589
LUCA CAMBIASO
(Moneglia, 1527 - San Lorenzo de El Escorial, 1585)
Salita al calvario
Olio su tela, cm 135X100
Salita al calvario
Olio su tela, cm 135X100
ESTIMATE € 5.000 - 8.000
Bibliografia:
Archivio fotografico Giuliano Briganti, n. di catalogo: 00564477; N. di inventario: B02444; collocazione scatola 26 (come Luca Cambiaso)
Riconosciuto alla mano di Luca Cambiaso da Giuliano Briganti e successivamente da Camillo Manzitti, il dipinto è rimasto finora inedito e si rivela pertanto una importante aggiunta al catalogo dell'artista. Come sappiamo, il Cambiaso fu un vero e proprio antesignano stilistico per gli artisti genovesi d'età seicentesca e se le sue opere giovanili, ricche di colore e impasti, influenzarono Bernardo Strozzi, le creazioni della maturità, tenebrose o a lume di notte, segnarono gli intenti caravaggeschi, tanto quanto le tele del bresciano Savoldo o dei Campi cremonesi. È perciò legittimo affermare che sono gli studi sulla luce e la sua interazione con il colore a caratterizzare l'arte ligustica secentesca, seguendo un filo conduttore che unisce e rivaluta costantemente la sua figura. E quanto mai significativa in tal senso è la tela in esame che si può considerare paradigmatica della maturità, quando l'artista assorbe sempre più la materia pittorica attraverso un raffinato equilibrio tra i pigmenti impiegati e velature. È discutibile quanto sia misurabile nelle opere di questo momento un afflato naturalistico, considerando che le licenze chiaroscurali siano una scelta consapevole di una artificiosa visione o, meglio, un atto finale della 'Maniera', qui filtrata da eleganze di sensibilità lombardo-venete e centro italiane. Inevitabile, infatti, riscontrare che il tema rappresentato si ispiri al celebre Cristo portacroce di Sebastiano del Piombo a noi noto grazie alle versioni appartenenti al Museo del Prado, di Castel Sant'Angelo (1534?) e di Budapest (1540), senza dimenticare l'interpretazione a fresco offertaci da Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco intorno al 1650 conservata all'Accademia Carrara di Bergamo. Questi dati, pongono in prima istanza il quesito su un supposto soggiorno capitolino del pittore alla fine del Quinto decennio e se la composizione qui esaminata sia da collocare al primo momento spagnolo o agli anni di poco precedenti, quindi prima del 1583. La risposta, come si può immaginare, non è facile e lo stesso Giuliano Briganti, sia pur citando la Predica del Battista e il Martirio di San Lorenzo dell'Escorial, invoca maggiori analogie con la Pietà di Palazzo Rosso (1575-1580), suggerendo una cronologia che trova migliori corrispondenze, e che condividiamo ravvisandovi la contiguità con il Cristo davanti a Caifa della Ligustica realizzato intorno al 1575. A tal proposito, oltre a una similitudine delle stesure riscontriamo una chiara 'aria di famiglia' degli sgherri che presentano comuni affinità espressive, collocando il dipinto al momento di maggiore creatività e slancio qualitativo del maestro.
Il dipinto è corredato da una perizia di Giuliano Briganti.
L'attribuzione è stata confermata da Camillo Manzitti.
Bibliografia di riferimento:
G. Frabetti, A. M. Gabrielli, Luca Cambiaso e la sua fortuna, Genova 1956, ad vocem
Luca Cambiaso. La vita e le opere, a cura di B. Suida Manning e W. Suida, Milano 1958, ad vocem
L. Magnani, Luca Cambiaso da Genova all'Escorial, Genova, 1995, ad vocem
Archivio fotografico Giuliano Briganti, n. di catalogo: 00564477; N. di inventario: B02444; collocazione scatola 26 (come Luca Cambiaso)
Riconosciuto alla mano di Luca Cambiaso da Giuliano Briganti e successivamente da Camillo Manzitti, il dipinto è rimasto finora inedito e si rivela pertanto una importante aggiunta al catalogo dell'artista. Come sappiamo, il Cambiaso fu un vero e proprio antesignano stilistico per gli artisti genovesi d'età seicentesca e se le sue opere giovanili, ricche di colore e impasti, influenzarono Bernardo Strozzi, le creazioni della maturità, tenebrose o a lume di notte, segnarono gli intenti caravaggeschi, tanto quanto le tele del bresciano Savoldo o dei Campi cremonesi. È perciò legittimo affermare che sono gli studi sulla luce e la sua interazione con il colore a caratterizzare l'arte ligustica secentesca, seguendo un filo conduttore che unisce e rivaluta costantemente la sua figura. E quanto mai significativa in tal senso è la tela in esame che si può considerare paradigmatica della maturità, quando l'artista assorbe sempre più la materia pittorica attraverso un raffinato equilibrio tra i pigmenti impiegati e velature. È discutibile quanto sia misurabile nelle opere di questo momento un afflato naturalistico, considerando che le licenze chiaroscurali siano una scelta consapevole di una artificiosa visione o, meglio, un atto finale della 'Maniera', qui filtrata da eleganze di sensibilità lombardo-venete e centro italiane. Inevitabile, infatti, riscontrare che il tema rappresentato si ispiri al celebre Cristo portacroce di Sebastiano del Piombo a noi noto grazie alle versioni appartenenti al Museo del Prado, di Castel Sant'Angelo (1534?) e di Budapest (1540), senza dimenticare l'interpretazione a fresco offertaci da Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco intorno al 1650 conservata all'Accademia Carrara di Bergamo. Questi dati, pongono in prima istanza il quesito su un supposto soggiorno capitolino del pittore alla fine del Quinto decennio e se la composizione qui esaminata sia da collocare al primo momento spagnolo o agli anni di poco precedenti, quindi prima del 1583. La risposta, come si può immaginare, non è facile e lo stesso Giuliano Briganti, sia pur citando la Predica del Battista e il Martirio di San Lorenzo dell'Escorial, invoca maggiori analogie con la Pietà di Palazzo Rosso (1575-1580), suggerendo una cronologia che trova migliori corrispondenze, e che condividiamo ravvisandovi la contiguità con il Cristo davanti a Caifa della Ligustica realizzato intorno al 1575. A tal proposito, oltre a una similitudine delle stesure riscontriamo una chiara 'aria di famiglia' degli sgherri che presentano comuni affinità espressive, collocando il dipinto al momento di maggiore creatività e slancio qualitativo del maestro.
Il dipinto è corredato da una perizia di Giuliano Briganti.
L'attribuzione è stata confermata da Camillo Manzitti.
Bibliografia di riferimento:
G. Frabetti, A. M. Gabrielli, Luca Cambiaso e la sua fortuna, Genova 1956, ad vocem
Luca Cambiaso. La vita e le opere, a cura di B. Suida Manning e W. Suida, Milano 1958, ad vocem
L. Magnani, Luca Cambiaso da Genova all'Escorial, Genova, 1995, ad vocem
LOTS
501
PITTORE DEL XVIII-XIX SECOLO
PITTORE DEL XVIII-XIX SECOLO
Kronos e Amore dormiente
Olio su carta applicata su tela, cm 46X38
Olio su carta applicata su tela, cm 46X38
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
504
PAOLO PAGANI (attr. a)
PAOLO PAGANI (attr. a)
(Valsolda, 1655 circa - Milano, 1716)
San Gerolamo
Olio su tavola, cm 57X36
San Gerolamo
Olio su tavola, cm 57X36
ESTIMATE € 800 - 1.200
505
FRANCESCO LONDONIO (attr. a)
FRANCESCO LONDONIO (attr. a)
(Milano, 1723 - 1783)
Studio di animali
Matita e olio su carta, cm 22,5X29
Studio di animali
Matita e olio su carta, cm 22,5X29
ESTIMATE € 500 - 800
507
PEETER SNIJERS (attr. a)
PEETER SNIJERS (attr. a)
(Anversa, 1681 - 1752)
Coppia di nature vive in un paesaggio
Olio su tela, cm 48X36 (2)
Coppia di nature vive in un paesaggio
Olio su tela, cm 48X36 (2)
ESTIMATE € 8.000 - 12.000
508
JEAN-ÉTIENNE LIOTARD (attr. a)
JEAN-ÉTIENNE LIOTARD (attr. a)
(Ginevra, 1702 - 1789)
Ritratto di Maria Teresa d'Austria
Pastello su carta, cm 51X37
Ritratto di Maria Teresa d'Austria
Pastello su carta, cm 51X37
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
509
JEAN-ÉTIENNE LIOTARD (attr. a)
JEAN-ÉTIENNE LIOTARD (attr. a)
(Ginevra, 1702 - 1789)
Ritratto di Louis Jean Marie de Bourbon(?)
Pastello su carta, cm 51X37
Ritratto di Louis Jean Marie de Bourbon(?)
Pastello su carta, cm 51X37
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
510
SIR PETER LELY (attr. a)
SIR PETER LELY (attr. a)
(Soest, 1618 - Londra, 1680)
Ritratto di dama con coroncina di fiori
Olio su tela, cm 125X102,5
Ritratto di dama con coroncina di fiori
Olio su tela, cm 125X102,5
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
511
GIOVANNI BATTISTA BUSIRI
GIOVANNI BATTISTA BUSIRI
(Roma, 1698 - 1757)
Veduta di Piazza Navona
Penna su carta, cm 29,5X56
Veduta di Piazza Navona
Penna su carta, cm 29,5X56
ESTIMATE € 4.000 - 7.000
512
GIOVANNI PAOLO CASTELLI detto SPADINO
GIOVANNI PAOLO CASTELLI detto SPADINO
(Roma, 1659 - 1730)
Natura morta in un paesaggio con anguria, agrumi, fichi, melograni, zucche, ciliegie e altri frutti
Olio su tela, cm 93X133,5
Natura morta in un paesaggio con anguria, agrumi, fichi, melograni, zucche, ciliegie e altri frutti
Olio su tela, cm 93X133,5
ESTIMATE € 5.000 - 8.000