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Palazzo Colonna. Eterna emozione

di Patrizia Piergiovanni

Cosa rende un’esperienza unica e affascinante passeggiare fra sontuosi saloni di una dimora storica?
Perché fra le tante meraviglie che offre la Città Eterna, è consigliabile concedersi anche una visita ad una casa-museo?
Senza dubbio la possibilità sorprendente di fare un viaggio attraverso i secoli, toccando la storia con mano, condividendo la stessa emozione che hanno provato gli illustri ospiti che ci hanno preceduto nell’ammirare i capolavori che ne compongono le collezioni artistiche, la ricchezza delle decorazioni parietali e di ogni singolo arredo, il tutto concepito espressamente per far parte di un insieme.
Ecco, Palazzo Colonna è proprio tutto questo.

L’interesse e la disponibilità dei Principi Colonna nella condivisione dell’imponente patrimonio artistico conservato nella loro residenza, si è tradotto nella promozione di visite ed iniziative culturali, pubblicazioni scientifiche mirate, e di poter annoverare, tra i collaboratori più stretti, una figura professionale di uno storico dell’arte Curatore e Conservatore della Raccolta. Ho ricevuto il testimone dal mio predecessore, il compianto e amato Professor Eduard Safarik e cerco ogni giorno di essere all’altezza del prestigioso incarico conferitomi.
Prendersi cura di quasi 450 dipinti è un impegno notevole ma elettrizzante al contempo. Non dimentico la sensazione inebriante quando, nel 1996, ho iniziato la mia avventura in questo luogo straordinario e trascorrevo le mie pause pranzo in totale solitudine fra i saloni del Palazzo, affascinata da questo dialogo diretto con le opere, senza nessuna distrazione. Ancora oggi, a distanza di oltre vent’anni, non mi sono abituata all’impatto emotivo e ogni volta scorgo un dettaglio nuovo e accattivante. In ogni momento della giornata i saloni assumono un aspetto diverso ma sempre di grande fascino: i raggi della luce mattutina entrano dalle finestre e si riflettono negli sfarzosi pavimenti di marmi antichi, mentre la sera si sviluppa un’atmosfera speciale. Non posso non subire il fascino di immaginare i grandi artisti di tutti i tempi che hanno frequentato il Palazzo a vario titolo: Pinturicchio, il Cavalier Tempesta, Gaspard Dughet, il Vanvitelli, il Cavalier Bernini.

Le dinamiche di gestione di un piccolo museo sono le medesime di uno grande, con la sola differenza che è tutto proporzionato. Si viene a creare una sorta di piccola corte, alla cui guida – oggi come ieri – è il Principe Colonna. A seconda delle esigenze, sono chiamati a prestare la loro opera professionisti di ogni tipo, in primis l’apprezzatissima restauratrice Laura Ferretti, e a seguire: doratore, corniciaio, falegname, elettricista, tappezziere e via discorrendo.
Un occhio vigile e attento consente di pianificare un’opportuna campagna di conservazione preventiva.
Ciascun intervento di restauro consente di restituire all’opera il suo splendore originale, in alcuni casi con la semplice rimozione della vernice ossidata. A volte, si rende necessario il conforto di indagini diagnostiche che consentano di visionare il disegno sottostante e lo stato dell’opera per consentirci di rimuovere degli interventi censori, come nel caso della serie allegorica fiorentina di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio e del Bronzino (cfr. Catalogo dei dipinti della Galleria Colonna, nn. 158-160, 48), oppure nell’Adamo ed Eva di Francesco Salviati (cat. n. 218). In tempi recenti, è stata affascinante l’esperienza sul Ritratto familiare della Famiglia Peracchini eseguito dal bolognese Bartolomeo Passerotti (cat. n. 182), le cui indagini riflettografiche hanno consentito di vedere che il quadro fu eseguito in due diversi momenti. Due dei protagonisti apparivano molto più giovani e successivamente la tela era stata aggiuntata per consentire di ritrarre anche loro figlio.

Inoltre, fra gli interventi conservativi più importanti, non posso non menzionare il restauro di due degli arazzi seicenteschi della Serie di Artemisia, il cui incarico è stato affidato alla “Manufacture Royale de Wit” di Mechelen, vicino Bruxelles. Eseguito magistralmente dalla validissima équipe, sotto la sapiente guida del sig. Yvan Maes de Wit, il cui curriculum-vitae “succinto” riferito agli ultimi cinque anni prende 50 pagine. Nel suo castello-laboratorio è possibile effettuare la pulizia degli arazzi con trama a filo d’oro (come nel nostro caso) con la tecnica dell’aerosol, senza l’utilizzo dell’acqua, che arrecherebbe dei danni irreversibili alle opere.
È emblematico di quello che cerchiamo di fare ogni giorno: conservare al passo con i tempi questa affascinante dimora, senza mai perderne di vista la storia plurisecolare.

Per quanto riguarda la gestione del Museo in questo difficile momento legato alla terrificante diffusione del Covid-19, noi, come altre istituzioni, ci siamo trovati a dover reinventare la nostra funzione, vivendo un’epoca senza precedenti. Pertanto, nei tre mesi di confinamento (marzo-maggio 2020), abbiamo sentito l’esigenza di mantenere vivo il contatto con i nostri visitatori virtuali, attraverso la pubblicazione quotidiana di piccole “pillole di cultura” sulla nostra pagina instagram del museo (@galleriacolonna) nell’ambito dell’iniziativa intitolata “Racconta il Tuo Museo”. Tutti i contributi che abbiamo accolto sono stati proposti in assoluta libertà dai nostri followers ed è stato davvero molto emozionante ricevere commenti favorevoli e di incoraggiamento a proseguire. è evidente che parlare di arte è un balsamo per l’anima soprattutto nei momenti di sconforto.

Da quando poi siamo rientrati in presenza e abbiamo riaperto il museo al pubblico, i nostri visitatori hanno premiato la nostra costante opera di comunicazione e sono tornati numerosi a passeggiare fra i nostri saloni. Non finiremo mai di ringraziarli. Perché un Museo chiuso significa privarlo della sua linfa vitale.
La Galleria Colonna e l’annesso appartamento quattrocentesco della Principessa Isabelle offrono al visitatore una raccolta di dipinti, sculture, arazzi, affreschi e arredi di notevole pregio artistico. Il percorso espositivo si snoda attraverso 22 saloni per complessivi 3000 mq, oltre ai giardini. Pinturicchio, Cosmè Tura, Bronzino, Pietro da Cortona, Tintoretto, Veronese, Carracci, Guercino, Guido Reni sono solo alcuni degli artisti che si incontrano.
Ma il fascino del Palazzo, che fa parte dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, è rappresentato anche dall’accoglienza familiare che viene riservata ai visitatori, dalla cura del dettaglio nella costante manutenzione ordinaria e straordinaria, attentamente programmata per ambienti e opere d’arte, dal carattere di casa vissuta in cui i nostri bravi e qualificati collaboratori, con cortesia e competenza, cercano di mettere il visitatore a proprio agio.
La continuità nell’indirizzo gestionale, il profondo rispetto per le tradizioni familiari e i vincoli di Legge sulla tutela dei beni storico-artistici, rafforzati dalle previsioni giuridiche del fidecommisso, garantiscono da due secoli l’indivisibilità delle collezioni Colonna e il loro legame indissolubile con il Palazzo che le custodisce.