534
MASSIMO STANZIONE (attr. a)
(Frattamaggiore o Orta di Atella, 1585 circa - Napoli, 1656 circa)
Giochi di putti
Olio su tela, cm 66X83
Giochi di putti
Olio su tela, cm 66X83
ESTIMATE € 500 - 800
Provenienza:
Napoli, collezione privata
Il dipinto si data presumibilmente alla fine del quarto decennio, quando la tecnica pittorica di Massimo Stanzione modula gli effetti chiaroscurali di memoria caravaggesca grazie agli esempi del classicismo bolognese, in modo particolare attraverso un'adesione ai modelli di Guido Reni. Il misurarsi con la scuola emiliana e romana da parte dell'artista fu dettato dall'arrivo a Napoli di Artemisia Gentileschi, di Domenico Zampieri e Giovanni Lanfranco, mentre più complessa è la relazione con Guido, che con la città ebbe rapporti difficili anche se prolungati ma atti a esercitare una profonda influenza. Le opere dell'artista, infatti, segnarono l'iter artistico di Stanzione determinandone altresì la notevole fortuna critica, attestata dai titoli di cavaliere dello Speron d'oro e dell'Ordine di Cristo, ricevuti nel 1621 e nel 1627 da Gregorio XV e Urbano VIII, che gli consentirono di firmarsi MS EQUES o EQ MAX. Non sorprende allora che Stanzione fu da sempre considerato il dominatore incontrastato della scena artistica, l'ideatore di una pittura sacra contraddistinta da un lessico in contrasto con l'esasperata drammaticità del riberismo. Tuttavia, le notizie inerenti al pittore sono imprecise e talvolta contraddittorie, viziate dalla poco attendibile biografia scritta da Bernardo De Dominici. Possiamo infatti supporre che l'evoluzione stilistica di Stanzione avvenga già nel 1606/1607, quando trasferitosi a Roma seguì gli insegnamenti di Battistello Caracciolo (1578-1635) e fu indubbiamente suggerito da Simon Vouet, Gerard von Honthorst (1590-1656), ma fu in questi anni che prese inizio un costante confronto con le creazioni reniane e la sua arte si protese a ricercare una confacente mediazione con il classicismo, pur non smarrendo la propria indole naturalistica. Si spiega così la consacrazione critica del pittore nel corso del XX secolo a partire dalla mostra fiorentina del 1922 e la presenza di sue opere in tutte le esposizioni dedicate al secolo d'oro dell'arte napoletana degli anni Ottanta, sino a giungere al 1994 quando gli fu dedicato un catalogo ragionato da parte di Sebastian Schultze. Tornando al nostro dipinto, non è difficile cogliere le analogie con i putti dipinti dall'illustre collega emiliano, ricordando ad esempio la lotta di Amoretti e Baccarini della Galleria Pamphilj di Roma.
Bibliografia di riferimento:
W. Prohaska, Guido Reni e la pittura napoletana, in Guido Reni e l'Europa. Fama e Fortuna, catalogo della mostra, a cura di S. Ebert Schifferer, A. Emiliani, E. Schleier¸ Bologna 1988, pp. 644-651
S. Schütze, TC Willette, Massimo Stanzione, L'opera completa, Napoli 1992, p. 205, n. A36, fig. 161
P. L. De Castris, in Ritorno al Barocco. Da Caravaggio a Vanvitelli, catalogo della mostra a cura di N. Spinosa, Napoli 2009, pp. 130-145
A. Zezza, Appunti su Guido Reni e i napoletani, in Napoli e l'Emilia, studi sulle relazioni artistiche. a cura di A. Zezza, Napoli 2010, pp. 87-104
Napoli, collezione privata
Il dipinto si data presumibilmente alla fine del quarto decennio, quando la tecnica pittorica di Massimo Stanzione modula gli effetti chiaroscurali di memoria caravaggesca grazie agli esempi del classicismo bolognese, in modo particolare attraverso un'adesione ai modelli di Guido Reni. Il misurarsi con la scuola emiliana e romana da parte dell'artista fu dettato dall'arrivo a Napoli di Artemisia Gentileschi, di Domenico Zampieri e Giovanni Lanfranco, mentre più complessa è la relazione con Guido, che con la città ebbe rapporti difficili anche se prolungati ma atti a esercitare una profonda influenza. Le opere dell'artista, infatti, segnarono l'iter artistico di Stanzione determinandone altresì la notevole fortuna critica, attestata dai titoli di cavaliere dello Speron d'oro e dell'Ordine di Cristo, ricevuti nel 1621 e nel 1627 da Gregorio XV e Urbano VIII, che gli consentirono di firmarsi MS EQUES o EQ MAX. Non sorprende allora che Stanzione fu da sempre considerato il dominatore incontrastato della scena artistica, l'ideatore di una pittura sacra contraddistinta da un lessico in contrasto con l'esasperata drammaticità del riberismo. Tuttavia, le notizie inerenti al pittore sono imprecise e talvolta contraddittorie, viziate dalla poco attendibile biografia scritta da Bernardo De Dominici. Possiamo infatti supporre che l'evoluzione stilistica di Stanzione avvenga già nel 1606/1607, quando trasferitosi a Roma seguì gli insegnamenti di Battistello Caracciolo (1578-1635) e fu indubbiamente suggerito da Simon Vouet, Gerard von Honthorst (1590-1656), ma fu in questi anni che prese inizio un costante confronto con le creazioni reniane e la sua arte si protese a ricercare una confacente mediazione con il classicismo, pur non smarrendo la propria indole naturalistica. Si spiega così la consacrazione critica del pittore nel corso del XX secolo a partire dalla mostra fiorentina del 1922 e la presenza di sue opere in tutte le esposizioni dedicate al secolo d'oro dell'arte napoletana degli anni Ottanta, sino a giungere al 1994 quando gli fu dedicato un catalogo ragionato da parte di Sebastian Schultze. Tornando al nostro dipinto, non è difficile cogliere le analogie con i putti dipinti dall'illustre collega emiliano, ricordando ad esempio la lotta di Amoretti e Baccarini della Galleria Pamphilj di Roma.
Bibliografia di riferimento:
W. Prohaska, Guido Reni e la pittura napoletana, in Guido Reni e l'Europa. Fama e Fortuna, catalogo della mostra, a cura di S. Ebert Schifferer, A. Emiliani, E. Schleier¸ Bologna 1988, pp. 644-651
S. Schütze, TC Willette, Massimo Stanzione, L'opera completa, Napoli 1992, p. 205, n. A36, fig. 161
P. L. De Castris, in Ritorno al Barocco. Da Caravaggio a Vanvitelli, catalogo della mostra a cura di N. Spinosa, Napoli 2009, pp. 130-145
A. Zezza, Appunti su Guido Reni e i napoletani, in Napoli e l'Emilia, studi sulle relazioni artistiche. a cura di A. Zezza, Napoli 2010, pp. 87-104
LOTS
501
PITTORE DEL XVIII-XIX SECOLO
PITTORE DEL XVIII-XIX SECOLO
Kronos e Amore dormiente
Olio su carta applicata su tela, cm 46X38
Olio su carta applicata su tela, cm 46X38
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
504
PAOLO PAGANI (attr. a)
PAOLO PAGANI (attr. a)
(Valsolda, 1655 circa - Milano, 1716)
San Gerolamo
Olio su tavola, cm 57X36
San Gerolamo
Olio su tavola, cm 57X36
ESTIMATE € 800 - 1.200
505
FRANCESCO LONDONIO (attr. a)
FRANCESCO LONDONIO (attr. a)
(Milano, 1723 - 1783)
Studio di animali
Matita e olio su carta, cm 22,5X29
Studio di animali
Matita e olio su carta, cm 22,5X29
ESTIMATE € 500 - 800
507
PEETER SNIJERS (attr. a)
PEETER SNIJERS (attr. a)
(Anversa, 1681 - 1752)
Coppia di nature vive in un paesaggio
Olio su tela, cm 48X36 (2)
Coppia di nature vive in un paesaggio
Olio su tela, cm 48X36 (2)
ESTIMATE € 8.000 - 12.000
508
JEAN-ÉTIENNE LIOTARD (attr. a)
JEAN-ÉTIENNE LIOTARD (attr. a)
(Ginevra, 1702 - 1789)
Ritratto di Maria Teresa d'Austria
Pastello su carta, cm 51X37
Ritratto di Maria Teresa d'Austria
Pastello su carta, cm 51X37
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
509
JEAN-ÉTIENNE LIOTARD (attr. a)
JEAN-ÉTIENNE LIOTARD (attr. a)
(Ginevra, 1702 - 1789)
Ritratto di Louis Jean Marie de Bourbon(?)
Pastello su carta, cm 51X37
Ritratto di Louis Jean Marie de Bourbon(?)
Pastello su carta, cm 51X37
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
510
SIR PETER LELY (attr. a)
SIR PETER LELY (attr. a)
(Soest, 1618 - Londra, 1680)
Ritratto di dama con coroncina di fiori
Olio su tela, cm 125X102,5
Ritratto di dama con coroncina di fiori
Olio su tela, cm 125X102,5
ESTIMATE € 2.000 - 3.000
511
GIOVANNI BATTISTA BUSIRI
GIOVANNI BATTISTA BUSIRI
(Roma, 1698 - 1757)
Veduta di Piazza Navona
Penna su carta, cm 29,5X56
Veduta di Piazza Navona
Penna su carta, cm 29,5X56
ESTIMATE € 4.000 - 7.000
512
GIOVANNI PAOLO CASTELLI detto SPADINO
GIOVANNI PAOLO CASTELLI detto SPADINO
(Roma, 1659 - 1730)
Natura morta in un paesaggio con anguria, agrumi, fichi, melograni, zucche, ciliegie e altri frutti
Olio su tela, cm 93X133,5
Natura morta in un paesaggio con anguria, agrumi, fichi, melograni, zucche, ciliegie e altri frutti
Olio su tela, cm 93X133,5
ESTIMATE € 5.000 - 8.000