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Quando la varietà arreda il gusto

Le vendite di Arredi e di Arti Decorative sono, per definizione, la somma di variegate ed eterogenee tipologie di oggetti, vero spaccato della storia dell’arte e del collezionismo (e perchè no, del gusto).
Questa nostra passeggiata nei secoli, dove la scultura tiene un ruolo non secondario, dal Quattrocento al Settecento, comincia da un’ancona lignea realizzata da un intagliatore lombardo di cultura tardo gotica, con ante mobili dipinte da un pittore lombardo d’area alpina, intrigante per il tono accostante e familiare con cui presenta alla contemplazione del fedele un trittico di presenze sacre tutto al femminile: costituisce un’importante e inedito esempio di manufatto altaristico del secondo Quattrocento che unisce scultura e pittura con cadenze di sognante tardo gotico unite a decisi accenti rinascimentali.
Per il Cinquecento, ecco un intenso bronzo di Guglielmo della Porta che ritrae papa Paolo III Farnese in età avanzata, ammantato di un piviale e adornato di placche modellate in bassorilievo tra il 1546-47: la sua traduzione in marmo bianco di Carrara e mischio e alabastro giallo al Museo Nazionale di Capodimonte a Napoli, dove sono peraltro conservati altri due ritratti simili.
È invece da riferire a un scultore senese attivo attorno al 1620-1630 circa, un bassorilievo barocco in legno di noce scolpito che ritrae entro la nicchia la Madonna assisa in trono col Bambino sulle ginocchia, due angeli che la incoronano, e sulla sinistra San Giovannino con l’Agnus Dei e alla destra San Michele Arcangelo. Un oggetto di grande fascino e complessità iconografica, dove i simboli abitano completamente la superfice plastica con un ritmo quasi accelerato.
Infine, un piano in commesso di pietre dure e diaspri di Sicilia, databile all’ultimo quarto del XVIII secolo, è uno magnifico esempio di questa raffinata e sontuosa tecnica decorativa che affonda le sue radici nell’antichità classica e che in Italia, a Firenze per prima, doveva raggiungere livelli di virtuosismo insuperati già del XVI secolo. Oggetti straordinariamente decorativi, ricercati dalle tutte le elites europee, i commessi continueranno a lungo ad essere oggetto di collezionismo