 78-82
M. T. Caracciolo, 'Per Tavella e Zais, appunti sul paesaggio arcadico settecentesco', in 'Antologia di Belle Arti Studi sul Settecento', Torino 1998, pp. 36-41
M. Roethlisberger-Bianco, 'Cavalier Pietro Tempesta and his time'', University of Delaware ; Press 1970, n. 337
Autore di una corposa produzione pittorica, dalle opere di Tavella si percepisce distintamente che la sua formazione non può essersi limitata all'ambito genovese, ma è scaturita, come indicato dalle fonti, attraverso viaggi di studio a Firenze e a Roma senza tralasciare gli esempi dei paesisti veneti, condividendo un percorso estetico sull'esempio di Pieter Mulier (Harlem 1637 - Milano 1701), con cui il nostro collaborerà proficuamente sino alla morte di quest'ultimo. La precoce fortuna professionale è documentata dagli affreschi di Palazzo Rosso a Genova commissionati nel 1691, quando Carlo Antonio aveva appena 23 anni, impresa che conferma il raggiungimento di un'indubbia padronanza di mestiere e la conseguente organizzazione imprenditoriale della propria bottega. Se in parte affini con il Tempesta sono i raggiungimenti illustrativi, si deve tuttavia sottolineare che il nostro esprime 'una maniera più soave e delicata' (G. Ratti, 'Delle Vite dei pittori ecc.', 1769, II pag. 202), meno drammatica. Questa analogia dimostra ancora una volta che la qualità della sua arte si può equiparare ai migliori esempi capitolini e se ne trova conferma osservando la tela in esame, che databile alla maturità, esprime una chiara evoluzione in chiave arcadica e rocaille, capace di superare i dettami seicenteschi per giungere a immaginare visioni prettamente settecentesche. Tornando all'opera, avvertiamo come il pittore stemperi il naturalismo di nordica ispirazione desunto dal Tempesta con una tempra più arcadica. Tipica è la sapiente capacità del pittore a descrivere i mutamenti della luminosità atmosferica che si riflettono sul paesaggio, modulando la tavolozza in tonalità pastello, misurando la profondità attraverso raffinate gamme cromatiche. Il contrasto luce - ombra, oltre a contraddistinguere in senso onirico la narrazione, diviene così artificio atto a scandire la visuale prospettica, consentendoci di spingere lo sguardo sino all'orizzonte con un susseguirsi di quinte in perfetta euritmia e concretezza. Bastano questi dati per poter confermare la straordinaria qualità dell'opera, da collocare tra le migliori del corpus, qualità oltremodo avvalorata dalla buona conservazione della stesura che stilisticamente conduce a una datazione attorno agli anni Venti del Settecento.
Bibliografia di riferimento:
G. Algeri, 'Considerazioni sui disegni del Tavella nelle raccolte degli Uffizi', in 'Disegni genovesi dal Cinquecento al Settecento, giornate di studio (9 ; 10 maggio 1989)', Kunsthistorisches Institut in Florenz, Firenze 1992, pp. 185-194
E. Bianchi, 'Appunti sul catalogo di Carlo Antonio Tavella e del Tempesta', in 'Arte lombarda', 116, 1996,1, pp. 78-82
M. T. Caracciolo, 'Per Tavella e Zais, appunti sul paesaggio arcadico settecentesco', in 'Antologia di Belle Arti Studi sul Settecento', Torino 1998, pp. 36-41
LOTS
827
LEONARD BRAMER (seguace di)
LEONARD BRAMER (seguace di)
(Delft, 1596 - 1674)
Soggetto biblico
Olio su tavola, cm 60X78
Soggetto biblico
Olio su tavola, cm 60X78
ESTIMATE € 300 - 500
827 bis
GIOVANNI MICHELE GRANERI (seguace di)
GIOVANNI MICHELE GRANERI (seguace di)
(Torino, 1708 - 1762)
La vendemmia (allegoria dell'Autunno)
Olio su tela, cm 74X95
La vendemmia (allegoria dell'Autunno)
Olio su tela, cm 74X95
NO RESERVE
831
FRANCESCO FIDANZA (attr. a)
FRANCESCO FIDANZA (attr. a)
(Roma, 1747 - Milano, 1819)
Veduta costiera con pescatori
Olio su tela, cm 20X29
Veduta costiera con pescatori
Olio su tela, cm 20X29
ESTIMATE € 200 - 500
832
SCUOLA OLANDESE DEL XVII SECOLO
SCUOLA OLANDESE DEL XVII SECOLO
Paesaggio costiero
Olio su tavola, cm 31X23
Olio su tavola, cm 31X23
ESTIMATE € 200 - 500
833
CAJETAN ROOS
CAJETAN ROOS
(Roma, 1690 - Vienna, 1770)
Veduta di Tivoli con pastore, armenti e Mosè
Olio su tela, cm 54X43
Veduta di Tivoli con pastore, armenti e Mosè
Olio su tela, cm 54X43
ESTIMATE € 500 - 800
834
GIOVANNI BATTISTA BUSIRI (attr. a)
GIOVANNI BATTISTA BUSIRI (attr. a)
(Roma, 1698 - 1757)
Paesaggio della campagna romana con paese e figure
Olio su tela, cm 27X33
Paesaggio della campagna romana con paese e figure
Olio su tela, cm 27X33
ESTIMATE € 500 - 800
835
ANTONIO FRANCESCO PERUZZINI
ANTONIO FRANCESCO PERUZZINI
(Ancona, 1643/1646 - Milano, 1724)
Marina
Olio su tela, cm 90X70
Marina
Olio su tela, cm 90X70
ESTIMATE € 800 - 1.200
836
PITTORE OLANDESE DEL XVIII SECOLO
PITTORE OLANDESE DEL XVIII SECOLO
Veduta marina con figure e barche
Olio su tela, cm 39X46
Olio su tela, cm 39X46
ESTIMATE € 200 - 500