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A PAIR OF GILT CARVED WOOD CONSOLE TABLES, ROME, SECOND HALF 18TH CENTURY; WEAR, DAMAGES, LOSSES, RESTORATIONS, TRACES OF WOODWORM, TOPS BROKEN AND RESTORED (2)
piano impiallacciato in diaspro, fascia percorsa da grande girale vegetale con fiori, foglie e volatili, quattro sostegni in forma di cavalli alati con festoni terminali a zoccolo, riuniti da crociera sagomata sormontata da cespo fiorito; usure, rotture, mancanze, danni, restauri, tracce di tarlo, i piani rotti e restaurati
Alt. cm 90, larg. cm 132, prof. cm 53
Alt. cm 90, larg. cm 132, prof. cm 53
ESTIMATE € 70.000 - 100.000
Provenienza:
Roma, collezione privata
Roma, galleria Sangiorgi
Questi due arredi riflettono in maniera magistrale il gusto del neoclassicismo romano dettato dai principi decorativi di Giovanni Battista Piranesi. Quando nel 1769 l'architetto veneziano diede alle stampe le 'Diverse maniere d'adornare i cammini' la sua visione fantastica dell'antichità prese corpo in mobili, suppellettili e decorazioni che sfruttavano i singoli elementi scultorei e architettonici del lessico classico per creare forme del tutto fantastiche e nuove, dove la severità dell'antico si mescolava alle reminiscenze barocche e alla vivacità del rococò. Nei nostri due tavoli, ad esempio, lo schema classico del piede foggiato come una zampa animale viene combinato alle figure del tutto immaginarie di cavalli alati, arricchiti di una originale squamatura sul petto tanto da farli sembrare una stilizzazione fra il cavallo marino e l'ippocampo. Nelle 'Diverse maniere' Piranesi utilizzò almeno due volte l'idea della protome equina che compare, con una criniera bizzarramente scanalata, nella tavola 27 a formare gli angoli superiori di un camino (fig. 1), mentre nella tavola 55 conclude in alto la esuberante decorazione angolare di un comò. Il cavallo alato, va anche ricordato, è parte dello stemma della antica famiglia romana dei Cavalletti che contò alcuni personaggi che ricoprirono alte cariche della Magistratura romana.
In una delle incisioni di quella magnifica raccolta compare quel che fu un mobile effettivamente realizzato, un tavolo per Monsignor Giovanni Battista Rezzonico, nipote di Clemente XIII, che dal 1766 portava la carica di Maggiordomo del pontefice. L'immagine, e i due tavoli ancora esistenti (oggi divisi fra il Rijksmuseum di Amsterdam e il Minneapolis Institute of Arts), esprimono in maniera canonica gli stilemi su cui si basa questo tipo di mobile nella Roma del tardo Settecento: snelli sostegni a foggia di zampa animale, protomi di creature naturali o del mito, una alta cintura trattata a fregi di vario tipo come si trattasse di una membratura architettonica.
Negli anni successivi al manifesto stilistico del Piranesi questa tipologia venne adottata più o meno fedelmente da disegnatori e provetti intagliatori. Ricordiamo qui, per fare solo qualche esempio, gli innumerevoli fogli di Giuseppe Barberi (1746-1809) nel CooperHewitt Museum di New York (fig. 2). In quegli schizzi l'architetto, responsabile dell'ideazione di alcuni interni in Palazzo Altieri, studia eccentriche soluzioni per tavoli che contemplano bizzarre forme animali su supporti sinuosi.
Un elemento per datare le nostre opere, che appartengono, come si è visto, ad una tipologia che ebbe fortuna per tutto l'ultimo quarto del XVIII secolo a Roma, sembra offerta dalla traversa che mantiene ancora una sinuosa grazia rococò. Un paragone sembra potersi tracciare con un gruppo di tavoli realizzati nel 1773 dal maggior intagliatore romano dell'epoca, Antonio Landucci, per il palazzo di città del Principe Marcantonio IV Borghese: si tratta di tre coppie di tavoli con sostegni diversi ma tutti con traverse dall'andamento ricurvo; uno dei modelli presenta una canestra con frutti al centro delle traverse molto simile a quella posta nella medesima posizione nei tavoli qui presentati.
Bibliografia di riferimento:
Sui lavori di Piranesi per i Rezzonico si veda B. Contardi, 'Piranesi in Campidoglio' in Studi sul Settecento Romano 13, 1997, pp.161-182
A. González-Palacios, 'Nostalgia e invenzione', Milano, 2010, pp.174-176
A. González-Palacios, op. cit., figg.158-161
Siamo grati a Roberto Valeriani per il contributo fornito nella schedatura del presente lotto
Roma, collezione privata
Roma, galleria Sangiorgi
Questi due arredi riflettono in maniera magistrale il gusto del neoclassicismo romano dettato dai principi decorativi di Giovanni Battista Piranesi. Quando nel 1769 l'architetto veneziano diede alle stampe le 'Diverse maniere d'adornare i cammini' la sua visione fantastica dell'antichità prese corpo in mobili, suppellettili e decorazioni che sfruttavano i singoli elementi scultorei e architettonici del lessico classico per creare forme del tutto fantastiche e nuove, dove la severità dell'antico si mescolava alle reminiscenze barocche e alla vivacità del rococò. Nei nostri due tavoli, ad esempio, lo schema classico del piede foggiato come una zampa animale viene combinato alle figure del tutto immaginarie di cavalli alati, arricchiti di una originale squamatura sul petto tanto da farli sembrare una stilizzazione fra il cavallo marino e l'ippocampo. Nelle 'Diverse maniere' Piranesi utilizzò almeno due volte l'idea della protome equina che compare, con una criniera bizzarramente scanalata, nella tavola 27 a formare gli angoli superiori di un camino (fig. 1), mentre nella tavola 55 conclude in alto la esuberante decorazione angolare di un comò. Il cavallo alato, va anche ricordato, è parte dello stemma della antica famiglia romana dei Cavalletti che contò alcuni personaggi che ricoprirono alte cariche della Magistratura romana.
In una delle incisioni di quella magnifica raccolta compare quel che fu un mobile effettivamente realizzato, un tavolo per Monsignor Giovanni Battista Rezzonico, nipote di Clemente XIII, che dal 1766 portava la carica di Maggiordomo del pontefice. L'immagine, e i due tavoli ancora esistenti (oggi divisi fra il Rijksmuseum di Amsterdam e il Minneapolis Institute of Arts), esprimono in maniera canonica gli stilemi su cui si basa questo tipo di mobile nella Roma del tardo Settecento: snelli sostegni a foggia di zampa animale, protomi di creature naturali o del mito, una alta cintura trattata a fregi di vario tipo come si trattasse di una membratura architettonica.
Negli anni successivi al manifesto stilistico del Piranesi questa tipologia venne adottata più o meno fedelmente da disegnatori e provetti intagliatori. Ricordiamo qui, per fare solo qualche esempio, gli innumerevoli fogli di Giuseppe Barberi (1746-1809) nel CooperHewitt Museum di New York (fig. 2). In quegli schizzi l'architetto, responsabile dell'ideazione di alcuni interni in Palazzo Altieri, studia eccentriche soluzioni per tavoli che contemplano bizzarre forme animali su supporti sinuosi.
Un elemento per datare le nostre opere, che appartengono, come si è visto, ad una tipologia che ebbe fortuna per tutto l'ultimo quarto del XVIII secolo a Roma, sembra offerta dalla traversa che mantiene ancora una sinuosa grazia rococò. Un paragone sembra potersi tracciare con un gruppo di tavoli realizzati nel 1773 dal maggior intagliatore romano dell'epoca, Antonio Landucci, per il palazzo di città del Principe Marcantonio IV Borghese: si tratta di tre coppie di tavoli con sostegni diversi ma tutti con traverse dall'andamento ricurvo; uno dei modelli presenta una canestra con frutti al centro delle traverse molto simile a quella posta nella medesima posizione nei tavoli qui presentati.
Bibliografia di riferimento:
Sui lavori di Piranesi per i Rezzonico si veda B. Contardi, 'Piranesi in Campidoglio' in Studi sul Settecento Romano 13, 1997, pp.161-182
A. González-Palacios, 'Nostalgia e invenzione', Milano, 2010, pp.174-176
A. González-Palacios, op. cit., figg.158-161
Siamo grati a Roberto Valeriani per il contributo fornito nella schedatura del presente lotto
LOTS
606
A RED MARBLE HOLY WATER STOUP, 19TH CENTURY; WEAR, DAMAGES, CHIPS AND LOSSES, RESTORATIONS
A RED MARBLE HOLY WATER STOUP, 19TH CENTURY; WEAR, DAMAGES, CHIPS AND LOSSES, RESTORATIONS
ESTIMATE € 1.000 - 1.200
780
A BURGIO MAIOLICA ALBARELLO, 18TH CENTURY; FEW MINOR LOSSES AND SLIGHTLY WORN
A BURGIO MAIOLICA ALBARELLO, 18TH CENTURY; FEW MINOR LOSSES AND SLIGHTLY WORN
ESTIMATE € 500 - 700
787
A CALTAGIRONE MAIOLICA ALBARELLO, LATE 18TH CENTURY; FEW MINOR LOSSES AND DEFECTS
A CALTAGIRONE MAIOLICA ALBARELLO, LATE 18TH CENTURY; FEW MINOR LOSSES AND DEFECTS
ESTIMATE € 300 - 500
785
A CALTAGIRONE MAIOLICA ALBARELLO, 19TH CENTURY; SOME WEAR AND MINOR DEFECTS
A CALTAGIRONE MAIOLICA ALBARELLO, 19TH CENTURY; SOME WEAR AND MINOR DEFECTS
ESTIMATE € 400 - 600