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FRANS HALS

Mancava da più di trent’anni una mostra celebrativa dell’opera completa di Frans Hals, tra i maggiori interpreti della pittura del Secolo d’oro olandese. Ritrattista straordinario, famoso e stimato in vita, dopo la morte, nel 1666, subì i mutamenti del gusto e il suo nome venne a poco a poco dimenticato. La riscoperta di Hals dovette attendere a lungo: fu lo studioso francese Théophile Thoré, nella seconda metà dell’Ottocento, a riportare alla luce dall’oblio la sua opera, insieme a quella dell’altro grande olandese Johannes Vermeer.
La mostra comprende opere tra le più significative di Hals, con alcuni prestiti eccezionali, provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Al centro del progetto espositivo sono i ritratti su commissione, richiesti e apprezzati dalla nascente borghesia olandese del XVII secolo, che pongono Hals tra i vertici di questo genere, per poetica, qualità tecnica e innovazione stilistica; in mostra anche i sui celebri ritratti di gruppo, che fuori da rigide posture e schemi compositivi convenzionali, stupiscono per dinamicità e movimento: una cifra che accompagna tutta la sua produzione. Una sezione è invece dedicata ai dipinti di genere: non opere su commissione, ma piuttosto studi di volti e costumi popolari, che Hals restituisce con la stessa intensità poetica dei ritratti ufficiali.
Sappiamo che Frans Hals dipingeva direttamente su tela, senza disegno preparatorio, quindi con estrema rapidità e libertà di segno, per questo molto amato dagli Impressionisti, e su tutti da Édouard Manet; una tecnica che accentua nel tempo, fino a diventare sempre più sciolta e impetuosa nelle opere della maturità. Hals interpreta il ritratto in modo sorprendentemente moderno per la sua epoca, quasi introspettivo. Colpisce la sua capacità di cogliere la personalità e il carattere dei committenti, ciò che li rende vivi e unici nell’espressività dello sguardo e del sorriso, nella postura, nei dettagli dell’abito che esprime il rango e la posizione sociale; pose informali, apparentemente spontanee, di incredibile intimità quando è la coppia ad essere protagonista, come rubate e fermate in un istante sulla tela.
Il progetto espositivo nasce da una collaborazione condivisa con il Rijksmuseum di Amsterdam e la Gemäldegalerie di Berlino, future tappe della mostra per tutto il 2024.