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A VARIOUS MARBLE TOP, LATE QUARTER 18TH CENTURY; WEAR, FEW CHIPS AND LOSSES
campionario di pietre dure e diaspri di Sicilia, con iscrizione dettagliata delle zone di provenienza incisa su lamina di metallo dorato, alloggia entro cornice in legno ebanizzato su supporto gradinato; usure, poche sbeccature e mancanze
Alt. cm 48, larg. cm 64
Alt. cm 48, larg. cm 64
ESTIMATE € 10.000 - 15.000
Il nostro piano, composto da centootto formelle di diaspri e pietre dure di Sicilia, rappresenta un perfetto esempio di raccolta di marmi diversi e trova una puntuale e precisa descrizione in 'Splendori di Sicilia, Arti Decorative dal Rinascimento al Barocco' (M. C . Di Natale, Milano 2001, pag. 195, fig. 1) e nel volume 'Marmi antichi', (AA. VV., Roma 2004, pag. 108, fig. 42, nota 76).
Già in voga nel XVII secolo e per tutta la prima metà del '700, la moda di riutilizzare antichi blocchi e frammenti di marmo, di svariata tipologia e provenienza, sarà ancor più dilagante sulla scia del Grand Tour, dopo gli scavi di Ercolano e Pompei (dal 1748) sotto il regno di Carlo III di Borbone. In fatto di campionari, tra gli esempi più interessanti, andranno ricordati due pannelli composti rispettivamente da centoventi e cento formelle in pietre dure diverse, montati sul fronte di un secretaire, oggi in collezione privata, dell'ultimo quarto del XVIII secolo, eseguito dal famoso ebanista Jean François Leleu (J. Dubarry de Lassale, 'Utilisationn des marbres', Torino 2005, pag. 65) e la litoteca (fig.1) del Cardinale Riminaldi (A. Giusti, 'Pietre dure', Torino 1992, pag. 22 e 33, tav. 11, nota 70 e AA. VV., 'Marmi antichi', Roma 2004, pag. 109, nota 63) con tessere montate su un basamento di gusto Luigi XV e oggi conservata nel Museo Civico di Ferrara.
Di assoluto valore storico è invece il dipinto su tavola di Laurent Pécheux del 1777 (A. González-Palacios, 'Fasto Romano, dipinti, sculture, arredi dai Palazzi di Roma', Roma, 1991, Tav. XXIV, scheda 60 e 'Il tempio del gusto, le arti decorative in Italia fra classicismi e barocco, Roma e il Regno delle Due Sicilie', Vol. I, pag. 113, fig. 240, Vol. II, pag. 133), che ritrae la marchesa Margherita Gentili Roccapaduli nel suo gabinetto di storia naturale, dove spicca un tavolo con campionario di marmi (AA.VV, Roma 2004, nota 67) del tutto simile al nostro. E ancora, datati al 1804, una coppia di piani composti da settantadue formelle di pietre dure siciliane, per la reggia di Caserta e dati dal Palacios alle manifatture del Real Laboratorio di Pietre Dure di Napoli ('Mosaici e pietre dure, Mosaici a piccole tessere ; Pietre dure a Parigi e a Napoli, Milano 1982, pag. 68).
Già in voga nel XVII secolo e per tutta la prima metà del '700, la moda di riutilizzare antichi blocchi e frammenti di marmo, di svariata tipologia e provenienza, sarà ancor più dilagante sulla scia del Grand Tour, dopo gli scavi di Ercolano e Pompei (dal 1748) sotto il regno di Carlo III di Borbone. In fatto di campionari, tra gli esempi più interessanti, andranno ricordati due pannelli composti rispettivamente da centoventi e cento formelle in pietre dure diverse, montati sul fronte di un secretaire, oggi in collezione privata, dell'ultimo quarto del XVIII secolo, eseguito dal famoso ebanista Jean François Leleu (J. Dubarry de Lassale, 'Utilisationn des marbres', Torino 2005, pag. 65) e la litoteca (fig.1) del Cardinale Riminaldi (A. Giusti, 'Pietre dure', Torino 1992, pag. 22 e 33, tav. 11, nota 70 e AA. VV., 'Marmi antichi', Roma 2004, pag. 109, nota 63) con tessere montate su un basamento di gusto Luigi XV e oggi conservata nel Museo Civico di Ferrara.
Di assoluto valore storico è invece il dipinto su tavola di Laurent Pécheux del 1777 (A. González-Palacios, 'Fasto Romano, dipinti, sculture, arredi dai Palazzi di Roma', Roma, 1991, Tav. XXIV, scheda 60 e 'Il tempio del gusto, le arti decorative in Italia fra classicismi e barocco, Roma e il Regno delle Due Sicilie', Vol. I, pag. 113, fig. 240, Vol. II, pag. 133), che ritrae la marchesa Margherita Gentili Roccapaduli nel suo gabinetto di storia naturale, dove spicca un tavolo con campionario di marmi (AA.VV, Roma 2004, nota 67) del tutto simile al nostro. E ancora, datati al 1804, una coppia di piani composti da settantadue formelle di pietre dure siciliane, per la reggia di Caserta e dati dal Palacios alle manifatture del Real Laboratorio di Pietre Dure di Napoli ('Mosaici e pietre dure, Mosaici a piccole tessere ; Pietre dure a Parigi e a Napoli, Milano 1982, pag. 68).
LOTS
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A WHITE AND BLACK MARBLE CENSER, 19TH-20TH CENTURY; WEAR, FEW CHIPS AND LOSSES
A WHITE AND BLACK MARBLE CENSER, 19TH-20TH CENTURY; WEAR, FEW CHIPS AND LOSSES
ESTIMATE € 100 - 200