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GIOVANNI BATTISTA QUADRONE
Mondovì, 1844 - Torino, 1898
Per un osso
Firmato G B Quadrone e datato 90 in basso a destra
Olio su tavola, cm 26,3X42,6
Per un osso
Firmato G B Quadrone e datato 90 in basso a destra
Olio su tavola, cm 26,3X42,6
ESTIMATE € 9.000 - 10.000
Provenienza:
Firenze, Galleria Spinetti
Milano, collezione privata
Il nostro pittore fu soprannominato il fiammingo piemontese per la magistrale esecuzione dei suoi dipinti e per il verismo perfetto; studia all'Accademia Albertina di Torino, allievo di Gaetano Ferri ed espone la prima volta nel 1863, a Firenze e a Torino, partecipando poi a tutte le più importanti manifestazioni d'arte italiane e straniere, a Monaco, Vienna, Dresda. Vivrà molto a Parigi, dove conosce il Meissonier e De Nittis: ma a Torino, nel 1892, fu premiato con medaglia d'oro del Re, e la grande medaglia d'oro la ebbe pure a Firenze, nel 1897. Dapprima preferisce i soggetti di storia come nel Vittor Pisani in carcere e nell'Amleto nel camposanto poi, attraverso la conoscenza di altri artisti come il Pisani e il Fortuny, si volge al quadro di genere in costume e a quello popolare, gusto al quale restò fedele tutta la vita, diventando così il miglior pittore del genere del Piemonte. Attento, chiaro, limpido, interessante per la serena unità tonale dei suoi quadri pur così descrittivi, il Quadrone è uno degli artisti che alimentarono la pittura italiana in epoca neoclassica e romantica, prima dell'epoca impressionista. La passione per la caccia e per i cani, che dipinge con grande verismo e padronanza, lo porterà a lavorare con successo sull'argomento venatorio, tanto che nessuno dei suoi quadri rimarrà invenduto nelle mostre e nelle esposizioni. Una versione a stampa, eseguita dall'incisore Celestino Turletti, dell'opera Per un osso di Giovanni Battista Quadrone è nota in un foglio oggi nel Castello di Racconigi a Torino.
Bibliografia di riferimento:
G.L. Marini, Quadrone. Tutte le opere, Torino 1998, ad vocem
G. Daddi, A. Ranzi, G.L. Marini, Cecconi, Mariani, Quadrone: caccia e natura nella pittura italiana dell'Ottocento, Firenze, 2003, ad vocem
Firenze, Galleria Spinetti
Milano, collezione privata
Il nostro pittore fu soprannominato il fiammingo piemontese per la magistrale esecuzione dei suoi dipinti e per il verismo perfetto; studia all'Accademia Albertina di Torino, allievo di Gaetano Ferri ed espone la prima volta nel 1863, a Firenze e a Torino, partecipando poi a tutte le più importanti manifestazioni d'arte italiane e straniere, a Monaco, Vienna, Dresda. Vivrà molto a Parigi, dove conosce il Meissonier e De Nittis: ma a Torino, nel 1892, fu premiato con medaglia d'oro del Re, e la grande medaglia d'oro la ebbe pure a Firenze, nel 1897. Dapprima preferisce i soggetti di storia come nel Vittor Pisani in carcere e nell'Amleto nel camposanto poi, attraverso la conoscenza di altri artisti come il Pisani e il Fortuny, si volge al quadro di genere in costume e a quello popolare, gusto al quale restò fedele tutta la vita, diventando così il miglior pittore del genere del Piemonte. Attento, chiaro, limpido, interessante per la serena unità tonale dei suoi quadri pur così descrittivi, il Quadrone è uno degli artisti che alimentarono la pittura italiana in epoca neoclassica e romantica, prima dell'epoca impressionista. La passione per la caccia e per i cani, che dipinge con grande verismo e padronanza, lo porterà a lavorare con successo sull'argomento venatorio, tanto che nessuno dei suoi quadri rimarrà invenduto nelle mostre e nelle esposizioni. Una versione a stampa, eseguita dall'incisore Celestino Turletti, dell'opera Per un osso di Giovanni Battista Quadrone è nota in un foglio oggi nel Castello di Racconigi a Torino.
Bibliografia di riferimento:
G.L. Marini, Quadrone. Tutte le opere, Torino 1998, ad vocem
G. Daddi, A. Ranzi, G.L. Marini, Cecconi, Mariani, Quadrone: caccia e natura nella pittura italiana dell'Ottocento, Firenze, 2003, ad vocem
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