La cassettiera in legno di noce ebanizzato, legno di acero, ottone, cristallo molato retro dipinto ad aerografo e tecnica mista, che reca la firma incisa sul retro del piano e realizzata nel 1955, è una preziosa testimonianza della collaborazione fra Lucio Fontana e gli Arredamenti Borsani di Varedo. Si inserisce nel clima della ricostruzione e del superamento degli anni bui della seconda guerra mondiale, riprendendo la tematica del dialogo fra le arti, enunciata in particolare da Ponti fin dagli anni 20.
Lucio Fontana realizza interventi di impatto sia per dimore private che per esposizioni pubbliche di fatto portando lo Spazialismo nelle case degli italiani ed enunciandone le tematiche al grande pubblico: ricordiamo i grandi soffitti in stucco, in cui le linee astratte dialogano con le forme neo barocche che hanno contraddistinto l’artista nella prima fase della sua carriera (e pensiamo in particolare a quello di Villa Borsani a Varedo), fino a poi arrivare al monumentale Soffitto Spaziale realizzato con tubi di neon e presentato alla IX triennale di Milano del 1951 in cui la ricerca dell’artista tocca i suoi vertici più impressionanti e radicali.
Nel febbrile fermento degli stessi anni, si diceva, Fontana, interviene con dei Concetti Spaziali su arredi realizzati da Borsani per delle residenze private. Si va da opere che esprimono in tutto e perduto la potenza della Creazione, realizzate a dripping ed aerografo con gesti forti e colori accesissimi, fino ad opere, come quella sul piano della cassettiera presentata nel nostro catalogo, che comunicano allo spettatore un grande senso di calma, di quiete e di eternità Forse Lucio Fontana è uno dei pochi artisti, o forse l’unico, che ha saputo dipingere l’Infinito.