1013
ALESSIO DE MARCHIS
(Napoli, 1684 - Perugia, 1752)
Veduta di Roma
Matita e acquarello su carta, cm 19X26
Veduta di Roma
Matita e acquarello su carta, cm 19X26
ESTIMATE € 400 - 700
Provenienza:
Londra, Christie's, 6 dicembre 2012, lotto 25
Anche nei disegni Alessio De Marchis si esprime con vivacità d'esecuzione e figure risolte a macchia, desunte dalla tradizione artistica romana e le influenze rosiane. In questo caso, l'artista ci consente di cogliere la profondità prospettica della veduta, con una luminosità costruita con sapienti velature ad acquerello. Le notizie biografiche inerenti all'artista sono fornite da Nicola Pio e dall'abate Lanzi, che lo dicono presente a Roma intorno al 1702 presso la bottega di Rosa da Tivoli, altro importante protagonista del paesismo laziale. Successivamente si trasferì a Urbino per affrescare il palazzo del Cardinale Annibale Albani, probabilmente intorno al 1730. La tela qui illustrata è quindi databile alla prima maturità, quando gli influssi della pittura romana di paesaggio, espressi tramite pennellate veloci e a macchia, si diluiscono attraverso un linguaggio settecentesco che De Marchis esprime con singolare personalità e accenni preromantici, sensibilità di gusto veneto e reminiscenze napoletane.
Bibliografia di riferimento:
A. Busiri Vici, Trittico paesistico romano del '700. Paolo Anesi, Paolo Monaldi, Alessio De Marchis, Roma 1976, ad vocem
Londra, Christie's, 6 dicembre 2012, lotto 25
Anche nei disegni Alessio De Marchis si esprime con vivacità d'esecuzione e figure risolte a macchia, desunte dalla tradizione artistica romana e le influenze rosiane. In questo caso, l'artista ci consente di cogliere la profondità prospettica della veduta, con una luminosità costruita con sapienti velature ad acquerello. Le notizie biografiche inerenti all'artista sono fornite da Nicola Pio e dall'abate Lanzi, che lo dicono presente a Roma intorno al 1702 presso la bottega di Rosa da Tivoli, altro importante protagonista del paesismo laziale. Successivamente si trasferì a Urbino per affrescare il palazzo del Cardinale Annibale Albani, probabilmente intorno al 1730. La tela qui illustrata è quindi databile alla prima maturità, quando gli influssi della pittura romana di paesaggio, espressi tramite pennellate veloci e a macchia, si diluiscono attraverso un linguaggio settecentesco che De Marchis esprime con singolare personalità e accenni preromantici, sensibilità di gusto veneto e reminiscenze napoletane.
Bibliografia di riferimento:
A. Busiri Vici, Trittico paesistico romano del '700. Paolo Anesi, Paolo Monaldi, Alessio De Marchis, Roma 1976, ad vocem
LOTS
1002
CARLO GIUSEPPE RATTI
CARLO GIUSEPPE RATTI
(Savona, 1737 - Genova, 1795)
Caduta dei giganti
Carboncino e acquarello, cm 37X28,5
Caduta dei giganti
Carboncino e acquarello, cm 37X28,5
ESTIMATE € 500 - 800
1001
GIOVANNI DAVID (attr. a)
GIOVANNI DAVID (attr. a)
(Cabella Ligure, 1743 - Genova 1790)
Medea che uccide il drago
Penna, gessetto nero, inchiostro bruno e acquerello su carta grigia, cm 27,7X22,7
Medea che uccide il drago
Penna, gessetto nero, inchiostro bruno e acquerello su carta grigia, cm 27,7X22,7
ESTIMATE € 800 - 1.200