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Le fondazioni bancarie e l’arte della cultura

di Alessandro Secciani

Per quanto riguarda la situazione delle 88 fondazioni bancarie, uno dei pilastri degli investimenti in arte e cultura in Italia, il bicchiere si può vedere mezzo pieno o mezzo vuoto, a seconda dei punti di vista. Cominciando dalla visione più pessimistica, non si può fare a meno di rilevare che la crisi economica cominciata nel 2007 e che ha visto proprio le banche nella situazione più difficile, ha portato una netta diminuzione di tutti gli investimenti delle fondazioni, che dalle cedole delle azioni bancarie ricavano una buona parte del loro sostentamento. Così, se alla fine del 2007 l’intero sistema aveva erogato nell’anno nel suo complesso quasi 1,715 miliardi di euro, questa cifra alla fine del 2013 era scesa 884 milioni, circa la metà di quanto era stato dato nel momento di maggiore splendore. Alla base l’erosione dei guadagni: «Il totale dei proventi registrati nei bilanci delle fondazioni chiusi a fine 2013 ammonta a 1.488,2 milioni di euro e fa segnare un calo del 3,1% rispetto a quello dell’esercizio precedente (1.535,6 milioni di euro)», afferma infatti l’Acri nella sua relazione annuale su questi particolari enti.  E negli altri anni era andata anche molto peggio.
Se andiamo a confrontare i soldi forniti al settore arte e cultura, i dati non possono essere certamente  migliori: si è passati da 524,2 milioni di euro del 2007 a 269,2 del 2013. Anche in questo caso un calo netto di circa il 50%.

 Qualche positività

Una volta stabilita tutta questa serie di negatività, però, si può vedere per il mondo dell’arte e della cultura anche qualche positività. Innanzitutto, con il 30,4% degli importi erogati e 7.681 interventi realizzati (34,4%) la parte dedicata a questo settore resta largamente quella prevalente nel bilancio delle fondazioni, senza sostanziali variazioni percentuali rispetto agli anni precedenti. Inoltre tutte le 88 fondazioni operano nel settore arte, attività e beni culturali. Se si considera che nei confronti di questo segmento gli enti pubblici e le società private che costituiscono le altre basi economiche fondamentali hanno pesantemente tagliato, fino a fare talora scomparire ogni forma di intervento, si può in qualche modo considerare abbastanza positivi questi numeri. «Il settore dei beni culturali a livello nazionale ha subito un ulteriore contrazione delle risorse, già pesantemente decurtate negli anni precedenti, anche per la diminuzione dell’apporto di regioni ed enti locali, istituzioni che negli ultimi anni avevano ampiamente contribuito al rilancio delle politiche culturali territoriali», spiega ancora l’Acri. «Sui bilanci comunali infatti l’incidenza media della voce cultura scende al 2,4%, quando fino al 2009 era al 3,3%. In termini assoluti, l’intervento pubblico complessivo (stato, regioni, comuni e province) è diminuito da 7,5 miliardi del 2005 a 5,8 miliardi di oggi. Pur nella diversità patrimoniale e dimensionale, in generale si può affermare che la maggioranza delle fondazioni continui a operare mantenendo il settore dell’arte e della cultura fra le scelte di azione prioritaria. L’analisi degli importi erogati dalle fondazioni nel settore negli anni dal 2002 al 2013 comparati con i dati delle erogazioni totali del medesimo arco di tempo, mostra un trend di lungo periodo stabile, pur in presenza di una marcata flessione delle risorse a disposizione negli ultimi anni».
Inoltre, sempre sulla base dei dati Acri, «la diminuzione di risorse a disposizione ha comportato, in presenza di una sostanziale invarianza (anzi, di una leggera crescita) del numero di iniziative sostenute, la riduzione dell’importo medio per iniziativa: esso scende infatti a 39.619 euro (per 254 progetti in media per Fondazione) dai 43.496 euro (e 252 progetti) del 2012». In pratica le singole fondazioni si sono destreggiate con una quantità minore di fondi cercando in qualche modo di accontentare tutti.

Dove vanno i soldi

A questo punto diventa interessante vedere dove sono finiti i soldi delle fondazioni, quali sotto-settori dell’arte e della cultura sono stati privilegiati. E anche in questo caso non manca qualche novità. A sostegno di creazioni e interpretazioni artistiche e letterarie, sono andati 88,1 milioni di euro (il 32,7% delle erogazioni del settore) e 3.396 interventi, ed è stata raggiunta per la prima volta la posizione di vertice nella graduatoria interna del settore. Il confronto dei dati 2013 rispetto all’anno precedente documenta un andamento del comparto in netta controtendenza rispetto al settore, con un aumento del valore assoluto degli importi erogati e della relativa incidenza (9,3% di aumento degli importi e ben il 61,6% in più degli interventi). Nella realtà a beneficiare della maggior parte dei capitali sono stati i teatri d’opera più importanti in Italia, come il Teatro alla Scala, Il Maggio Musicale Fiorentino o l’Arena di Verona o alcune iniziative musicali come l’Orchestra Mozart.
Al secondo posto nella graduatoria dei comparti si trova la conservazione e valorizzazione dei beni architettonici e archeologici, cui sono stati destinati 71,1 milioni di euro con un’incidenza del 26,4% sul totale. Alla diminuzione del 15% negli importi erogati (superiore alla media del settore arte) fa da contraltare l’aumento del numero d’iniziative sostenute (+18% dal 2012 al 2013).
Infine le manifestazioni catalogate come “Promozione e valorizzazione delle arti visive” che comprendono la pittura, la scultura, il disegno e le attività espositive che abbiano carattere temporaneo e che non siano ascrivibili ad attività museali. Queste hanno ricevuto 40,8 milioni di euro per 1.404 interventi. Il comparto si attesta al terzo posto della graduatoria di settore, con una crescita rispetto all’anno precedente del 174% degli importi erogati e di oltre 10 punti percentuali di incidenza. Pur nelle difficoltà dei mezzi si tratta sicuramente di un dato di grande importanza.

Il futuro

Certamente le previsioni non sono pessime. Le banche italiane stanno uscendo da un tunnel molto difficile da superare e che non è stato ancora interamente lasciato alle spalle. Ma è indubbio che qualcosa si sta muovendo in senso positivo. I bilanci delle aziende di credito sono in crescita (e di conseguenza anche i proventi delle fondazioni), gli stress test della Bce sui singoli istituti non sembrano riservare sorprese troppo pesanti e viene notata persino una piccolissima crescita del credito.
Sul piano dei rendimenti dei patrimoni, l’altra grande componente del reddito delle fondazioni, i dati sono contraddittori. Da una parte i mercati azionari hanno avuto una crescita enorme negli ultimi due anni e alcuni indici, come l’S&P 500 e il Dax, hanno messo a segno record assoluti. Dall’altra i tassi dei titoli di stato, sui quali i gestori delle fondazioni investono molto, sono ai minimi storici. Se ciò ha sicuramente valorizzato il patrimonio in titoli obbligazionari già in portafoglio, sicuramente ciò non ha dato una mano a fare salire i rendimenti degli investimenti più recenti.

Certamente però la via della ripresa sembra in qualche modo avviata.

TABELLA EROGAZIONI TOTALI ARTE CULTURA 2002-2013

Se le fondazioni lavorano insieme

Una delle iniziative più interessanti e che coinvolge un grande numero di fondazioni bancarie è il progetto “R’Accolte. L’arte delle Fondazioni”, promosso dall’Acri, cui sta aderendo la maggior parte di queste istituzioni. Sono infatti attualmente 59 quelle presenti, con 70 collezioni. Questa iniziativa ha lo scopo di censire le raccolte d’arte di proprietà delle fondazioni d’origine bancaria, con l’obiettivo di realizzare la catalogazione delle opere in esse presenti. E’ stata costituita una banca dati in rete, accessibile dall’area riservata del sito web dell’Acri, che rende fruibili le informazioni sull’entità, la natura e la composizione delle collezioni d’arte delle fondazioni. «A oggi R’accolte annovera oltre 11 mila opere catalogate», continua l’Acri, che ha messo a punto un prodotto informatico per organizzare i dati sensibili delle singole opere d’arte. «DBArte (questo il nome) è uno strumento studiato per supportare gli uffici delle fondazioni che consentirà di potere agevolmente e velocemente disporre d’informazioni aggiornate sullo stato patrimoniale dei propri beni artistici schedati».
Sul piano della collaborazione tra fondazioni è molto interessante anche il progetto Piazza Scala, realizzato da Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo, per la realizzazione di uno spazio che ospiterà due musei: uno dedicato all’800 italiano e realizzato con le collezioni delle due istituzioni, l’altro che punta sull’estetica del ‘900.