La pittura italiana del XIX secolo è una fonte inesauribile d’individualità di un secolo che uscendo dall’arcadia neoclassica abbraccerà prima il romanticismo, poi il realismo e, superata la metà del secolo, i movimenti affini e contemporanei agli impressionisti francesi, come i macchiaioli, gli scapigliati e i divisionisti. Una varietà arricchita dagli orientalisti e dagli artisti risorgimentali che rinverdiscono la grande pittura di storia, tema che per secoli era stato primario per valutare il talento e l’originalità di un maestro.

Nella prossima asta dei Dipinti del XIX secolo del 27 maggio, tre artisti per le loro diverse peculiarità sono esemplari per raccontare la vivacità dell’Ottocento come laboratorio della modernità: Carlo Bossoli, Eugenio Gignous e Angelo Dall’Oca Bianca.

Di Carlo Bossoli (Lugano 1815 – Torino 1884) pittore e scenografo luganese naturalizzato italiano, dotato di una felicità realizzativa apprezzata da un pubblico tanto selettivo quanto internazionale, una tempera su carta raffigurante un Vicolo su mare a Cadice, opera che si fa apprezzare per lo sfavillante e luminoso cromatismo e per una ariosità della tavolozza – data da una tecnica che mescolava pigmenti in polvere con un’emulsione di acqua e olio di lino, papavero e girasole – che restituisce effetti di trasparenza molto simili all’acquarello (stima 25.000 – 30.000 euro).

Un incontaminato paesaggio è il tema di A Gignese, grande tela di Eugenio Gignous (Milano 1850 – Stresa 1906) esposta nella Saletta lombarda alla VII Biennale di Venezia del 1907. Formatosi alla scuola scapigliata di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, l’artista milanese in quest’opera restituisce il mutevole variare delle luci e delle ombre attraverso pennellate vibranti e sfrangiate. Una “poesia del vero” scandita dal naturale trascorrere delle stagioni, per esaltare una moderna concezione del paesaggio che trascende il puro intento descrittivo per divenire dato espressivo ed emozionale (stima 28.000 – 30.000 euro).

Una giovane donna, esuberante nella sua sfrontata bellezza, è l’icona, infine, di un’intensa tela di Angelo Dall’Oca Bianca (Verona 1858 – 1942) dal titolo Piazza delle Erbe, che esalta non solo la bellezza femminile, ma anche e soprattutto, la città di Verona come fulcro della sua ricerca artistica (stima 18.000 – 20.000 euro).