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FRANCO ALBINI TRA RIGORE E FANTASIA

Nell’opera di Franco Albini in tutte le sue declinazioni – architettura, interni e pezzi di design – convivono rigore del mestiere e fantasia poetica con una coerenza e passione così radicata da trasformare la teoria in atteggiamento morale.
Fin dai suoi esordi nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia nel 1929, con cui collabora per tre anni, egli cerca una propria cifra stilistica che inizialmente è d’impronta novecentesca, ma con l’incontro con Edoardo Persico e l’avvicinamento al gruppo dei redattori di “Casabella”, segna una chiara svolta verso il razionalismo.

Il suo approccio come uomo e progettista è sempre acuto e ironico. Il suo stile raffinato e rarefatto celebra la bellezza della meccanica con sorprendenti allestimenti che sublimano il contenuto pratico nella metafisica di ardite nature morte, e dove gli oggetti sono tasselli di un mosaico fantastico dove l’industria diventa arte libera dallo scopo. La opera che spazia dall’edilizia al design, dagli allestimenti all’urbanistica, tende ad una essenzialità senza eternamente moderna.
Nella prossima asta di Design del 14-15 giugno verranno presentati tre oggetti che rappresentano al meglio la sua opera, come la sdraio a dondolo del 1954-55, le sei sedie “Luisa” realizzate in quel periodo, modello che nel 1955 vincerà il Compasso d’Oro, e la libreria LB7 con montanti fissati al pavimento cinque campate del 1956, tutte prodotte per la la ditta Poggi di Pavia.