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L’eclettica forma della ceramica

di Luca Melegati

Il catalogo della vendita di ceramiche e vetri del prossimo 26 novembre, che si terrà nelle nostre sale genovesi, presenta una interessante selezione di ceramiche tra Sette e Novecento: maioliche, porcellane e terraglie sia italiane che europee. Tra le porcellane si segnalano tre piatti appartenenti ad uno dei grandi (e celebri) servizi commissionati dalla corte di Napoli alla Manifattura Reale Ferdinandea. Decorato con le vedute dei più bei panorami napoletani (e di altre città del Regno) e detto “Farnesiano” per il fregio con medaglioni a cammeo e la scritta Museo Farnesiano, questo insieme si impone per la grande attenzione posta nella elaborazione delle forme e per la sostenuta qualità delle vedute. Le fonti utilizzate sono varie, dal “Voyage Pittoresque” dell’abate di Saint Non, del 1781-1786, ai “Campi Phlegraei” di sir William Hamilton (1776), fino alle varie raccolte di incisioni diffusasi a partire dal 1750 e che illustravano una vasta scelta di vedute archeologiche o monumentali. Realizzato a partire dal 1784, il servizio è stato accuratamente studiato nel 1986, in occasione della mostra dedicata alle porcellane dei Borbone di Napoli. Ricordiamo, poi, la bella teiera in porcellana di Meissen decorata a figure grottesche in battaglia e databile alla metà del diciottesimo secolo ed la piccola campionatura di vasellame tardo settecentesco di Vinovo. Ma forse il nucleo più interessante è costituito dalle produzioni eclettiche di pieno Ottocento, soprattutto ceramiche realizzate nelle fornaci del parigino Samson che, in pieno diciannovesimo secolo, inondava i salotti della buona società di tutta Europa con le sue sofisticate copie di porcellane tra Occidente ed Oriente. In realtà a lungo il frontespizio della corrispondenza della maison di rue Beranger puntò sulla attività di bronzista dei Samson (e spesso le loro ceramiche hanno davvero belle montature): ma sono certamente le ceramiche ad aver consegnato alla storia delle arti decorative ottocentesche i nomi di Edme (1810-1891) e del figlio Emile (1837-1913). La ditta passò con disinvoltura dagli smalti (spesso di gran gusto) alle terracotte ed alle maioliche fino a Sèvres (in biscuit o porcellana policroma), Meissen e le produzioni rinascimentali. Copiando, spesso in modo davvero felice, le produzioni orientali che i Samson danno il loro meglio, con una produzione di gran qualità che continua ancora oggi ad attirare collezionisti ed appassionati. Di queste porcellane il catalogo di novembre offre una piccola ma emblematica selezione: sono piatti, anche di belle dimensioni, con decori Famiglia Verde o Rosa, figure (una specialità della premiata ditta, ma oggi non facili da trovare sul mercato) e soprattutto potiche, forse la produzione Samson più apprezzata per il suo notevole impatto decorativo.

Tre piatti in porcellana policroma decorati con vedute del Regno e bordo a cammei con scritta “Museo Farnesiano”
Manifattura di Napoli, circa 1784-1788
Stima per ciascuno € 3.500 – 4.000