701
NERI DI BICCI
(Firenze, 1418/1420 - 1492)
Tobia e San Raffaele Arcangelo, San Simone, San Taddeo, San Nicola da Tolentino, Sant'Agostino, Santa Monica e San Giacomo Maggiore
Olio su tavola, cm 170,8X179,9
Tobia e San Raffaele Arcangelo, San Simone, San Taddeo, San Nicola da Tolentino, Sant'Agostino, Santa Monica e San Giacomo Maggiore
Olio su tavola, cm 170,8X179,9
ESTIMATE € 400.000 - 600.000
Bibliografia:
B. Santi, in 'Da Biduino ad Algardi: pittura e scultura a confronto', catalogo della mostra a cura di G. Romano, Torino 1990, pp. 54-61, n. 6
'Arte Antica '93. Biennale di Antiquariato', Torino 1993, p. 5
'Archiviazione Federico Zeri' n. 12809
Questa straordinaria pala da altare sorprende prima di tutto per l'ottimo stato conservativo, il solido smalto delle terre, la trasparenza delle lacche stese a velatura, le intensità delle azzurriti, attestano una eccezionale competenza pittorica e un sorprendente rigore nella preparazione dei materiali. Anche i delicatissimi brani a foglia d'argento posti sulla spada di San Taddeo e sul pesce del giovane Tobia sembrano non aver sofferto di quella fisiologica ossidazione e solo l'oro del fondo mostra lievi consunzioni. Bastano questi indizi per poter giudicare i notevoli requisiti artistici e tecnici dell'autore appresi nella celebre bottega familiare. La dinastia dei Bicci (Lorenzo, 1370-1405 ca, Bicci 1373-1452 e Neri 1419-1492), infatti, tenne il campo a Firenze per tre generazioni, in virtù di una continuità stilistica e di mestiere che assicurava una stabile qualità di produzione e di conseguenza, il successo dell¿impresa. La nascita di Neri coincide altresì con un periodo in cui molteplici furono le commissioni di prestigio e la bottega Bicci era tra le più apprezzate nel contesto artistico fiorentino di primo Quattrocento, e luogo privilegiato di formazione presso il quale molti giovani erano avviati all¿arte. Gli esordi del maestro sono inevitabilmente vincolati alle direttive del padre, si vedano a esempio il trittico raffigurante l'Ascensione della Galleria dell'Accademia di Firenze, la pala del 1452 custodita nel Museo Diocesano di San Miniato e le Esequie di San Giovanni Gualberto del 1455 custodita nella chiesa della Santa Trinita a Firenze. Sono gli anni in cui Neri si affranca, elaborando un autonomia non solo professionale ma altresì di gusto, aggiornando la propria arte guardando in modo particolare all'Angelico, al Lippi e al Gozzoli, concependo una sintesi personalissima tra linguaggio tardo gotico e rinascimentale. Il suo stile, riscosse uno straordianrio successo, incontrava il gusto di quei committenti desiderosi di una decorazione ecclesiatica attenta al decoro e alla tradizione, in cui le innovazioni più estreme venivano diluite e modulate a vantaggio di una piana comprensibilità delle sacre narrazioni, è quindi comprensibile che erano innumerevoli le opere licenziate dal suo atelier. Per dipanare la cronologia e quindi lo sviluppo stilistico del nostro, è di straordinario aiuto e interesse il suo diario chiamato le 'Ricordanze', una sorta di libro mastro e autobiografico che documenta con ricchezza di particolari l'attività del pittore dal 10 marzo 1453 al 24 aprile 1475. Grazie a questo taccuino possiamo immergerci nella vita sociale, economica e religiosa del tempo, e ricostruire in gran parte l¿attività dell'autore, le committenze, i lavori svolti, la loro destinazione e le diverse collaborazioni con con Giuliano da Maiano, Luca della Robbia, Filippo Lippi e altri artisti e artigiani. Grazie alle Ricordanze possiamo stabilire che non poche furono le pale d'altare raffiguranti gli Arcangeli, la più significativa è quella commissionata nel 1471 per la Chiesa agostiniana di Santo Spirito e oggi presso il Detroit Institute of Arts ('Ricordanze', 1976, pp. 372-373), mentre risultano perdute un'altra pala sempre per Santo Spirito realizzata tra il 1362 e il 1363 e quella per il monastero agostiniano femminile di Santa Monica del 1372 ('Ricordanze', 1976, p. 389). Giunti a questo punto è lecito domandarsi il perché del successo di questa peculiare rappresentazione e cosa potesse significare socialmente l'episodio di Raffaele e Tobiolo nella Firenze quattrocentesca. L¿aiuto ci giunge da uno studio condotto dal Mara nel 1968, che lo spiega quale evocazione del patrocinio dell'arcangelo sui giovani rampolli di famiglia inviati fuori patria per tirocinio mercantile o bancario. La nostra tavola trova così la sua motivazione e dal punto di vista illustrativo, ne cogliamo la commistione con le sacre rappresentazioni in cui i Santi si dispongono ai lati delle scena principale. Sempre nelle 'Ricordanze', troviamo
B. Santi, in 'Da Biduino ad Algardi: pittura e scultura a confronto', catalogo della mostra a cura di G. Romano, Torino 1990, pp. 54-61, n. 6
'Arte Antica '93. Biennale di Antiquariato', Torino 1993, p. 5
'Archiviazione Federico Zeri' n. 12809
Questa straordinaria pala da altare sorprende prima di tutto per l'ottimo stato conservativo, il solido smalto delle terre, la trasparenza delle lacche stese a velatura, le intensità delle azzurriti, attestano una eccezionale competenza pittorica e un sorprendente rigore nella preparazione dei materiali. Anche i delicatissimi brani a foglia d'argento posti sulla spada di San Taddeo e sul pesce del giovane Tobia sembrano non aver sofferto di quella fisiologica ossidazione e solo l'oro del fondo mostra lievi consunzioni. Bastano questi indizi per poter giudicare i notevoli requisiti artistici e tecnici dell'autore appresi nella celebre bottega familiare. La dinastia dei Bicci (Lorenzo, 1370-1405 ca, Bicci 1373-1452 e Neri 1419-1492), infatti, tenne il campo a Firenze per tre generazioni, in virtù di una continuità stilistica e di mestiere che assicurava una stabile qualità di produzione e di conseguenza, il successo dell¿impresa. La nascita di Neri coincide altresì con un periodo in cui molteplici furono le commissioni di prestigio e la bottega Bicci era tra le più apprezzate nel contesto artistico fiorentino di primo Quattrocento, e luogo privilegiato di formazione presso il quale molti giovani erano avviati all¿arte. Gli esordi del maestro sono inevitabilmente vincolati alle direttive del padre, si vedano a esempio il trittico raffigurante l'Ascensione della Galleria dell'Accademia di Firenze, la pala del 1452 custodita nel Museo Diocesano di San Miniato e le Esequie di San Giovanni Gualberto del 1455 custodita nella chiesa della Santa Trinita a Firenze. Sono gli anni in cui Neri si affranca, elaborando un autonomia non solo professionale ma altresì di gusto, aggiornando la propria arte guardando in modo particolare all'Angelico, al Lippi e al Gozzoli, concependo una sintesi personalissima tra linguaggio tardo gotico e rinascimentale. Il suo stile, riscosse uno straordianrio successo, incontrava il gusto di quei committenti desiderosi di una decorazione ecclesiatica attenta al decoro e alla tradizione, in cui le innovazioni più estreme venivano diluite e modulate a vantaggio di una piana comprensibilità delle sacre narrazioni, è quindi comprensibile che erano innumerevoli le opere licenziate dal suo atelier. Per dipanare la cronologia e quindi lo sviluppo stilistico del nostro, è di straordinario aiuto e interesse il suo diario chiamato le 'Ricordanze', una sorta di libro mastro e autobiografico che documenta con ricchezza di particolari l'attività del pittore dal 10 marzo 1453 al 24 aprile 1475. Grazie a questo taccuino possiamo immergerci nella vita sociale, economica e religiosa del tempo, e ricostruire in gran parte l¿attività dell'autore, le committenze, i lavori svolti, la loro destinazione e le diverse collaborazioni con con Giuliano da Maiano, Luca della Robbia, Filippo Lippi e altri artisti e artigiani. Grazie alle Ricordanze possiamo stabilire che non poche furono le pale d'altare raffiguranti gli Arcangeli, la più significativa è quella commissionata nel 1471 per la Chiesa agostiniana di Santo Spirito e oggi presso il Detroit Institute of Arts ('Ricordanze', 1976, pp. 372-373), mentre risultano perdute un'altra pala sempre per Santo Spirito realizzata tra il 1362 e il 1363 e quella per il monastero agostiniano femminile di Santa Monica del 1372 ('Ricordanze', 1976, p. 389). Giunti a questo punto è lecito domandarsi il perché del successo di questa peculiare rappresentazione e cosa potesse significare socialmente l'episodio di Raffaele e Tobiolo nella Firenze quattrocentesca. L¿aiuto ci giunge da uno studio condotto dal Mara nel 1968, che lo spiega quale evocazione del patrocinio dell'arcangelo sui giovani rampolli di famiglia inviati fuori patria per tirocinio mercantile o bancario. La nostra tavola trova così la sua motivazione e dal punto di vista illustrativo, ne cogliamo la commistione con le sacre rappresentazioni in cui i Santi si dispongono ai lati delle scena principale. Sempre nelle 'Ricordanze', troviamo
LOTS
897
ANTONIO MARIA REYNA Y MANESCAU (1859-1937)
ANTONIO MARIA REYNA Y MANESCAU (1859-1937)
Piazza a Venezia con figure
Firmato 'A Reyna' Roma in basso a destra
Olio su tela, cm 33X63
Firmato 'A Reyna' Roma in basso a destra
Olio su tela, cm 33X63
ESTIMATE € 1.500 - 2.000
898
WILLIAM G. MEADOWS (1825-901)
WILLIAM G. MEADOWS (1825-901)
Veduta di Venezia
Firmato 'W.G. Meadows' in basso a destra
Olio su tela, cm 43X65
Firmato 'W.G. Meadows' in basso a destra
Olio su tela, cm 43X65
ESTIMATE € 1.000 - 2.000
899
LEONARDO DE MANGO (1843-1930)
LEONARDO DE MANGO (1843-1930)
Veduta di Tripoli con figure
Firmato 'L De Mango Tripoli 1909', iscrizione in basso a destra
Olio su tela, cm 40X30
Firmato 'L De Mango Tripoli 1909', iscrizione in basso a destra
Olio su tela, cm 40X30
ESTIMATE € 5.000 - 6.000
900
PITTORE DEL XIX SECOLO (-)
PITTORE DEL XIX SECOLO (-)
Venditori arabi di tessuti a Venezia
Olio su tela, cm 116X180
Olio su tela, cm 116X180
ESTIMATE € 8.000 - 10.000
901
PITTORE DEL XIX SECOLO (-)
PITTORE DEL XIX SECOLO (-)
Mercanti arabi di tappeti
Tracce di firma non identificata in basso a destra Olio su tela, cm 117X79
Tracce di firma non identificata in basso a destra Olio su tela, cm 117X79
ESTIMATE € 4.000 - 6.000
902
JEAN BAPTISTE PERRET (-)
JEAN BAPTISTE PERRET (-)
Il venditore di tappeti
Firmato 'J Perret' e datato '1900' in basso a sinistra
Acquarello su carta, cm 35X44
Firmato 'J Perret' e datato '1900' in basso a sinistra
Acquarello su carta, cm 35X44
ESTIMATE € 600 - 900
903
FABIO FABBI (1861-1946)
FABIO FABBI (1861-1946)
Ballerina orientale nell'harem
Firmato 'F Fabbi' in basso a sinistra
Acquarello su carta, cm 43X28
Firmato 'F Fabbi' in basso a sinistra
Acquarello su carta, cm 43X28
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
904
ERMINIO CREMP (1860-1936)
ERMINIO CREMP (1860-1936)
Leone sulla spiaggia al tramonto
Firmato 'E Kremp' in basso a destra
Olio su tela, cm 48X99
Firmato 'E Kremp' in basso a destra
Olio su tela, cm 48X99
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
906
GAETANO FASANOTTI (1831-1882)
GAETANO FASANOTTI (1831-1882)
Marina con barche e pescatori
Firmato 'G. Fasanotti' e datato '77' in basso a destra
Olio su tela, cm 30X42,5
Firmato 'G. Fasanotti' e datato '77' in basso a destra
Olio su tela, cm 30X42,5
ESTIMATE € 1.800 - 2.200
907
GIACINTO BO (1832-1912)
GIACINTO BO (1832-1912)
Marina al tramonto
Firmato 'G. Bo' in basso a destra
Olio su cartoncino, cm 20X31
Firmato 'G. Bo' in basso a destra
Olio su cartoncino, cm 20X31
ESTIMATE € 600 - 700
908
LODOVICO CAVALERI (1861-1942)
LODOVICO CAVALERI (1861-1942)
Darsena a Savona
Firmato 'L Cavaleri' e datato '1920' in basso a sinistra
Olio su cartone, cm 19X24
Firmato 'L Cavaleri' e datato '1920' in basso a sinistra
Olio su cartone, cm 19X24
ESTIMATE € 1.500 - 2.000