131
FRANÇOIS DE NOMÉ detto MONSÙ DESIDERIO (attr. a)
(Metz, 1593 circa - Napoli, 1644)
Veduta fantastica di città
Olio su tavola, cm 20,5X33
Veduta fantastica di città
Olio su tavola, cm 20,5X33
ESTIMATE € 800 - 1,200
La tela reca un'attribuzione tradizionale al pittore, misteriosissimo e dalla fervida immaginazione, François Didier de Nomé detto Monsù Desiderio. L'artista venne spesso confuso con il pistoiese Francesco Desideri, ma la sua vera identità fu stabilita quando si trovò a Napoli il contratto di matrimonio con la figlia del pittore fiammingo Loise Croys. Di lui abbiamo pochissime notizie nonostante sia stato un autore dotato di una carica onirica intensa, così da essere apprezzato, secoli dopo, da Breton e dai surrealisti. La sue creazioni furono altresì scambiate con quelle del connazionale Didier Barra, che alla morte del De Nomè continuò a gestirne la bottega generando una inestricabile confusione attributiva. Sappiamo che De Nomè si trasferì a Roma all'età di circa undici anni e frequentò probabilmente il paesaggista fiammingo Balthazar Lauwers. Oltre all'influenza di quest'ultimo, i dipinti del pittore si ispirano alle elaborate composizioni architettoniche di Hans Vredeman de Vries e alle scene teatrali di Jacques Callot e Giulio Parigi. È certa la sua presenza dal 1610 a Napoli, città dove riscosse un notevole successo e nel 1618 è documentata una prima commissione, ma le notizie biografiche rimangono comunque pochissime e anche la cronologia della sua produzione è difficile da stabilire.
Bibliografia di riferimento:
M. R. Nappi, in Civiltà del Seicento a Napoli, catalogo della mostra a cura di R. Causa e N. Spinosa, Napoli 1984, vol. I, p. 249, n. 2.62
M. R. Nappi, François De Nomé e Didier Barra, l'enigma Monsù Desiderio, Milano-Roma, 1991, ad vocem
Bibliografia di riferimento:
M. R. Nappi, in Civiltà del Seicento a Napoli, catalogo della mostra a cura di R. Causa e N. Spinosa, Napoli 1984, vol. I, p. 249, n. 2.62
M. R. Nappi, François De Nomé e Didier Barra, l'enigma Monsù Desiderio, Milano-Roma, 1991, ad vocem
LOTS