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Vincenzo Irolli. La macchia dell’anima

Vincenzo Irolli (Napoli 1860 – 1949) raggiuse il successo dedicandosi ad una pittura di genere ispirata da un rustico ma sincero realismo domestico. Il talento dell’artista nasceva dall’innata capacità di cogliere carattere e individualità fisiognomica della figura attraverso una pennellata mossa, fluida e fibrosa che diviene entusiasmante negli improvvisi addensamenti materici.
Nella grande tela intitolata “Domine non sum dignus” – esposta alla XII Esposizione Internazionale d’Arte della Citta di Venezia del 1920 e proveniente dalla prestigiosa collezione di Riccardo Jacuzzi – che sarà battuta nelle prossima asta genovese di Dipinti del XIX secolo del 15 marzo 2022 (lotto 302, stima 15.000 – 18.000 euro), emerge in tutto il suo splendore la chiara matrice verista dell’artista, nella sua capacità di descrivere con spiccata sensibilità le figure che animano l’opera. La tensione mistica e spirituale si stempera in un’affettuosa intimità, resa con pennellate briose e luminose che sembrano costruire e dissolvere l’immagine in tasselli di luce.