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La Ditta Musy Padre & Figli di Torino e un orologio d’amore

Le origini della Ditta Musy sono antichissime. Si sa che la famiglia era nativa di Massongy, nella provincia del Chiablese. Intorno al 1700, Giacomo Musy fece apprendistato d’orologeria ed oreficeria a Ginevra, dove si era trasferito.

Nel 1706, alla liberazione di Torino dall’assedio delle truppe francesi, Giacomo Musy, oramai esperto orafo, si trasferì a Torino ove i Principi di Savoia avevano stabilito la loro residenza, ed aprì un locale sotto i portici del padiglione che univa Palazzo Madama a Palazzo Reale, dove erano le altre botteghe dei fornitori della Casa Reale.

Insieme a Giacomo Musy lavorava il figlio Luigi, che aveva presentato all’Università dei Mastri Orologiai il suo “Capo d’Opera”, come veniva chiamato a quei tempi, e ne otteneva da questi l’approvazione incondizionata e con regia patente del Consolato di Sua Maestà.
In data 16 agosto 1754, veniva nominato Mastro Orologiaio, con facoltà di esercitare la professione e tenere aperto il negozio, e in data 30 aprile 1765, insieme al fratello Claudio, veniva designato orefice e orologiaio della Casa Reale.

Dopo gli eventi napoleonici ed il rientro a Torino del Re Vittorio Emanuele I e della Corte, il negozio dei Musy tornava in grande auge. Nel 1818, a seguito di un incendio che distrusse il padiglione Reale in cui si trovava il negozio, la Ditta si trasferì in via Po, che ancor oggi è la sede attuale. Nel 1865 l’ebanista Andrea Perelli progettava l’odierna facciata del negozio, incorporando nel fregio gli stemmi sabaudi. Nel 1902, con l’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Torino, la Ditta Musy Padre e Figli si avvale del primo premio di benemerenza, a conferma della grande qualità delle loro realizzazioni.

Un delizioso orologio in bronzo del 1840 circa firmato Musy & Figli raffigurante un cupido che governa il tempo con i battiti felici e travolgenti dell’amore, sarà esitato nell’asta milanese di Orologi da tasca e pendoleria del 7 – 8 maggio 2025 (lotto 411, stima 1.000 – 1.200 euro)