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CONTEMPORANEI tra spazio e memoria

Jannis Kounellis, artista greco ma romano di adozione – dove è morto il 16 febbraio 2017 -, era un’artista che fin dagli anni Sessanta aveva promosso l’inclusione dello spazio nella sua opera e figura centrale del movimento dell’Arte Povera, era soprattutto un autore d’avanguardia, laddove si intende un libero percorso d’investigazione che incessantemente si interroga sul proprio linguaggio espressivo che nel suo caso era abitato da travi di ferro e sacchi di carbone, da esseri umani, da prodotti del lavoro dell’uomo, da elementi naturali, e oggetti del quotidiano, dove le tangenti casuali della vita danno sostanza a una ricerca che lui stesso disse che era volta ad “Uscire fuori dalla tela, per avere la libertà di stabilire un rapporto dialettico con lo spazio”.

Nella prossima asta di giugno a Milano sarà esitata una sua opera del 2015 in lamina d’acciaio e tela di sacco che rende tangibile una volontà di rendere l’opera entro lo spazio del tempo che muta e si rinnova all’infinito.

La dimensione meditativa della pittura è un tratto essenziale del percorso artistico del moscovita Serge Poliakoff, che nell’astrazione e nella luminosità cromatica trova la forza di una ricerca originale e visionaria. Nella gouache su carta intelata del 1958-59 (Composizione astratta), lo spazio nasce dall’inserzione di porzioni cromatiche in intensi rapporti tonali, dove colore e forma sono gli strumenti per cogliere la memoria delle emozioni.