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Gioacchino Assereto e il naturalismo tenebroso

Gioacchino Assereto contraddistinse la pittura genovese durante la prima metà del Seicento e il più anziano collega Bernardo Strozzi fu per lui un punto di riferimento imprescindibile, a discapito degli insegnamenti appresi nella bottega di Luciano Borzone. Il primo a rilevare l’ideale affinità d’intenti tra i due autori fu Roberto Longhi, che non esitò a sottolineare come lo spirituale manierismo dei lombardi caratterizzi le prove giovanili e di come il vago caravaggismo sia un travaso strozzesco strutturato nei suoi preziosismi cromatici e di stesura.

Con l’inizio del terzo decennio però vedremo Assereto attenuare le tentazioni strozzesche lavorando il colore acceso e aspro a guisa di lamine modellate, testimoniando lo studio del Procaccini e del Cerano ed esprimendo in luce quella distintiva tensione espressiva e gestuale. Di pari passo, la sua tavolozza si arricchisce nelle tonalità, sfoggiando un prezioso verde malachite, tinte violacee e aranciate, mentre le fisionomie e i panneggi assumono forme geometrizzanti che evocano retaggi cambiaseschi, ansaldiani e memorie nordiche, in una sorta di neo-manierismo. La sua pittura è sostenuta da stesure impeccabili, attraversate da sottili vibrazioni e trasparenze che presagiscono gli esiti della piena maturità, con variazioni materiche e della conduzione pittorica atte ad accentuare la mimesi degli incarnati e la tragica espressività dei personaggi come è dimostrato nella tela raffigurante “Re Alfonso VII di Castiglia e i genovesi ad Almería” , che riveste una sua importanza storica per la probabile committenza di Giovanni Stefano Doria durante gli anni del suo dogato (1633-1635) che in questa tela celebra la conquista della città spagnola. Tale datazione è altresì confermata dalla composizione e dalla conduzione pittorica, in cui al rigore disegnativo delle stesure, si accompagna una conduzione pittorica più libera e di grande forza espressiva che connoteranno la produzione più tarda.

 

Lotto 527. Giocchino Assereto (Genova 1600 – 1649), Re Alfonso VII di Castiglia, Olio su tela, cm 141X182 Stima € 60.000 – 120.000