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Buccellati fecit

Mario Buccellati è il Principe e il poeta degli argentieri italiani. Come Gabriele d’Annunzio, conosciuto nel 1922 – con il quale prende avvio un continuo e reciproco gioco di tentazioni e seduzioni che si sostanzia in oggetti unici per ideazione e realizzazione – inventa, plasma, manipola la materia per crearne una propria e immaginifica che possa soddisfare la sua insaziabile sete di conoscenza. Ama il lusso e il fulgore delle gioie, il pregio fastoso che diviene assoluta bellezza nell’incanto di una fattura manuale che celebra il suo superbo talento.
Ogni oggetto è un pezzo unico, ricercato da re, papi, industriali e star del cinema e del teatro, come come Ida Rubinstein e Eleonora Duse, e dove “Mastro Paragon Coppella” – come il Vate del Vittoriale lo definiva con sincera ammirazione – riesce a trascende la materia per dare forma a veri e propri capolavori che si impongo per la loro incantevole ed eclettica fantasia creativa.

Una eredità proseguita con passione dal figlio Gianmaria che nel corso dei decenni ha riaffermato lo stile distintivo del marchio che fonde tecniche rinascimentali, materiali di lusso e l’uso estensivo dell’incisione delle texture.

Nella prossima asta del 14 maggio verrà presentata una pantera in argento dal peso di oltre due kilogrammi e mezzo dove si mostra in tutta evidenza “la lavorazione a pelo”, una tecnica che imita l’aspetto reale del mantello animale attraverso innumerevoli filamenti argentati di lunghezza e spessori variabili saldati in maniera invisibile.