115
A WHITE DOCCIA PORCELAIN VASE, CIRCA 1745; RESTORED, WORN
decorato a rilievo con il trionfo di Bacco e Arianna e il Sileno ebbro; restauri, usure
Alt. cm 39,8, larg. cm 31
Alt. cm 39,8, larg. cm 31
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
Il modello (qui variato) di questo raro vaso ed il suo compagno è stato accuratamente studiato nel 2017 da Rita Balleri (R. Balleri in R. Balleri, F. Sframeli, Omaggio al Granduca, catalogo della mostra, Firenze, 2017, pag. 258 passim, a cui si rimanda anche per la bibliografia precedente): in quell'occasione la studiosa ricordava gli acquisti di materiali provenienti dalle grandi botteghe tardo barocche fiorentine, fra cui il calco in cera corrispondente al nostro vaso ed oggi conservato nella manifattura di Doccia.
Balleri riporta il modello ad uno scultore di ambito fogginiano per la forte vivacità del modellato, seppur ispirato a modelli antichi: in questo caso i soggetti principali riconoscibili sono il trionfo di Bacco e Arianna e il Sileno ebbro, qui accompagnati da un fastoso bordo composto da aquile che trattengono nei becchi delle ghirlande, un motivo che ben si accompagna agli altri elementi decorativi utilizzati, quali le volute fortemente scultoree e i mascheroni antropomorfi dall'impianto grottesco. Nel 2017 si confermava anche l'identificazione del calco con il numero 11 a pagina 28 dell'Inventario de' Modelli della manifattura: 'un urna antica tonda storiata a bassorilievo, di cera, il detto bassorilievo rappresenta un baccanale con forma': anche se non mancano altri riferimenti che potrebbero riportare al nostro modello, per esempio a pagina 89, numero 9: 'Vi sono tre vasi. il secondo rappresentante un Baccanale'.
La forma conobbe un notevole successo anche nel periodo dell'eclettismo ottocentesco, quando una versione direttamente derivata dalla cera oggi a Sesto Fiorentino, veniva accompagnata a quella di uno dei celebri piatti di San Giovanni (R. Balleri, op. cit., pag. 260 anche per l'analisi e le vicissitudini attributive di entrambi i modelli).
L'unico altro esemplare antico ad oggi noto di questo vaso è frammentari, ed oggi nelle Civiche Raccolte del Castello Sforzesco di Milano (L. Melegati, Le porcellane europee del Castello Sforzesco, Milano, 1999, pag. 71, inv. P. 87) dove viene datato al 1750-1760, attribuendo il modello a Massimiliano Soldani Benzi.
Si noterà come il nostro vaso sia stato già in origine completato da una base di un stampo diverso rispetto a quello della forma in gesso (e della versione ottocentesca) e come nascesse probabilmente privo del coperchio, cosa che ne accentua la funzione decorativa piuttosto che d'uso.
Balleri riporta il modello ad uno scultore di ambito fogginiano per la forte vivacità del modellato, seppur ispirato a modelli antichi: in questo caso i soggetti principali riconoscibili sono il trionfo di Bacco e Arianna e il Sileno ebbro, qui accompagnati da un fastoso bordo composto da aquile che trattengono nei becchi delle ghirlande, un motivo che ben si accompagna agli altri elementi decorativi utilizzati, quali le volute fortemente scultoree e i mascheroni antropomorfi dall'impianto grottesco. Nel 2017 si confermava anche l'identificazione del calco con il numero 11 a pagina 28 dell'Inventario de' Modelli della manifattura: 'un urna antica tonda storiata a bassorilievo, di cera, il detto bassorilievo rappresenta un baccanale con forma': anche se non mancano altri riferimenti che potrebbero riportare al nostro modello, per esempio a pagina 89, numero 9: 'Vi sono tre vasi. il secondo rappresentante un Baccanale'.
La forma conobbe un notevole successo anche nel periodo dell'eclettismo ottocentesco, quando una versione direttamente derivata dalla cera oggi a Sesto Fiorentino, veniva accompagnata a quella di uno dei celebri piatti di San Giovanni (R. Balleri, op. cit., pag. 260 anche per l'analisi e le vicissitudini attributive di entrambi i modelli).
L'unico altro esemplare antico ad oggi noto di questo vaso è frammentari, ed oggi nelle Civiche Raccolte del Castello Sforzesco di Milano (L. Melegati, Le porcellane europee del Castello Sforzesco, Milano, 1999, pag. 71, inv. P. 87) dove viene datato al 1750-1760, attribuendo il modello a Massimiliano Soldani Benzi.
Si noterà come il nostro vaso sia stato già in origine completato da una base di un stampo diverso rispetto a quello della forma in gesso (e della versione ottocentesca) e come nascesse probabilmente privo del coperchio, cosa che ne accentua la funzione decorativa piuttosto che d'uso.
LOTS
100
A CALTAGIRONE MAIOLICA ALBARELLO, 19TH CENTURY; WORN, PARTIALLY FIRING DEFECTS
A CALTAGIRONE MAIOLICA ALBARELLO, 19TH CENTURY; WORN, PARTIALLY FIRING DEFECTS
ESTIMATE € 300 - 500
80
A BURGIO MAIOLICA ALBARELLO, SECOND HALF 18TH CENTURY; SOME DEFECTS AND MINOR LOSSES
A BURGIO MAIOLICA ALBARELLO, SECOND HALF 18TH CENTURY; SOME DEFECTS AND MINOR LOSSES
ESTIMATE € 500 - 800
82
A CALTAGIRONE MAIOLICA ALBARELLO, 18TH CENTURY; SLIGHTLY WORN AND DEFECTS
A CALTAGIRONE MAIOLICA ALBARELLO, 18TH CENTURY; SLIGHTLY WORN AND DEFECTS
ESTIMATE € 1.000 - 1.500
77
A TRAPANI MAIOLICA ALBARELLO, 17TH CENTURY; WORN, DEFECTS, FEW MINOR DAMAGES
A TRAPANI MAIOLICA ALBARELLO, 17TH CENTURY; WORN, DEFECTS, FEW MINOR DAMAGES
ESTIMATE € 1.500 - 2.000