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A VARIOUS WOOD WRITING DESK, NAPLES, 18TH CENTURY; WEAR, DAMAGES, LOSSES, SUBSTITUTIONS AND RESTORATIONS
impianto mosso con piano mistilineo, fronte a cinque cassetti e tablette estraibile sottopiano, gambe incurvate intagliate terminanti a ricciolo, segreto all'interno del cassetto centrale; restauri, mancanze, sostituzioni, usure e rotture
Alt. cm 83,5, larg. cm 103, prof. cm 56
Alt. cm 83,5, larg. cm 103, prof. cm 56
ESTIMATE € 25.000 - 30.000
'Il tipo di tarsia a motivi geometrici, di inconsueta varietà, che si alternano gli uni agli altri in diverse figure, sia sul piano d'appoggio sia sui cassetti, sia sulle fiancate sia sugli spigoli dei montanti sia, addirittura, sul piano scrittoio estraibile, è assai raro nella storia della mobilia napoletana del Settecento. A Roma invece mi sono noti alcuni comò di grande qualità non molto conosciuti, nei quali l'arte dell'intarsio viene portata ad altissimo livello formale. Mi riferisco, ad esempio, a quello che sappiamo provenire dalla famiglia papale dei Boncompagni Ludovisi nel quale si vede un intarsio a motivo geometrici molto simile a quelli della scrivania studiata (1). A Napoli intarsi del genere si trovano su alcuni arredi databili all'ottavo decennio del XVIII secolo. Fra questi si ricorda una coppia di comò, divisa oggi fra le raccolte di Palazzo Barberini e collezione privata (2), e un cassettone a ribalta del Museo di Villa Livia a Napoli (3). Il gusto per questo tipo di ornati geometrici trova anche una ragione nella presenza a Napoli di alcuni ebanisti nordici, come Antonio Ross, documentato a Caserta fin dai primi anni di Vanvitelli e ancora attivo nel 1797; a Caserta stessa si costudisce una coppia di comò che potrebbero essere stati eseguiti da questo artefice e che dimostrano una notevole qualità esecutiva (4).
Non è comune che in mobili intarsiati come il nostro siano presenti sostegni o zampe non impiallacciate bensì interamente intagliati. A Roma non ne conosco alcun esempio, a Napoli però ne posso segnalare almeno due: uno scrittoio con alzata che vidi in una collezione privata napoletana negli anni ottanta e una scrivania che esaminai sul mercato d'arte di Roma molti anni fa. Ambedue questi mobili (il secondo particolarmente vicino al nostro) dimostrano qualche convergenza col gusto inglese, cosa non rara nella Napoli borbonica: mi riferisco i clow and feet, interamente scolpiti in un unico blocco ligneo cosi come accade nelle zampe del nostro mobile che ricordano da vicino i modelli britannici.'
Bibliografia di riferimento:
1. A. Gonzalez-Palacios, 'Arredi e ornamenti alla corte di Roma', Milano, 2004, pag. 208
Gli altri comò a cui alludo, contano una coppia apparsa ad un asta Sotheby's, Roma, 18 maggio 2004, lot, 521, ed altri esemplari inediti.
2. A. Gonzales-Palacios, 'Il tempio del gusto', Milano, 1984, figg. 590-591.
3. Illustrato in A. Putaturo Muraro, 'Il mobile napoletano del Settecento', Napoli, 1977, tav. XXVIII; nello stesso volume si vede, a tav. L, un comò, più tardo, con tarsie geometriche e cerchi; E. Bacchesci, 'Mobili italiani del Meridione', Milano, 1966, pag. 89, riproduce un comò del Museo Nazionale di Bellomo a Siracusa con una tarsia assonometrica sulla fronte.
4. A. Gonzalez-Palacios, in 'Civiltà del '700 a Napoli', catalogo della mostra, Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte, 1980, vol. II, cat. 442; Su Ross: A. Gonzalez-Palacios, 'Il tempio del gusto', a nota 2, pagg. 293-360-377.
Roma, 30 agosto 2009
A. Gonzalez-Palacios
Non è comune che in mobili intarsiati come il nostro siano presenti sostegni o zampe non impiallacciate bensì interamente intagliati. A Roma non ne conosco alcun esempio, a Napoli però ne posso segnalare almeno due: uno scrittoio con alzata che vidi in una collezione privata napoletana negli anni ottanta e una scrivania che esaminai sul mercato d'arte di Roma molti anni fa. Ambedue questi mobili (il secondo particolarmente vicino al nostro) dimostrano qualche convergenza col gusto inglese, cosa non rara nella Napoli borbonica: mi riferisco i clow and feet, interamente scolpiti in un unico blocco ligneo cosi come accade nelle zampe del nostro mobile che ricordano da vicino i modelli britannici.'
Bibliografia di riferimento:
1. A. Gonzalez-Palacios, 'Arredi e ornamenti alla corte di Roma', Milano, 2004, pag. 208
Gli altri comò a cui alludo, contano una coppia apparsa ad un asta Sotheby's, Roma, 18 maggio 2004, lot, 521, ed altri esemplari inediti.
2. A. Gonzales-Palacios, 'Il tempio del gusto', Milano, 1984, figg. 590-591.
3. Illustrato in A. Putaturo Muraro, 'Il mobile napoletano del Settecento', Napoli, 1977, tav. XXVIII; nello stesso volume si vede, a tav. L, un comò, più tardo, con tarsie geometriche e cerchi; E. Bacchesci, 'Mobili italiani del Meridione', Milano, 1966, pag. 89, riproduce un comò del Museo Nazionale di Bellomo a Siracusa con una tarsia assonometrica sulla fronte.
4. A. Gonzalez-Palacios, in 'Civiltà del '700 a Napoli', catalogo della mostra, Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte, 1980, vol. II, cat. 442; Su Ross: A. Gonzalez-Palacios, 'Il tempio del gusto', a nota 2, pagg. 293-360-377.
Roma, 30 agosto 2009
A. Gonzalez-Palacios
LOTS
602
A PAVIA BERETTINO MAIOLICA DISH, FIRST HALF 18TH CENTURY; SLIGHTLY WORN, RESTORED
A PAVIA BERETTINO MAIOLICA DISH, FIRST HALF 18TH CENTURY; SLIGHTLY WORN, RESTORED
ESTIMATE € 500 - 800
605
A PAIR OF LODI MAIOLICA DISHES, 18TH CENTURY; SLIGHTLY WORN, FEW DEFECTS (2)
A PAIR OF LODI MAIOLICA DISHES, 18TH CENTURY; SLIGHTLY WORN, FEW DEFECTS (2)
ESTIMATE € 200 - 300